La prima settimana passò relativamente in fretta, e il lunedì arrivò più velocemente di quanto avessi sperato. L'ora di storia fu una tortura, ma non rischiai minimamente di svenire, malgrado il disprezzo del prof fosse ben percepibile. Non gli andava a genio avere un alunno che sapeva ogni cosa che pensava.

Ironico il fatto che i prof non mi interrogavano nemmeno più, perché anche se provavano a non farlo, mentre mi fanno una domanda pensano inconsciamente anche alla risposta, che io sento.

È una bella cosa, direte voi, invece io mi sentivo male, perché non la sentivo una cosa giusta. Il mio dono era sbagliato. Io ero sbagliato. Tutto ciò che potevo fare per via del dono era sbagliato. Tutto sbagliato.

Quel giorno alla lezione con i gruppi, fu il turno di "analizzare" il dono di Tsukishima.

Avevamo già osservato i doni di Daichi, Suga, Nishinoya e di Asahi. Devo ammettere che ero rimasto impressionato dalla capacità di Noya di potersi spostare da un posto all'altro con un passo. Un attimo era davanti a te, l'istante dopo era in fondo al campo.

Al momento ci "allenavamo" e facevamo le lezioni all'esterno, ma quando avrebbe iniziato a fare più freddo saremmo passati a fare la lezione in una delle palestre.

Tsukishima controllava l'energia, e con ciò qualsiasi apparecchio tecnologico o che sfruttasse energia elettrica. Volendo, poteva anche darti una scossa solamente toccandoti, della potenza che decideva.
Era un ragazzo taciturno, Tsukkishima, ma aveva la testa piena di pensieri. Molto simile a Kageyama, per questo verso.

Il biondo sembrava dire ciò che pensava solo con Yamaguchi, l'unico ragazzo che a quanto pare si salvava dalla scossa anche quando Tsukishima si irritava.

Esatto, il ragazzo quando si irritava diventava come una calamita di energia. Si vedevano proprio i suoi capelli che si rizzavano, come quando ci si strofina sopra un palloncino. (descrizione penosa, ma avete capito, no?)

Kageyama sembrava essere diventato la mia ombra. Se non potessi sentire i suoi pensieri probabilmente avrei pensato che fosse uno psicopatico che mi pedinava. Beh, effettivamente era un po' da stalker psicopatico, però i suoi pensieri erano in netto contrasto con la sua espressione seria e dura.

Effettivamente tutti i pensieri di Kageyama erano in contrasto con quello che diceva e faceva, a volte più di altre, ma ormai mi ero rassegnato al fatto che fosse così.

Era passata una settimana, eppure mi sembrava di conoscerlo da sempre, ormai. E dire che non conversavamo quasi mai. Ma spesso quando ero con lui la "sensazione-bolla" (come la chiameremo da ora) capitava spesso. Il mio compagno d classe si teneva a distanza, sempre a più di due metri, non capitava spesso che stesse più vicino.

"Hinata non sta bene... magari non se ne accorge se lo controllo così, da lontano. Così se succede qualcosa, lo posso aiutare. "

Pensieri simili affioravano spesso nella sua mente. Io a dir la verità non riuscivo a capacitarmene, ma dopo una settimana mi ero praticamente rassegnato.

Eravamo tutti seduti in semicerchio, attorno a Tsukishima. Era agitato, anche se non lo dava a vedere. Il Coach e il prof Takeda avevano portato una lampadina, e Tsukishima doveva fare il possibile, con una sola lampadina.

In quel momento mi trovavo nella situazione-bolla, ma malgrado questo e la musica nelle cuffie, i pensieri del biondo erano così intensi che il percepivo perfettamente.

Iniziò prendendo la lampadina in mano, e accendendola dal nulla. Poi se la passò nella mano sinistra, mantenendola accesa. Con la mano destra la fece lampeggiare, poi concentrò l'energia in una specie di raggio, che espanse.

"L'altra volta mi è esplosa la lampadina tra le mani. La volta prima al solo contatto della mia mano con il vetro, la lampadina è scoppiata, come una piccola bomba. Vetro, schegge e sangue. Tutti hanno preso la scossa. Magari però stavolta... "

Non lo fece apposta, fu qualcosa di istintivo. Non lo stava pensando, o almeno, non lo voleva fare, ma d'impulso avvicinò le dita al vetro della lampadina.

- NO! - gridai, cercando di impedirlo. Non ero un indovino, ma sapevo che quando si fanno le cose con paura, poi si perde il controllo. Era successo una volta anche a mia sorella, che (anche se poco) poteva manipolare le correnti d'aria.

Questo fece portare la concentrazione di Tsukishima su di me, istintivamente. Il ragazzo non toccò il vesto, ma questo esplose comunque, e il raggio di energia mi colpì. Per fortuna molto debolmente: Tsukishima era riuscito a deviare gran parte della scarica elettrica altrove.

Sentii una debole scossa, ma la cosa che mi fece cadere a terra, fu il fatto che in quel momento la "bolla" in cui mi trovavo si "ruppe". Sentivo tutto.

La situazione aveva portato caos, perfino panico, tra i pensieri della gente.

Non ero pronto. Non

"... lui lo sapeva" il pensiero di Tsukishima era sorpreso.

"Oddio che diavolo sta succedendo? Hinata!" Questa era la voce impanicata di Yachi, con cui durante la prima settimana avevo fatto abbastanza amicizia.

"Boke Hinata Boke! Che ti è saltato in mente?" Kageyama, che malgrado con la vista offuscata vedessi il suo viso rimanere impassibile, era uno dei pensieri più intensi.

La mia testa era come esplosa assieme alla lampadina, insieme alla bolla. Pulsava e faceva male.

L'onda d'urto mi aveva fatto finire la saliva di traverso, e senza nemmeno accorgermene mi ritrovai in terra, tossendo e con la vista offuscata dalle lacrime per via del mal di testa improvviso.

Angolo scleri disagiati

Buonasera biscottini!
Deco ammettere che sono piuttosto orgogliosa di questo capitolo, che è anche piuttoato lungo.

Mi piace l'idea che Tsukki, come Kageyama sia veramente incasintato. Che poi e abbanza Canon, non solo una mia idea.

Però lasciamo perdere, come va?
Entro mercoledì il prossimo capitolo♡
Ciauu

- Sofia

Nel mio caos solo tu ci trovi l'ordine || KageHina AU - HaikyuuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora