Quanto mi manca

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Un raggio di sole che penetrava nella finestra mi arrivò dritto in un occhio.
Sbuffai e presi il telefono sul comodino.
Apri Whatsapp e vidi se Peter mi aveva scritto qualcosa.
Neanche un ciao o niente altro.
Ormai non gli importerà più di me.
Cazzo lo sapevo non dovevo dirglielo me come sempre devo rovinare tutto.
Con poca forza mi tirai su in piedi con un brivido che mi percorse la spina dorsale.
Rabbrividì ma poi con le stampelle mi avviai verso la cucina.
Li c'era la zia di Peter che come al solito stava cucinando qualcosa che a vista sembra proprio delizioso.
"Eii buongiorno tesoro"
Mi salutò lei.
Non la guardai ma gli feci un cenno.
Non avevo voglia di parlare.
"Senti Peter mi ha detto che avete discusso. Mi dispiace. Ma ascoltami quel ragazzo è la persona più dolce sul pianeta e sono sicura che non riuscirà a vederti con qualcun altro.
Va da lui"
Mi incoraggiò lei.
"Scusa ma non credo di esserne in grado ora"
Le risposi.
Tra l'altro lui oggi mi aveva promesso di accompagnarmi a fare l'ultima lezione di fisioterapia perché ormai la gamba stava bene.
Finalmente potrò togliere questi due pali che supportavo, o meglio che loro supportavano me, da non so quanto.
Ora mi accompagnerà sua zia ma non so. Vorrei che ci fosse li lui ma si vede che non gli interessa.

10.00 a.m.
Stiamo andando verso lo studio dove farò la mia ultima lezione per la riabituazione della mia gamba a camminare normalmente.
Appena arrivate scendo dalla macchina e lentamente mi avvio con la zia verso la nostra meta.
Andammo e trovammo il dottore che ci aspettava.
"Bene allora..non c'è il signor Parker?"
Chiese mentre controllava un elenco nella sua cartellina.
"Oh oggi ha avuto un impegno"
Mi precedette la donna che mi guardò fulminea.
"Ok fa niente"
Disse.
Mi rattristi un po' all'affermazione.
Ogni volta che avevo paura o mi faceva male stringevo la mano di Peter.
Ricordo anche i baci che mi dava dopo la seduta.
Quelli erano di "premio" per quando finivo.
Mi mancava tremendamente.
I capelli nocciola, la dolcezza il suo amore.
Non capisco cosa potesse provocargli questa reazione.
Di solito rimane calmo.
Ieri invece ha dato di matto.
"Allora ti accompagno a casa tua?"
"Si grazie"
Risposi ancora un po barcollante.
Sali in macchina e guardai fuori dal finestrino osservando le diverse sfumature che gli alberi mostravano in questo periodo.
Rosso giallo verde.
Adoro l'autunno.
Questa è la stagione delle tute, di halloween, dei felponi.
Insomma lo adoro.
"Arrivate"
Mi risvegliò la donna affianco a me.
Scesi dall'auto e iniziai a camminare meglio diciamo.
Senza stampelle tenevo peggio l'equilibrio ma potevo lavorarci.
"Allora ci vediamo prossimamente"
Mi disse la zia mentre mi avvicinai all'ascensore.
"Oh si. Grazie comunque per tutto"
"Quando vuoi"
Mi disse per poi scomparire dietro alla porta.
Sorrisi un po' titubante e presi l'ascensore.
Però non riuscivo a togliermi di testa quel ragazzo.
Cazzo quanto mi manca.

Io ti amo Peter Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora