Delle gocce di pioggia si frantumavano sull'asfalto freddo mentre
fulmini e lampi si occupavano di squarciare il cielo e segnare l'inizio
di un nuovo giorno piuttosto tempestivo.
America sobbalzò quella domenica mattina, svegliatasi da un tuono impertinente.
La ragazza restò seduta sul letto, stringendosi alle coperte mentre si guardava
intorno quasi spaesata.
Deglutì quando osservò degli schizzi di pioggia bagnare il vetro della sua finestra
per poi alzarsi dal letto e cercare di ricomporsi.
Aveva un nodo in gola che non le dava l'opportunità di sentirsi come realmente
voleva.
Quella notte non era riuscita a dormire granché ma almeno era riuscita ad addormentarsi
dopo diversi tentativi.
Quel sogno sembrò averle proprio spezzato il cuore.
Era arrivato dentro di lei come un uragano ed aveva sfasciato ogni sua speranza.
Per quanto amava quel ragazzo...doveva ammettere che le faceva male sapere di non
poterlo avere per sempre.
Un giorno si sarebbe dovuta abituare alla sua assenza e lei non era ancora pronta
a lasciarlo andare.
-Buongiorno tesoro mio! Sei pronta per uscire un po'?- Mia era entrata nella sua camera
come una saetta ed aveva interrotto ogni cosa.
America quasi sussultò nel vedere sua cugina così pimpante e piena d'energie di prima mattina,
ma, come poteva biasimarla? Dopotutto, lei era pur sempre Mia.
Quella ragazza era davvero un peperino.
-Oh, no, ti prego. Ho bisogno di dormire.- Sbuffò America, rimettendosi subito a letto
e lasciandosi coprire dalle sue lenzuola profumate.
-Ma è domenica! Che cosa intendi fare, restartene qui a poltrire per tutto il giorno?!- Quasi
la rimproverò la mora, sedendosi sul letto di sua cugina e tirandosi all'indietro i capelli
lunghi e perfettamente lisci.
-Mh, vediamo...restare qui.- Continuò America, facendo finta di pensarci su quando in realtà
già conosceva la risposta che avrebbe dato a sua cugina.
Appunto, la bionda ritornò al di sotto delle sue lenzuola coprendosi persino la testa per
restarsene al caldo con la speranza di esser lasciata in pace.
-Lo avevo immaginato!- Esclamò poi Mia, prendendo le lenzuola a capo del letto di America
cercando di tirargliele via.
-No, lascia le mie lenzuola!- Urlò America, stringendosi sempre di più alle coperte
combattendo quasi come se avesse degli artigli al posto delle unghie.
-Scendi subito da questo letto!- Ribatté Mia, continuando a tirare verso di sé le lenzuola
senza però avere alcun risultato.
Mia era finita col fondoschiena a terra e America aveva ricominciato a sbuffare.
Si era proprio buttata giù e ripromessa di restarsene a dormire senza infastidire nessuno.
Non voleva di certo rovinare la giornata a tutti.
-Ahi! Cazzo, mi hai fatto molto male!- Esclamò Mia, strizzando gli occhi e cercando di rialzarsi
dal pavimento.
-Non è colpa mia se non hai neanche un po' di forza nelle ossa!- Sbottò America mentre
si zittì l'istante successivo.
Che cosa aveva sentito?!
-Mia...hai detto una parolaccia!- La rimproverò sua cugina, inarcando un sopracciglio, sorpresa.
Mia non diceva mai parolacce...l'influenza di Johnny su di lei l'aveva letteralmente cambiata.
-Sì...oddio, ho detto una parolaccia!- Ribatté la ragazza, scioccata almeno quanto la bionda che la stava
ancora fissando come se fosse un alieno.
-Questa Johnny me la paga.- Continuò America, sdraiandosi nuovamente sul suo letto.
-Lascialo stare. Stare con lui è la cosa più bella di questo mondo.- Sospirò la mora, riportando
il suo fondoschiena sul letto.
-Ne sei innamorata?-
-Follemente ed inguaribilmente innamorata di lui.- Mormorò Mia con gli occhi lucidi di chi sembrava
essersi innamorato per davvero.
-E' bello sentirsi toccare da chi si ama, vero?-
America si rese conto solo dopo un po' di averle posto una domanda decisamente assurda.
-Direi proprio di sì. Ma perché me lo chiedi?- Domandò poi Mia, curiosa.
-Oh nulla. Semplice curiosità.- Mentì America, abbassando poi lo sguardo verso il pavimento.
-Sì ma adesso ti va di venire con me a casa di Johnny?-
-Mia, non me la sento. Sono stanca...vorrei solo riposare.-
-Ma non farti sempre pregare!-
-C'è un tempaccio, fuori...-
-Non sarà un semplice temporale a fermarci!-
-Sì, Johnny me la paga cara.-
-Dai, America. Andiamo a casa di Johnny, pranziamo insieme e vediamo qualche film...ci stai?-
-Ti ho già detto di no, Mia. Non insistere.-
-Guarda che ci è rimasto poco tempo per restare insieme! Ti ricordo che il mese sta passando
in fretta ed io dovrei tornarmene in Francia.-
-Au revoir, cousin!-
-America, ci saranno anche October e Erin. Manchi solo tu all'appello, come al solito.-
-Mia, non credo di farcela, non oggi. Ho solo bisogno di riposare.-
-Beh...non posso forzarti se non vuoi ma...nel caso dovessi ripensarci sai dove trovarmi.-
La mora si alzò dal letto mentre i suoi tacchi tamburellavano di continuo sul pavimento.
Anche America si alzò dal letto e si diresse verso la finestra della sua camera per chiuderla
definitivamente.
Quando stava per chiuderla, però, osservò l'auto dei ragazzi parcheggiata proprio dinanzi casa sua.
I finestrini dell'auto erano aperti per metà cosicché la giovane poté sentirli parlare
da giù.
-Johnny, cazzo, ti sei messo a cavalcioni su di me manco se dovessi scoparti!-Urlò Zacky,
facendo scoppiare a ridere sia Matt che Jimmy che si trovava al volante del veicolo.
-Oh sì, fammi tua, Vee!- Continuò Johnny, restando seduto sulle gambe di Zacky mentre Erin
quasi lo fulminò con gli occhi.
-Questo è il mio ragazzo, nanetto!- Ribatté Erin, ridendo e restando seduta tra Zacky, Matt e October.
Fortuna che Johnny liberava un po' di spazio restando spiaccicato addosso a Vee.
Tutti ridevano a crepapelle in quel veicolo mentre aspettavano che America li raggiungesse.
Alla giovane, solo vederli, le fece stringere il cuore.
Era così stanca di trattenersi sempre su tutto o semplicemente evitare ciò che avrebbe
potuto farla sentire meglio.
-Mia...aspetta.- Borbottò improvvisamente la bionda, fermando sua cugina sulla soglia della porta.
-Allora? Ti sei convinta?- Le domandò speranzosa, sua cugina.
-Temo proprio di sì.-
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Toccami l'anima.
FanficAmerica indietreggiò di scatto mentre vide il ragazzo serrare la mascella.In quel momento ebbe l'istinto di allontanarsi il più possibile. Aveva paura che quel ragazzo tanto belloquanto dannato potesse farle del male.-Devi andare via da qui o qualcu...