12° A love like war.

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12° A love like war.


La mattina successiva America si era svegliata di buon'ora.
Aveva fatto colazione con sua cugina mentre i genitori erano
già a lavoro e suo fratello a scuola.
Mia si era offerta di accompagnarla a scuola quella mattina insieme
ad Erin.
Dopotutto, non aveva granché da fare in giornata se non riposare
un po' nella sua camera d'albergo.
America non si sentiva molto in vena di affrontare una giornata scolastica
dopo quanto era accaduto con Brian ma sapeva che doveva occuparsi di consegnare
il ritratto alla sua professoressa.
Mia e America uscirono di casa dopo la colazione e salutarono energicamente Erin
che stava fumando la sua Lucky Strike.
-Buongiorno bellezze!- Esclamò l'amica con allegria.
-Ciao Erin!- Salutò di rimando Mia con lo stesso entusiasmo mentre America fece l'esatto contrario.
-Buongiorno.- Sussurrò come se fosse quasi un lamento.
-Oh, vedo che qualcuno qui si è svegliato con la luna storta!- Continuò Erin, osservando
il viso pallido di America.
-Ho solo tanto sonno.- Si giustificò la ragazza, sbadigliando l'istante dopo.
Aggiungiamo anche che ormai Brian era sempre al centro dei suoi pensieri.
-Non hai dormito stanotte?- Le domandò poi Mia con preoccupazione.
-Ho dormito, è solo che alzarsi così presto al mattino non è il massimo.- Continuò America,
sbadigliando ancora.
-Tu invece Mia? Come stai? Ho saputo che ieri sei stata tutto il giorno in compagnia
di Christ.- Osservò Erin facendo arrossire subito la diretta interessata.
-Beh...sì...lui è così carino con me.-
-Dovevi vedere come era carino con le altre invece! Le cacciava fuori dalla sua camera
dopo essersele scopate!-
-Beh...io e lui non abbiamo ancora affrontato questo argomento.- Disse Mia, un po' infastidita. 
A lei quel ragazzo piaceva molto.
-Oh...beh, Johnny fa tanto il gradasso ma è un omino dolcissimo, te lo posso assicurare.-
Mia annuì alle parole di Erin, sorridendo.
-Ho imparato a capirlo. Sono stata davvero bene in sua compagnia ieri...-
-Quindi...vi siete anche baciati?- Le domandò poi America, curiosa.
-No...è lui che fa il timido.-
-Il timido?! Questa poi non me l'aspettavo da uno come Johnny! Sicura che stiamo parlando
della stessa persona?- Ridacchiò Erin mentre continuava a passeggiare con le sue nuove amiche.
-Temo di sì.- Rise anche Mia.
-Bene...adesso l'unica senza un ragazzo è America.- Mormorò Erin, indicando l'amica.
-Oh...io non ho bisogno di alcun ragazzo.- Esclamò la bionda, scuotendo la testa.
-Tu dici? Oggi arriva il nuovo studente cara, vorrei ricordartelo.-
-E quindi?-
-E quindi?! America, quello lì è un artista come te! A lui hanno parlato di te e a te hanno
parlato di lui! Sono sicura che sarà un figone assurdo e che vi metterete insieme.- 
-Vola basso Erin, ti prego. Non lo conosco neanche.- Disse America ad alta voce, ritornando 
poi alle parole che le aveva detto Brian solo la sera prima scomparendo poi nel nulla.

"Chiamalo egoismo o come cazzo ti pare ma io non ti ci voglio vedere felice insieme ad un altro."

Quella reazione da parte del ragazzo l'aveva davvero scossa.
Perché era questo ciò che faceva Brian da quando era entrato nella sua vita...scuoterla
di continuo.
E lei non sapeva più a che cosa pensare. Non riusciva neanche a capire perché lui avesse
reagito in quel modo nei suoi confronti.
Non si sarebbe mai aspettata una reazione simile da parte di Gates.
-Un nuovo studente, eh?- Domandò poi Mia, curiosa.
-Sì. Viene da New York.- Continuò Erin, entusiasta.
-New York? La città delle opportunità, dell'arte...oddio, che meraviglia!-
-Lo so!-
America continuava a sbuffare ai continui scleri delle sue amiche.
Lei non aveva ancora pensato di innamorarsi sul serio dopo quanto era accaduto con Jasper ma le faceva
piacere sapere che poteva conoscere qualcuno di nuovo.
Arrivate a scuola, Mia le salutò con un cenno di mano tornandosene in albergo mentre America
ed Erin si divincolarono tra gli studenti alla ricerca dei ragazzi.
Una volta trovati davanti agli armadietti, Erin si lanciò tra le braccia del suo Zacky
ed i due non fecero altro che trasmettere amore a tutti coloro che li osservavano.
-Wow...sono davvero innamorati.- Osservò America, parlandone con Jimmy.
-Loro almeno scopano...il mio piccolo Owen è da tanto che non fa qualcosa di costruttivo.-
-Jimmy? Hai dato un nome al tuo pene?-
-Sì, l'ho fatto.-
America scoppiò a ridere senza riuscire proprio a trattenersi.
-E con October? L'hai più rivista?- Gli domandò ancora la bionda.
-No...anzi, quasi mi stavo chiedendo come avessi fatto a trovarmi quel giorno mentre
stavo rischiando quasi di morire dissanguato.-
-Ehm...giusto...ehm...io vi stavo cercando! Sì...ehm, avevo preparato una buonissima cheesecake
e volevo farvela assaggiare ma non mi rispondevate al cellulare così sono venuta a cercarvi.-

Spiegò velocemente America, balbettando.
Non poteva di certo dirgli che era stato Brian ad avvisarla di ciò che gli stava accadendo.
-Sei venuta a cercarci per farci assaggiare ua cheesecake?- Inarcò un sopracciglio il ragazzo dagli
occhi azzurri.
-Sì...era davvero buona!-
-Tu sei più svitata di me! Comunque sia...ho deciso di evitare le risse e cazzate varie. Forse
in questo modo dovrei riuscire a farle meno paura.-
-In bocca al lupo allora.- Gli sorrise America, sentendosi pienamente fiera del suo buon lavoro.
Ce la stava mettendo davvero tutta per cercare di aiutare Brian.
-America, posso rubarti un minuto?- Le domandò poi Johnny.
-Oh, certo.-
I due si allontanarono dagli altri ed America aveva quasi capito che cosa stava per chiederle
il nanetto.
-Dimmi tutto, Johnny.-
-Tua cugina...mi piace.-
-Cosa? Davvero?-
-Sì.-
-Ma non eri tu quello che odiava il genere femminile?-
-Sì ma mi sono sbagliato. Lei è diversa, okay?-
-E da cosa lo hai capito?-
-Dal fatto che mi piace parlarle. Mi piace da morire conversare con lei e preferisco
ciò anziché portarmela a letto.-
America annuì, sorridente. Adesso sì che si ragionava.
-Benissimo, direi. Ma io a cosa ti servo?-
-Ho bisogno di stupirla. Che cosa mi consigli?-
-Io ti consiglierei un mazzo di fiori.-
-Così poco? Cioè...lei è una tipa così sofisticata...-
-Ma i fiori la farebbero impazzire. Vedi, nella sua vita ha avuto sempre ragazzi che le facevano
dei regali assolutamente costosi.-

-Io non posso permettermi nulla di troppo costoso, America.-
-E' per questo che lei apprezzerà il tuo regalo più di tutto. Le avrai regalato ciò che potevi
e pur avendoci speso qualche dollaro avrai dimostrato di non essere come tutti gli altri. I fiori poi
non glieli ha mai regalati nessuno ed io credo sia uno dei regali più belli che tu possa farle. 
Un fiore racconta mille cose. Non immagini neanche quanto possa valere per una donna.-

Johnny si lasciò subito convincere dalle parole di America ed annuì convinto.
-Grazie mille! Ah, ti devo un favore!-
-Non mi devi nulla! Solo... trattamela bene!-
-Puoi giurarci.-
Il ragazzo si allontanò per raggiungere la propria aula e pian piano fecero così tutti gli altri.
America entrò nell'aula di arte e prima di rivolgersi alla professoressa, si scontrò con il petto di qualcuno.
La ragazza non cadde ma alzò di scatto il suo sguardo verso quello di un ragazzo che sembrò sorriderle.
-Scusami...ti sei fatta male?- Le domandò il ragazzo dagli occhi azzurri ed i capelli neri.
-Io...no...credo di no.- Balbettò di continuo America, arrossendo dalla vergogna.
Chi era quel ragazzo? Non lo aveva mai visto prima.
-Scusami ancora.- Continuò il ragazzo senza smettere neanche per un attimo di sorriderle.
Era anche piuttosto alto.
-Ma no, non fa niente, sono stata io ad entrare in classe con tale esuberanza.- Disse poi la giovane.
-Oh, signorina Mcklain, finalmente è arrivata.- Le disse la sua professoressa, indicandole 
il suo banco.
-Sì, mi scusi per il ritardo, professoressa.-
-Non importa. Vai al tuo posto, stavo proprio ora presentando alla classe questo nuovo studente.-
America sbarrò gli occhi.
Era lui quindi il nuovo studente di New York?
-Coraggio signor Dallas, si presenti pure ai suoi nuovi compagni.- Continuò la professoressa, dando la parola
al ragazzo che si fece subito avanti.
-Mi chiamo Ray Dallas e vengo da New York. I miei genitori si sono appena trasferiti qui ad Huntington Beach
per questioni lavorative ed io spero vivamente di riuscire a farmi dei nuovi amici. Ah, inoltre, sono felice
di sapere che anche qui potrò studiare la mia materia preferita che ovviamente è arte. Non credo ci sia altro
da aggiungere.- Disse il ragazzo senza smettere neanche per un secondo di sorridere.
Alcune ragazze nell'aula di arte si stavano facendo aria mentre altre erano intente a fissarlo
come se non avessero mai visto un ragazzo in tutta la loro vita.
America era indifferente. Sì, Ray sembrava essere proprio un bel ragazzo ma lì per lì aveva altro
per la testa.
-Benvenuto ad Huntington Beach allora, Ray. Dato che non hai ancora il materiale per iniziare la lezione
ti consiglio di sederti accanto alla nostra signorina Mcklain.- Disse la professoressa mentre
Ray si limitò ad annuire alle sue parole.
Il ragazzo dagli occhi azzurri ed il sorriso travolgente si sedette al fianco di America ed i due
si scambiarono un ennesimo sorriso.
-Professoressa! Io le ho portato il ritratto...- Mormorò improvvisamente America, alzando la mano.
-Oh benissimo...vieni qui e mostramelo.-
La giovane si alzò con tranquillità e si avvicinò alla professoressa dopo aver estratto il ritratto dalla
sua borsa scolastica.
La sua insegnante si occupò di mettere gli occhiali e dopo aver preso il foglio da disegno tra le mani,
iniziò ad osservarlo con soddisfazione.
-I miei complimenti signorina...lei non finisce mai di stupirmi.- Disse la professoressa, aggiungendo
subito un "+" adiacente al nome di America sul suo registro.
-E' inutile che ti dica altro...i lineamenti sono stati fatti alla perfezione.-
America annuì felice alle parole della sua insegnante e tornò al proprio posto, più soddisfatta
che mai.
-Posso vederlo anch'io?- Le domandò poi Ray, curioso.
-Oh, ma certo.- America gli passò il disegno e lui lo osservò con attenzione.
-I miei complimenti...io non avrei saputo fare di meglio.- Disse il ragazzo sembrando
davvero sincero.
-Ma no...ho sentito parlare di te molto bene quindi suppongo che anche tu sia davvero
molto bravo.-
-Può darsi...magari durante la pausa pranzo potrei mostrarti qualche mio disegno.-
-Certo, mi farebbe molto piacere.-
-Okay, allora potrò avere anche l'onore di offrirti il pranzo?-
-Cosa? Ehm...no...non devi, assolutamente.-
-Dai, non fare complimenti. Potrai sdebitarti facendomi un po' di compagnia dato
che qui non conosco nessuno.-
-Beh...se la metti così allora va bene.-
-Andata?- Le domandò ancora il ragazzo.
-Andata.- Rispose America con decisione.
Quel ragazzo le esprimeva molto tenerezza e sembrava essere oltretutto anche molto simpatico.
Avevano trascorso l'ora parlando solo di arte.
Eppure, sembravano avere davvero molte cose in comune.

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