𝕔𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 𝕥𝕣𝕖𝕕𝕚𝕔𝕚

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– Vi siete baciati?! – urlò, senza un minimo di contegno, attirando l'attenzione di mezzo bar – Tu e lui, cioè, voi, baciati?? – si accasciò sulla sedia, guardando un punto fisso, probabilmente scioccato.

– TC! Chi avresti baciato! – urlarono dal fondo del locale Nagisa e Yumi.

- Nessuno! Assolutamente nessuno! – risposi rossa, girandomi dall'altra parte, nascondendo il mio imbarazzo – Dovevi proprio urlare? – chiesi sussurrando, sedendomi stanchissima sulla sedia del tavolino.

- Suvvia TN, è una cosa normale il fatto che ti piaccia ancora. – mi consolò Daichi, dandomi qualche pacca sulla spalla.

- Ma parlate per voi, sporchi. – li guardai male, facendo assumere al mio migliore amico un colorito simile a quello del melograno.

- T-TN, stai zitta! – mi sgridò Koishi, probabilmente il suo uomo non sapeva che io fossi a conoscenza delle loro scappatelle e dell'enorme cotta che l'ex numero due provava per lui.

- Uh? Perché sporchi? – domandò il moro, annusandosi il maglione, non comprendendo il secondo fine della mia frase.

- No non puzzi senpai... Lascia stare. – sospirai, alzandomi dalla sedia, per raggiungere Kayano dietro il bancone del bar.

Quella mattina avevo raccontato tutto l'accaduto dell'appuntamento con Kageyama, senza tralasciare alcun dettaglio, nemmeno la figura di merda fatta con il mio attacco d'asma.

Oltre a quello, il resto della serata era sembrata un sogno, una favola, come quelle che raccontava mamma prima che mi addormentassi, aspettata da papà sull'orlo della mia porta, che ci osservava con occhi innamorati persi. Più volte ha ribadito di come fossimo le sue donne, gli amori della sua vita.

Il cuore mi batteva all'impazzata, non aveva un contegno, lasciandosi alla pazza gioia di immaginare e ricordare il contatto caloroso tra le mie labbra e quelle del ragazzo. Era una contiguità così pura e bianca, non era un bacio da film adolescenziale dove finalmente i due protagonisti si lasciano trasportare da quel piacere.

Il nostro era un piacere... Innocente.

Le sue mani accarezzavano dolcemente i miei fianchi donandomi sicurezza e ogni tanto mi liberavano il viso dai ciuffi corti di capelli. Non voleva affrettare nulla, faceva tutto con un'estrema calma che mi faceva sentire sicura di ciò che facevo.

Sentivo che quel bacio era giusto.

Il momento era giusto.

Noi eravamo giusti.

– TN, hai visite. – mi sussurrò all'orecchio la mia titolare, prendendo l'ordine che stavo preparando, andando a servirlo alle signore anziane che occupavano sempre il tavolino numero cinque dalle quattro alle cinque.

– Uh? E chi? - sussurrai tra me e me, stoppandomi poi alla vista dell'alzatore – Oh, Kageyama! – esclamai, avvicinandomi a lui, sentendo gli occhi di tutta la clientela addosso, il brutto di avere, quasi, solamente clienti abituali.

– Ehi TC, come va? – mi chiese, grattandosi imbarazzato probabilmente per tutto il pubblico che assisteva.

- Oh bene, grazie, te? – domandai di rimando, sistemando la frangetta lunga dietro l'orecchio.

- Bene grazie, sono passato sia per salutarti ma anche perché i senpai mi hanno chiamato, sai se devono parlarmi di qualcosa? – chiese, con un tono un po' strano, sembrava che fosse stato chiamato con urgenza ma Koishi e Daichi in quel momento sembravano due cagnolini docili e tranquilli.

- Uhm no... Non mi hanno detto niente. – sorrisi un po' straniata. I suoi occhi esprimevano nervosismo e le sue mani giocavano insistentemente con il bordo delle tasche del giubbotto nero e celeste.

- Va bene, grazie, ora vado da loro. – mi diede un piccolo bacio sulla fronte e andò spedito verso il tavolino con i nostri vecchi compagni di scuola.

Okay, gatta ci covava, perché era così nervoso ed agitato?
La sera prima sembrava così tranquillo come se avesse aggiustato tutti i problemi possibili, e già il giorno dopo era un fascio di nervi?

Mi portai la mano alla fronte, assumendo un leggero colorito rosa. Le sue labbra erano anche screpolate rispetto alla sera prima, tant'è che mi provocarono un leggero solletico a contatto con la mia pelle.

Provai a non pensare a quella sua strana reazione, concentrandomi sul lavoro e il servire i clienti che riempivano l'intero locale, costringendo alcuni ad ordinare al banco. Quel giorno avevo il pomeriggio perciò sarei rimasta fino alla chiusura del bar e la cosa mi avrebbe permesso di ascoltare l'argomento di cui avrebbero parlati i miei vecchi compagni di scuola.
Se non fosse stato che, ogni volta che passavo vicino a loro o li guardavo, smettevano di parlare, e quando ero lontana da loro sussurravano e si coprivano la bocca per non farmi leggere il labiale.

Okay, appena uscita da qua spezzo le braccia a Koishi e Daichi, quei maledetti...

Dai loro occhi potevo solo comprendere che era una cosa seria, e ciò mi provocava ancora più fastidio.
Perché dovevano tenermi nascosto qualcosa di importante? Dopotutto uscivo con Kageyama, mancava poco e mia madre avrebbe adottato quel cretino di Koishi ed ero in ottima sintonia con il senpai, per caso non si fidavano ancora di me dopo quel che era successo in passato?

Comprensibile, dai.

- TC. – mi richiamò Nagisa, appena passai davanti al loro tavolino – Stasera esci con noi, dobbiamo parlarti. – concluse la frase, portando alle labbra la tazzina di caffè latte che le avevo preparato prima.

- Ma non sono vestita bene... - dissi, guardando i semplici jeans chiari e il maglioncino nero che indossavo.

- Fa niente, andiamo in un semplice izakaya. – mi sorrise tristemente Yumi, giocando con le dita.

Ricambiai il sorriso ad entrambe, sussurrando un semplice sì, per poi tornare al lavoro.

Non pensavo che il mio umore dipendesse così tanto da ciò che mi accadesse intorno, avevo sempre pensato in modo positivo non facendomi condizionare troppo dagli altri.

Avevo sempre creduto che dimostrarsi sempre felici fosse la barriera più forte per evitare i problemi e tenerli alla larga, ma il modo in cui Kageyama mi aveva liquidato mi aveva fatto pensare che forse neanche l'essere sempre allegra avrebbe risolto ciò che quei tre mi nascondevano.

Probabilmente lo sapeva tutta la squadra, anche Kyoko e Yachi, io ero l'unica ignara di ciò.

Che fastidio.

- TN! - mi chiamò il mio migliore amico, pronto a sborsare i soldi per scappare da chissà quale parte per parlare meglio dei loro affari, lasciandomi fuori.

Troppo permalosa? Sì.

- Sono 1.027 yen, grazie. – dissi, afferrando le banconote e gli spiccioli che mi porgeva l'albino con quel suo sorrisino, come se non fossi infastidita anche dal suo comportamento. Scemo.

- Ah TC ecco... - provò a dire Kageyama, grattandosi come prima il collo, probabilmente per rivolgermi delle scuse fatte a caso, che tanto non avrei mai compreso, perché non sapevo nemmeno l'importanza di quello di cui avevano parlato.

- Scusami, ora devo andare, sono entrati altri clienti. – risposi, facendo un piccolo sorrisino. Sì, mi arrabbio facilmente, ma non mi piaceva far vedere quanto prendessi sul personale le cose.

- Oh sì... Scusami. –

- E di cosa? – lo guardai, passandogli di fianco – Non hai fatto nulla. – sospirai, raggiungendo il tavolo numero sette, dove vi si sedettero due signore anziane, che mi riempirono di complimenti per il mio viso e di quanto assomigliassi alle loro nipoti, probabilmente si complimentarono solo per l'ultima cosa.

Passò circa un'ora e il mio turno si concluse, obbligandomi ad aiutare Kayano a sistemare le ultime cose tra cui bicchieri lasciati sul tavolo e briciole a terra, per poi abbassare la saracinesca e chiuderla a chiave con un lucchetto.

- Bene, grazie mille anche per oggi TN, domani devo darti la tua busta paga, ricordamelo poi. – mi rivolse un piccolo sorriso, per poi allontanarsi con clama verso la sua abitazione, non molto lontana dal bar di sua proprietà.

Vecchi Compagni ||kageyama×reader||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora