19° They say that the world was built for two.

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Brian era morto.

Jimmy si svegliò all'improvviso, preso dai suoi attacchi di panico.
Quella notte aveva dormito a casa di October.
I genitori della ragazza erano in viaggio per lavoro e lui ne aveva approfittato
per restare con la sua donna.
Ma quella notte, si era ritrovato col sognare il suo migliore amico.
Loro erano molto di più che semplici migliori amici.
Brian per lui era semplicemente tutto. Suo fratello, sua madre, suo padre, suo zio,
suo cugino, suo nipote, suo figlio.
Da quando se ne era andato, Jimmy, non era stato più lo stesso.
Certo, era il solito James che prendeva tutti per il culo, che scherzava ed ironizzava
su tutto ma...era diverso.
Aveva perso la sua metà.
Tutti sapevano che nessuno avrebbe mai preso il suo posto. Persino Brian che, quella mattina,
lo osservò alzarsi dal letto e fumare una Marlboro.
Jimmy non fumava mai quelle sigarette, le considerava troppo pesanti, ma da un anno a quella parte
si era fatto capace.
Era l'unico modo che gli restava per sentire il suo migliore amico.
Nessuno sapeva che, quel ragazzo, puntualmente tutte le notti finiva col consumarsi
su quel letto piccolo e stridulo della lavanderia che cadeva quasi a pezzi.
Lui continuava ad amare il suo uomo più di ogni altra cosa al mondo. Non avrebbe
mai amato nessuno più di lui.
Come faceva oltre a piangere, ad aspettarlo ancora?
Perché anche se lo negava a sé stesso, Jimmy continuava ad aspettare il suo Brian.
E Brian continuava ad aspettare il suo James.
Persone come loro erano fatte per stare insieme.
Erano persone che insieme condividevano ogni cosa.
Non litigavano quasi mai e, quando lo facevano, finivano col bere ed ubriacarsi insieme
dicendosi quanto si volevano bene.
Era così che funzionava tra di loro.
Così, Brian si sedette sul letto accanto a lui e si accese una sigaretta.
Jimmy sorrideva pensando ai vecchi ricordi con il suo migliore amico mentre aspirava
di continuo quel fumo che sapeva di ricordi.
Stavano fumando insieme e James neanche lo sapeva.
-Cazzo Brian, cosa stai combinando lassù? Stai scopando con qualche angelo?!- Borbottò James
ad alta voce, senza volerlo.
Gates sghignazzò alle parole del suo migliore amico e sorrise, aspirando anche lui del fumo
dalla sua Marlboro.
-Ho trovato l'amore, amico mio. L'avresti mai detto che io, Synyster Gates, avrei mai trovato
la donna della mia vita?-
Continuò Brian consapevole del fatto che Rev non poteva
sentirlo.
Jimmy sorrise ancora come se avesse sentito per davvero le parole del suo migliore amico.
Ma la verità era che Jimmy aveva sentito qualcosa dentro.
-Brian?- Aveva improvvisamente sussurrato, guardandosi intorno come se avesse appena
sentito la presenza del suo migliore amico nella stessa camera.
-Jimmy? Tutto bene?- Gli domandò improvvisamente October, assonnata.
-Sì...tutto bene.- Rispose il ragazzo, strofinandosi gli occhi.
Gli mancava proprio tanto quel disgraziato.

***

Johnny aveva finalmente smesso di bere.
Da quando aveva conosciuto Mia, la sua vita era cambiata totalmente.
Aveva imparato ad amare e ad apprezzare a sua volta le piccole cose
ed i gesti più inaspettati.
Matt trascorreva i suoi giorni a fissare quel documento che attestava la sua borsa
di studio per andarsene a studiare lontano dalla Black Rose, Zacky e Erin avevano addirittura
pensato di sposarsi e America trascorreva le sue giornate con Brian.
Con lui, tutto sembrava prendere una piega diversa.
Brian era entrato a far parte della sua vita come uno di quegli uragani che America
continuava ad avere dentro di sé.
Aveva colmato tutti quei vuoti che si era creata inutilmente ed ora aveva imparato
a vivere dei sorrisi del ragazzo così come lui viveva dei suoi.
Insieme, si completavano.
Erano il pezzo mancante che stavano cercando da sempre.
Il loro puzzle, era finalmente concluso.
Brian non poteva toccarla, certo, ma poteva fare tantissime altre cose, no?
Tipo, imboccarla.
-E dai, tua madre ha preparato questa minestra con tanto amore, non oserai mica deluderla spero!- Esclamò
il ragazzo, adagiando di continuo quel cucchiaio contro le labbra della ragazza.
-No...fermo, non ci penso neanche a mangiare quella brodaglia!- Ringhiò America mentre salì in piedi
sul suo letto, cercando di difendersi con un cuscino.
-Certo che sei proprio una ragazza irrispettosa, Mcklain! Non me lo sarei
mai aspettato da te un comportamento simile.- Scherzò il ragazzo, restando con i piedi
sul pavimento mentre cercava ancora di stuzzicare America ed infastidirla in qualche modo.
La verità è che lui amava stuzzicarla. In quel momento si rendeva sempre conto di quanto
fosse sincero e limpido il suo sorriso.
America aveva iniziato a vivere.
Una persona morta era riuscita a farla vivere ed ancora non riusciva a crederci.
-Porta via quella roba da qui!- Continuò la ragazza, abbozzando subito un sorriso ma difendendosi
con il suo cuscino di seta.
America finì di urlare quando avrebbe dovuto iniziare.
Brian aveva fatto accidentalmente scivolare il cucchiaino ed il piatto sul letto della
ragazza così da farla diventare rossa dalla rabbia.
-Guarda qui che hai combinato! Dio, Brian, sei impossibile!- Urlò la ragazza con rimprovero,
posizionandosi le mani sui fianchi.
-Ops, giuro che non l'ho fatto apposta!- Ridacchiò poi Gates, alzando le mani in alto.
-Sei losco! Te ne stai approfittando solo perché io non posso colpirti!-
-E così, se potessi toccarmi, mi colpiresti?-
-Diritto in faccia e se necessario anche ai gioielli di famiglia!-
-Io ti colpirei in un altro modo, Mcklain.- Sorrise Brian con malizia, facendo arrossire
la povera giovane che, pensandoci bene, avrebbe sprecato il suo tempo a baciare quel ragazzo
che tanto le piaceva.
Diavolo, che cosa le stava succedendo? Di chi aveva osato innamorarsi?
-Adesso mi aiuti a ripulire tutto questo schifo prima che torni mamma e se la prenda con me!- Si lamentò
America, indicando il suo letto e le lenzuola ormai ricoperte di quella brodaglia verde che sembrava
essere a dir poco disgustosa.
-Ah, no grazie. So che puoi farcela anche da sola ed io sarò qui ad offrirti tutto il mio appoggio!-
Ghignò Brian, sedendosi al solito posto, sulla scrivania.
-Non ci contare! Sai di avermi appena messo nei casini?-
-E tu sai di essere terribilmente sexy quando ti arrabbi?-
America sbuffò alle parole del ragazzo e lo incenerì con un solo sguardo.
Quanto avrebbe voluto tirargli un ceffone in pieno viso ed eliminare quello sguardo
di presunzione che continuava ad avere quando voleva prendersi gioco di lei innocentemente.
-Dai Brian, vieni ad aiutarmi!-
-Ma lo sto già facendo!-
-E così, starsene lì con le gambe incrociate e le braccia conserte significherebbe aiutare qualcuno
che sta per essere strangolato dal proprio genitore?-
-Ma io sto facendo il tifo per te! Forza America, so che puoi farcela!- Applaudì il ragazzo
con il suo solito sorrisino beffardo stampato sul volto.
America quella volta aveva davvero desiderato di strozzarlo.
E lo aveva desiderato ancor di più nel momento in cui sua madre entrò in camera
ed osservò tutto quello schifo appiccicato sul pavimento e sulle lenzuola del suo letto.
-Oh mio Dio, America, ma cosa stavi cercando di fare?!- La urlò sua madre, facendola sussultare.
Brian era appena scoppiato a ridere, piegandosi in due come un ragazzino dopo aver fatto una piccola burla.
-Ehm...scusami mamma, sono inciampata e la minestra si è sparsa un po' ovunque...- Mentì la ragazza,
cercando di sembrare abbastanza convincente agli occhi di sua madre.
-Rimetti subito in ordine questa camera e comunque...il pranzo è pronto.-
Quel giorno America non era andata a scuola. A dire il vero, nessuno studente era andato
alla V.
Stavano tutti scioperando per delle ingiustizie contro la società odierna e lo Stato ma il resto
delle persone aveva deciso di restarsene a casa a poltrire.
America non faceva parte dei rappresentati dell'istituto e pensò bene che un giorno
di pausa sarebbe stato l'ideale per riposare un po'.
Come non detto, doveva esserci uno spirito ribelle a capovolgerle la situazione come al solito.
La signora Mcklain uscì dalla camera chiudendosi la porta alle spalle e tutto quello che continuava
ad udire America, erano le risate di Brian che la stavano a dir poco irritando.
Ma non riuscì ad arrabbiarsi con il ragazzo.
Aveva i lacrimoni agli occhi per aver riso troppo ed aveva le guance che erano diventate quasi
come due rose rosse.
Poi, mentre America cercò di ripulire tutto quello schifo, Brian era sceso dalla scrivania ed aveva
trovato al di sotto del letto, una lettera aperta.
Era sempre la stessa.
Quella che avrebbe portato via per sempre la sua piccola America.
-Oh...questa deve esserti caduta.- Disse il ragazzo mentre lei osservò per un po' la busta aperta,
leggendone il destinatario.
Quella scuola. La scuola dei suoi sogni. Significava davvero tutto per lei.
Il suo cuore sarebbe potuto sgretolarsi e spezzarsi da un momento all'altro mentre continuava
ad osservare la busta bianca ed un po' mal ridotta.
Ma la giovane fece un qualcosa che aveva pensato di fare giusto da pochi istanti.
Prese di scatto la busta dalle mani del ragazzo e la osservò con attenzione.
Brian aveva appena riportato il suo sguardo verso la finestra, sospirando.
Lei continuava a stringere la busta tra le sue mani mentre la osservava con decisione.
Tutto il suo futuro...in quel misero pezzo di carta.
-Beh...- Sussurrò America, strappando improvvisamente la lettera e la busta in tanti piccoli
pezzettini dinanzi agli occhi sgranati del ragazzo.
-Non credo di averne più bisogno.- Continuò la ragazza, lasciando scivolare dalle sue mani quei
pezzettini di carta bianca inchiostrati di nero.
-Ma che fai, America?! Sei forse impazzita?- La rimproverò Brian, inginocchiandosi e prendendo quei pezzetti di carta
frantumati sul pavimento freddo.
-No...ho semplicemente scelto te.- Sussurrò ancora America, convinta di ciò che aveva osato fare.
-Hai appena infranto i tuoi sogni, America. Sei sicura di quello che stai facendo?- Continuò Brian, alzandosi
nuovamente ed inchiodando i suoi occhi a quelli sinceri della ragazza.
-A dire il vero l'unica cosa che ho infranto è quel pezzo di carta.- Annuì la ragazza, sorridendo
a Brian che quasi non poteva credere alle parole di America.
-Hai scelto di stare con me anche se sai che non sarà per sempre?- Le domandò il ragazzo,
inarcando un sopracciglio restando sorpreso.
-E chi lo dice che non potrà essere per sempre?- Ribatté America, facendo sanguinare
il cuore del ragazzo.
Entrambi sapevano che sarebbe arrivata la loro fine ma non volevano pensarci. Volevano
viversi giorno dopo giorno e lo avrebbero fatto ancora e ancora.
-Allora non lasciarmi andare.- Sussurrò Gates, con il cuore tra le mani.
-E' strano, sai? Prima pensavo di avere tutto ed ora invece...mi sono resa conto del fatto
che mi mancava la parte più importante di me stessa.-
-Io invece sono stato così stupido da pensare che avrei potuto essere io a salvare
la tua vita...ma poi mi sono reso conto che tu sei riuscita a salvare quella che io non ho mai avuto.-
Le parole di Brian restarono incise nel petto della ragazza mentre cercava di ricominciare
a respirare.
-Mi aspetterai quando dovrai andare, vero?- Gli domandò America con le lacrime agli occhi.
Brian avrebbe tanto voluto accarezzarle il viso.
Ma non poteva.
-Sai che lo farò.- Le rispose lo spirito a sua volta, sorridendole.
In quell'istante, America aveva semplicemente preferito strappare quel foglio di carta
anziché lasciare che le si spezzasse il cuore.
Aveva fatto una scelta e l'aveva fatta perché era ciò che sentiva.
Voleva stare con Brian.
Tutto intorno a lei sembrò colorarsi da quando c'era lui nella sua vita.
Non aveva più lasciato che le ombre la facessero ammalare.
Aveva imparato ad innamorarsi e ad amare con la facilità nello stesso modo in cui dipingeva
le sue rose di viola.

Toccami l'anima.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora