𝕔𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝕦𝕟𝕕𝕚𝕔𝕚

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- ...me e te? -

Due ore e mezza prima:

- Che ne dici di un po' d'anatra alla pechinese? - chiese, osservando l'immagine posta affianco dall'elenco degli ingredienti utilizzati.

- Eh? Mangi ancora l'anatra? - lo guardai storta, oltraggiata dalla sua richiesta.

- Ah cazzo, vero, non la mangi... Aspetta, cos'altro non mangi? -

- Chiesto così sembra che lo faccia perché schizzinosa... - sussurrai offesa.

- Lo so che non lo fai per gusti, bensì per morale. - si corresse, giocando con il bordo del bicchiere di vetro.

- Comunque non mangio: anatra, selvaggina, cavallo, conigli, vitello, sto anche evitando il maiale, e ovviamente qualsiasi animale domestico- -

- Ovvio che non mangi animali domestici, coloro che lo fanno mi danno i brividi... - si riscalda le braccia muscolose, fasciate dal maglioncino a dolcevita grigio - Al posto della carne vedrei il loro dolce musetto, mi sentirei uno stronzo a mangiarli... -

- Esatto... Stessa cosa per gli altri animali. Tranne il manzo e il pollo, sono sì quelle soggette maggiormente a sostanze strane per una crescita più veloce e tutta quella roba, però effettivamente all'uomo servono le proteine derivanti dalla carne... - sospirai, leggendo le varie cose che componevano il riso alla cantonese.

- Già... Bene all'ora che ne dici del riso alla cantonese? -

- Mi hai letto nella mente. - gli sorrisi, rivolgendogli una leggera risatina, compagnata da uno sguardo più complice rispetto a quelli precedenti - E da bere? - chiesi, sporgendomi leggermente verso di lui, cosa che lui contraccambiò.

- Ovviamente del vino bianco. – sogghignò sporgendosi anche lui verso di me.

Scoppiammo entrambi a ridere, tornando in modo ordinato ai nostri posti. Cliccai sul pulsante che ci aveva indicato prima il cameriere, che slittò immediatamente da noi per prendere le ordinazioni.

- Allora, due risi alla cantonese e una bottiglia di vino bianco, scelga lei quale. - disse Kageyama, chiudendo il menù, appoggiandolo sul tavolo, gesto che copiai anch'io, così che il cameriere ritirasse entrambi.

Mentre il ragazzo di fronte a me ordinava ne approfittai per osservare i suoi lineamenti. Erano decisamente più definiti rispetto a quelli che possedeva alle medie, ma rimaneva il fatto che era sempre molto affascinante.

- TN? - mi chiamò.

- Oh, uhm, sì? - mi svegliai, sbattendo più volte le palpebre.

- Ecco... Cosa vorresti fare dopo mangiato? Sai, ho una piccola idea, ma vorrei sentire la tua. -

- Mhh... Sinceramente è indifferente, l'importante è che non mi porti in un luogo freddo! - ridacchiai, poggiando il mento sul dorso della mano.

I piatti di riso caldo arrivarono poco dopo sul nostro tavolo, annunciando l'inizio della nostra cena, e anche della nostra prima uscita.
Sinceramente non so come definirla nello specifico, dopotutto io e Kageyama non abbiamo parlato dei nostri sentimenti attuali, bensì abbiamo confessato ciò che provavamo tempo fa, quando eravamo innamorati l'uno dell'altro.

La sua presenza mi rallegrava molto, questo era ovvio, ma avevo paura di commettere di nuovo lo stesso errore. Ero cresciuta per fortuna e avevo compreso le dinamiche del mio sbaglio, perciò, se dovevo restaurare di nuovo un rapporto di complicità, non avrei più fatto gli stessi passi falsi dell'ultima volta.

Non volevo mentire sui miei sentimenti, non più. Per Kageyama nutrivo una forte attrazione, ma dovevo lasciarla uscire e dimostrarla un po' alla volta, per non velocizzare troppo le cose.

Vecchi Compagni ||kageyama×reader||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora