18°And if somebody hurts you, I wanna fight.

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Quella domenica mattina America si svegliò con le lacrime
agli occhi.
Si guardò intorno dopo essersi strofinata gli occhi e notò
la sua camera così vuota e spenta da farle paura.
Ciò che le era accaduto con Brian le era rimasto dentro a tal
punto da bloccarle il respiro.
Così, quella mattina decise di chiamare sua cugina Mia e di chiederle
almeno di trascorrere un po' di tempo insieme per andare a messa.
America era credente e sperava tanto che con una preghiera potesse
riuscire ad aiutare Brian nel suo intento.
Perché lei, pur sentendo di provare dei forti sentimenti nei confronti
del ragazzo, sapeva che lui non sarebbe potuto restare con lei per sempre.
Così, America e Mia entrarono in chiesa e si sedettero su una delle panchine
in legno inginocchiandosi dinanzi a Dio con devozione.
America pregò affinché Brian potesse trovare la sua strada e riposare
in pace.
Si stava rassegnando pian piano all'idea di non poterlo avere anche
se la situazione stava peggiorando sempre di più.
Quei due ragazzi erano finiti davvero con l'innamorarsi ed ora non avrebbero più
saputo come uscirne.
America non mangiò nulla tutto il giorno e non aveva voglia di fare nient'altro
che starsene a letto.
Mia aveva un appuntamento con Johnny e sua cugina le aveva semplicemente detto
di voler restare a casa a studiare.
La verità era che America stava facendo i conti con tutti i dolori cicatrizzatisi
nel suo cuore.
Non sapeva più cosa fare, né cosa pensare.
Era diventata immune ad ogni cosa e quasi aveva paura di rivedere Brian per guardarlo
negli occhi.
Lo amava così tanto e lo aveva capito solo nel momento in cui stava facendo a pugni
con la realtà.
E restare nel letto a consumarsi era ciò che sembrava fare meglio.
Non aveva di certo alternative. Avrebbe fatto di tutto pur di tenere Brian lontano
da lei ma ben presto, si rese conto di esserci già dentro fino al collo.
Per quanto cercasse di stargli lontano, prima o poi, le sarebbe sempre venuta la voglia
di averlo lì, accanto a sé.
Era tutto così strano ma cercava comunque di non sentirsi una pazza, come magari l'avrebbero
potuta etichettare le altre persone.
Lei non poteva vedere i fantasmi, in realtà.
Lei poteva vedere solo Brian.
Perché il mondo con lei doveva funzionare all'incontrario?
Tuttavia, America quel giorno pensò a tante cose.
Pensò a quante volte aveva cercato di dare importanza alle persone che ritornavano
o alle persone che avevano preferito prenderla in giro mentre...aveva sempre seppellito
chi aveva cercato di restarle accanto.
Chi non l'aveva mai lasciata sola per davvero.
Chi alla fine, non era mai realmente andato via.
E' questo lo sbaglio che compiono i giovani al giorno d'oggi. Dare tutto per non ricevere niente.
Sentirsi appagati da chi riesce a vivere anche senza di loro.
O semplicemente frantumarsi tra le braccia di persone per le quali, pensandoci bene, non ne vale
neanche la pena.
Brian invece...ne valeva la pena eccome.
Era stato l'unico a riuscire a toccarla dentro così tanto da farla sentire macchiata.
America si era macchiata di lui come quei fiori che continuavano a macchiarsi di pittura.
Per un attimo, si era sentita come quella rosa viola che le aveva dato Brian.
Macchiata.
Aveva pensato anche quel giorno che se solo lui l'avesse stretta tra le sue braccia, si
sarebbe lasciata andare.
Avrebbe pianto tra le braccia tatuate di quel ragazzo e non se ne sarebbe vergognata.
Era solo consapevole del fatto che lui l'avrebbe sempre ascoltata senza mai andarsene o abbandonarla.
Lui poteva vedere attraverso le sue cicatrici così come lei poteva vedere attraverso i suoi occhi.
America si alzò poi dal letto e si guardò allo specchio osservando i suoi occhi arrossati.
"Dai, cretina. E' solo amore...", disse a sé stessa facendo quasi fatica a sorridersi.
Improvvisamente, dopo qualche istante, il suono del suo cellulare la fece sussultare.
Non aveva voglia di sentire nessuno ma non voleva neanche che gli altri si preoccupassero
per lei, così, prese subito l'aggeggio tecnologico dal comodino e rispose alla chiamata
di Zacky.
-Pronto?-
-America! Ti ci è voluto un po' per rispondere, che stavi facendo?-
-Oh ciao Zacky, nulla di importante a dire il vero.-
-Stai bene?-
-Sì...sì, sto benissimo. Tu?-
-Benone. Ti ho chiamata per chiederti se ti andasse questa sera di venire ad una
festa.-
-No, grazie Zacky. Quella era stata la prima ed ultima festa a cui avrei partecipato.-
-Ma dai, non parlerai sul serio...-
-Sono serissima, Vee.-
-E dai, siamo tutti lì. Abbiamo persino convinto tua cugina a parteciparvi!-
-Mya verrà ad una delle vostre feste alla Black Rose?!-
-Sì. L'ha convinta Johnny. A volte l'amore fa miracoli.-
-Senti, non voglio sentire parlare d'amore in questo momento.-
-Forse stasera potrai incontrare la tua anima gemella!-
-Zacky, sta zitto!-
-Io penso che tu non abbia paura di amare, America. Al contrario, tu hai paura
di non essere amata.-
-Vaffanculo, Vee.-
-Cazzo, non ti avevo mai sentito parlare in questo modo. Stiamo facendo progressi, eh?-
-Zacky, vuoi continuare ad urtarmi oggi?-
-No, voglio solo che tu venga con noi alla festa stasera.-
America sospirò
A questo punto, non aveva più alternative.
-Dov'è la festa?-
-A casa di Erin. Alle dieci.-
-Ci sarà dell'alcool?-
-Fiumi di alcool.-
America accettò l'invito di Zacky e riattaccò la chiamata.
Bere per dimenticare non le avrebbe fatto male.



























***



















America si era vestita di tutto punto.
Aveva indossato uno di quegli abiti che non sapeva neanche di avere
nell'armadio e con esso, un paio di tacchi alti e vertiginosi.
L'abito in questione era nero con delle pagliuzze d'argento sulla vita e
sembrava essere anche piuttosto corto.
Non esageratamente ma...riusciva a mettere in risalto le sue belle gambe.
Quella sera, voleva proprio fare una botta di vita.
Brian non si era fatto vedere tutto il giorno e Jimmy si era preoccupato
di andarla a prendere a casa e sorbirsi gli avvertimenti del padre.
Il signor Mcklain non aveva osato minimamente dire qualcosa di cattivo a Jimmy.
Semplicemente, lo guardò con attenzione e gli disse : "non farle bere nulla di alcolico,
tienila lontana da qualsiasi ragazzo si fermi troppo a guardarla, deve tornare a casa per
mezzanotte. Tutto chiaro, spilungone?"

America avrebbe voluto sprofondare dalla vergogna ma Jimmy era stato così buono
da annuire a tutte le parole di suo padre e sorridere di continuo.
La aveva aiutata a non farla sentire troppo a disagio per le parole colme
di apprensione di suo padre ed ora gliene era infinitamente grata.
Poi arrivò dinanzi alla casa in cui si stava svolgendo la festa e, come al solito,
l'istinto di tirarsi indietro continuava a premerle dentro.
-Non posso credere al fatto che io abbia accettato di venire qui...- Si lamentò America mentre
veniva guidata da Jimmy verso l'abitazione.
-Devi semplicemente far finta di vivere in questo posto. Sii spigliata, ribelle, fai ciò
che non avresti mai pensato di fare ad una festa. Divertiti, bevi, eccedi. Non troppo, altrimenti
tuo padre me ne darà di santa ragione.- Ridacchiò poi il ragazzo, facendo ridere anche America.
-Sai qual è il vero problema qui, Jimmy? E' che io non sono nulla di tutto questo.-
-Neanche io ma...devi pur sapere adeguarti alle situazioni. Un po' di birra?-
-Okay.- Rispose semplicemente la ragazza mentre entrò nella casa e si sentì frastornare
dalla musica a tutto volume.
Jesus of Suburbia dei Green Day, continuava a rimbombare ovunque mentre tutti ballavano
e bevevano come non mai.
Ormai, la ragazza aveva ben capito che le feste della Black Rose sembravano essere le più
disastrose e caotiche in assoluto.
-Cazzo America, sei venuta!- Esclamò improvvisamente Erin, allungando un braccio verso
la sua amica ed abbracciandola.
-Cosa?- Ribattè la ragazza, riuscendo a sentire solo la musica che continuava a premerle
nelle orecchie.
-HO DETTO CHE SONO FELICE CHE TU SIA VENUTA!- Ripetè Erin, alzando la voce mentre
America si limitò ad annuire facendo finta di aver sentito l'amica.
Erin era davvero splendida con quel vestitino bianco a tubino ed il trucco nero che
le incorniciava gli occhi.
Era molto più alta del solito quella sera perché aveva indossato dei veri e propri
tacchi da T-rex ai piedi.
Tuttavia, era davvero bellissima.
-Ehi America, vieni qui.- America riuscì a sentire le urla di James e prendendogli
una mano, si immerse con lui nella folla per raggiungere gli altri.
-Cazzo Clark e smettila di farti le pippe mentali!- Esclamò James ad un suo amico, facendo
ridere America che si limitò comunque a seguirlo.
Jimmy era proprio un amicone.
Usciti dalla folla, i due si ritrovarono dinanzi a Matt e a Zacky che stavano bevendo
della birra e fumando.
-Oh cazzo, America. Allora sei venuta!-
-Cosa?- Ribatté ancora la ragazza alle parole di Zacky.
-HO DETTO, ALLORA SEI VENUTA!-
America portò un pollice in su dinanzi agli occhi color acqua marina di Zacky e questa volta,
era riuscita a sentire.
Matt le aveva fatto spazio tra di loro e America non poté fare altro che sedersi.
-Dov'è Mia?- Domandò la giovane a Matt.
-Sarà con Johnny nei dintorni. Ti va di ballare?- Le domandò poi Matt, sorridendole nella
speranza di aiutarla a sciogliersi.
-Oh beh...va bene.- Matt prese una mano di America e la portò con lui sulla pista da ballo.
I due ballarono insieme con divertimento mentre le persone ubriache e non, continuavano
a spingerli.
Proprio quando America stava iniziando seriamente a divertirsi però, osservò
dietro alle spalle di Matt la figura di Brian che le fece sbarrare gli occhi.
Brian la stava osservando con rimprovero e lei quasi aveva avuto paura di avergli fatto
del male.
Non perché stava ballando con uno dei suoi migliori amici...ma perché aveva accettato
di volerlo dimenticare.
Poi, sempre improvvisamente, Brian sparì.
-America, tutto bene?- Matt aveva notato che la ragazza aveva abbassato lo sguardo
e stava rallentando sempre di più.
Non si muoveva più con grinta come aveva fatto fino a qualche istante fa.
-Oh...s-sì. Tutto bene, scusa...è che...-
-Cosa?-
-Tu hai mai amato per davvero una persona?- Gli domandò America, curiosa mentre continuava
a muoversi a ritmo con il ragazzo.
-Sì. E' accaduto molto tempo fa ma...temo di sì.-
-Davvero?-
-Già.-
-E...ho avuto il piacere di conoscerla?-
-No, non credo che tu possa conoscerla neanche se lo volessi.-
-Oh...mi dispiace Matt...io...non volevo.-
-Scherzi? Non hai fatto nulla di male. Si chiamava Valary. Cazzo, quanto la amavo.
Poi, una brutta malattia me l'ha portata via per sempre.-

-Non devi sentirti costretto a parlarmene se non vuoi, Matt.-
-Non mi sento costretto. E' che i tuoi occhi sono così rossi...cazzo, tu ti sei innamorata, America.-
-Si nota così tanto?- Arrossì la ragazza mentre Matt le sorrise.
-Io l'ho notato solo ora. Hai gli occhi che avevo io un paio di anni fa.-
-Allora tu...sai dirmi se si può sfuggire all'amore? Si può scappare da esso?-
-Perché vuoi scappare dall'amore, America? E' una cosa così bella.-
America rimase stupita dalle parole del ragazzo. Come poteva dire una cosa del genere
una persona a cui era stata strappata via la sua anima gemella?
-Pensi ancora che l'amore sia una cosa così bella?- Gli domandò America, sorridendo con stupore.
-Certo. Se non l'avessi mai incontrata, non avrei mai saputo cosa fosse l'amore. Non avrei
mai imparato ad amare e sarei diventato uno come tutti gli altri della Black Rose. L'amore
ti cambia...è questo il motivo per cui non puoi sfuggirgli.-

La giovane rifletté molto sulle parole di Matt ed aveva deciso di abbracciarlo.
Sapeva che in fondo, se Matt era da sempre stato una persona così riflessiva e matura era anche
per un avvenimento particolare che gli aveva cambiato la vita.
-E questo a cosa lo devo?- Le domandò Shads, mostrandole i suoi grandi occhi verdi.
-Per essere stato sincero ed aver cercato di aiutarmi.- Rispose America, abbracciando ancora il ragazzo
che si lasciò stringere.
Tra lei e quei ragazzi era ormai nata una grande amicizia.
Dopo essersi scatenati sulla pista da ballo, America e Matt tornarono dagli altri e mangiarono
qualche stuzzichino.
America decise di salire al piano di sopra dell'abitazione di Erin per raggiungere il bagno
e ripulirsi da tutto quel sudore che continuava a bagnarle il viso.
La ragazza aprì la porta del bagno e cacciò un urlo nel vedere Mia pomiciare con Johnny.
-Mia!- Urlò America, osservando i due ragazzi seduti a terra a sbaciucchiarsi mentre sua cugina
era in intimo.
-Oh cazzo, America!- Ribatté Mia, coprendosi con un lembo del suo vestitino tutto pailettato.
-Okay, io non ho visto niente.- Continuò la bionda, posizionandosi una mano dinanzi agli occhi mentre
sentiva Johnny sgignazzare.
America si chiuse subito la porta alle spalle e l'istante seguente, scoppiò a ridere anche lei.
Dio prima li fa e poi li accoppia.
Ghignando, America decise di scendere al piano di sotto ma venne presto bloccata da due enormi
braccia che la fecero fermare.
Era Dave.
-Oh...che piacere rincontrarti, biondina.- Le disse il ragazzo mentre America era ormai riuscita
a ricordare dove aveva già visto quel ragazzo...























-E tu chi sei?-
-Dave è pericoloso. E' uno degli stupratori più noti nella zona...digli che stai con Jimmy e non
ti farà del male.-
-Ehm...io sono con Jimmy. Carina la festa...davvero, niente male.-
-Ah, sei con Jimmy? Strano, non mi ha mai parlato di te.-
-Digli che vi siete conosciuti alla festa di Johnny. Vedrai che ti lascerà andare.-
-L'ho conosciuto alla festa di Johnny...mi ero divertita molto lì. Spero di fare lo stesso anche
qui, ovviamente.-
-Ti divertirai e come, bellezza. Se hai bisogno di me, mi trovi dentro.-
-Okay, via libera.-
-Ma Brian...davvero avrebbe rischiato di violentarmi o roba del genere?-
-Sei un viso nuovo qui alla Black Rose. Non ci avrebbe pensato due volte.-


























America sbattè più volte le palpebre degli occhi, incredula.
Si ritrovava dinanzi ad una persona pericolosa e non sapeva cosa fare.
La giovane decise di non rispondere mentre rimase immobile senza riuscire
a muoversi.
-Cosa c'è tesorino? Il gatto ti ha mangiato la lingua?- Continuò quel Dave con un sorrisino
a trentadue denti che le stava facendo venire voglia di scappare via per sempre.
Ma lei doveva cercare di tenere duro.
Non doveva farsi vedere così spaventata o sarebbe stata la sua fine.
-No, come vedi so ancora parlare.- Sbottò America, cercando di sembrare una ragazza
abbastanza prepotente.
-Mh, per me è un vero piacere rincontrarti. Ti ho visto prima sulla pista
da ballo con Matt...non ho potuto fare a meno di eccitarmi.-
America si sentì nauseata dalle parole di Dave che stava cercando un modo abbastanza
efficace per divincolarsi.
Nel frattempo, Brian era lì, accanto a lei.
Per un attimo America iniziò a sentirsi meglio ma l'istante seguente si rese
conto del fatto che lui non poteva strattonarlo via.
Ed era questo quello che continuava a farlo sentire male. Brian aveve un'espressione
sul viso a dir poco spaventosa.
Stava respirando quasi a fatica.
-Che ne dici di divertirci un po' insieme, biondina?- Continuò Dave, facendo spaventare
sempre di più America che cercò di spingerlo via, inutilmente.
Dave l'aveva appena incastrata contro la parete del corridoio.
-Lasciami andare!- Urlò America più spaventata che mai mentre il ragazzo continuava
a riderle in faccia.
-Cazzo! Cazzo! Cazzo! Lasciala andare, figlio di puttana!- Urlò poi Brian, perdendo
il controllo di sé stesso mentre più volte, stava cercando di colpirlo.
Brian sferrava dei pugni continui contro Dave che però rimase sempre lo stesso.
-Lasciami ti ho detto!- Continuò ad urlare America, tremando di continuo.
-Dai, adesso giochiamo un po' insieme.- Disse poi Dave con malizia mentre Brian
stava dando di matto.
Quanto avrebbe voluto spingerlo via da lei ed aiutarla.
Ma lui non poteva.
Le sue mani non erano più fatte per toccare le persone.
America continuava ad urlare terrorizzata mentre Dave stava per immettere le sue mani
al di sotto del suo vestito.
-Io giuro che ti ammazzo! Tieni giù le mani da lei!- Gates aveva iniziato a stringere le mani mentre
non poté fare altro che arrendersi.
Brian fece scivolare la sua schiena sul muro mentre stava osservando quel pezzo di merda
che stava cercando di scoparsi la donna della sua vita.
Le vene sulle sue mani erano diventate improvvisamente blu ma non riusciva in alcun modo
a voltarsi.
Continuava ad osservare America mentre stava quasi per scoppiare in lacrime e quel bastardo
di Dave che non faceva altro che importunarla e ferirla.
Brian avrebbe voluto rompere tutto ma era diventato così debole da non riuscire a fare neanche quello.
Anche il più grande idiota sarebbe riuscito a capire dallo sguardo di Brian che stava morendo
per la seconda volta.
Voleva aiutare la donna che amava ma non poteva farlo.
Era inerme a qualsiasi cosa e doveva semplicemente restare a guardare la scena, odiandosi di continuo.
Non era mai arrivato al punto di sentirsi debole fino a quel punto ma ora aveva davvero capito
che poteva solo restare lì a guardare la scena e a guardarla soffrire.
Mani sporche. Mani sporche continuavano a toccarla mentre lui non poteva neanche godere di quel
privilegio.
Al contrario, c'erano stati altri uomini che meritavano più di lui di sentire la sua bella pelle.
In quell'istante, non sapeva proprio cosa gli facesse più male.
Sapeva solo che si era alzato di scatto dal pavimento quando vide Zacky spingere via Dave dal corpo
di America per prenderlo a pugni.
Mia e Johnny erano usciti dal bagno e la ragazza era appena corsa verso
sua cugina per coprirle il corpo nudo.
-Ti sei divertito abbastanza con lei, vero?- Urlò Vee, incazzato come non mai, sferrando
dei continui colpi contro Dave che non riusciva più a parlare.
I ragazzi salirono tutti al piano di sopra e con loro, c'erano anche Erin e October.
America stava piangendo e Mia era riuscita a coprirle il corpo con qualche lembo
del suo vestito ormai strappato.
-Zacky! Basta, calmati adesso...- Matt riuscì ad allontanare Vee dal corpo di Dave mentre
gli altri si avvicinarono subito ad America, preoccupati.
-America, cazzo, ecco perché non tornavi più dal bagno!- Notò Jimmy, accarezzando il viso
della ragazza.
-Zacky, lo hai quasi massacrato...credo che ora ci penserà due volte prima di far del male
a qualcun'altro.- Spiegò poi Johnny, allacciandosi la cintura dei pantaloni.
-Guardate qui che cosa è successo per colpa di questa stupida festa!- Urlò improvvisamente October,
spaventata.
-Ehi...piccola...- Jimmy provò ad abbracciarla ma lei lo spinse via.
-No! E' tutta colpa di queste feste di merda che si organizzano qui alla Black Rose! E' tutta
colpa della Black Rose!- Continuò October più spaventata che mai.
-Mi duole ammetterlo ma October ha ragione. Questo posto non farà altro che distruggerci giorno
dopo giorno e far del male alle persone che più ci amano.- Rifletté poi Matt.
-Okay. Niente più feste alla Black Rose. Niente di niente. Adesso portiamo fuori di qui questo parassita
ed andiamocene.- Borbottò poi Jimmy, indicando Dave.
I ragazzi presero Dave e lo trascinarono giù per le scale, portandolo poi fuori dall'abitazione.
Intanto, Erin, Mia e October erano rimaste con America per cercare di tranquillizzarla.
Brian era lì.
Si era seduto di nuovo sul pavimento con la testa tra le mani e sentiva le ragazze
provare a consolarla.
Avrebbe dovuto impedirle di andare a quella festa.
-I ragazzi pensavano di farti uscire un po' dal guscio ma nel modo sbagliato, devi scusarli.- Le sussurrò
Erin, tenendole una mano.
-No...non è colpa loro. Sono stata io ad essermi allontanata.- Continuò America, singhiozzando.
-Dave non ti ha...ecco...come dire...-
-No, October. Non lo ha fatto.- Rispose ancora America.
-Coraggio tesoro, adesso torniamo a casa. Ci siamo noi qui con te.-
America appoggiò la testa all'entrata della cucina cercando di riprendersi.
Forse, le aveva fatto più male vedere Brian cercare di aiutarla in tutti i modi ma senza riuscirci.
Per lei, lui non aveva fallito come credeva.
Le era rimasto accanto ancora una volta, per tutto il tempo.

































***














Con la lezione di quella notte, i Sevenfold decisero di vivere
una vita più dignitosa di tutti gli altri alla Black Rose.
Mia aveva chiesto al signor Mcklain di far restare America a dormire all'hotel
quella notte così da farle compagnia.
America trascorse tutta la nottata a piangere e Mia aveva cercato di consolarla.
Quando sua cugina si addormentò, la bionda riaprì gli occhi dopo aver fatto finta
di dormire per non farla restare sveglia per tutta la notte.
Era corsa nel bagno dell'albergo e stava chiamando più volte il nome di Brian.
Finché poi, il ragazzo, non attraversò la porta.
-Brian...-
-Amore mio, come ti senti?- Brian si era lasciato scappare quelle parole
di bocca che avevano colpito il cuore di America come dei colpi di cannone.
-Come mi hai chiamata...?-
-Oh...no, lascia perdere, davvero.-
-Mi hai chiamata..."amore mio"...-
America stava sorridendo.
-Sì, ma non prenderla troppo sul serio. Mi è sfuggito.-
-E' stata la cosa più bella che avresti mai potuto dirmi...lo sai?-
-Davvero? Cioè...non ti sei spaventata?-
-No...non mi sono spaventata, Brian.-
-Perdonami per questa sera. Avrei dovuto evitare di farti andare a quella festa.-
-Va tutto bene, Brian. Sto bene, vedi?-
-Sì, dopo aver pianto l'anima.-
-Davvero...mi sento meglio ora, avevo solo bisogno di sfogarmi.-
I due ragazzi si erano inginocchiati sul pavimento, l'uno di fronte all'altro.
-Sono stato un incapace...dovevo tenerlo lontano da te il più possibile. Giuro
che lo avrei ucciso.-
-L'importante è che ora sia tutto passato, Brian.-
-America...io...-
-Tu?-
-Resterò qui con te fin quando non ti addormenterai. Come sempre, promesso.-
-Non devi fare queste promesse. Sei rimasto con me per tutto il tempo ed è stato
un gesto nobile da parte tua.-
-Ti prego...io ho bisogno di sapere cosa stai pensando...-
-Io...Brian...io...ti...-
Brian aggrottò le sopracciglia, speranzoso. Poi, deglutì.
-Io ti...- Ma America non riuscì a dire quelle due fantomatiche paroline.
Non ci riuscì in alcun modo.
-No, non sforzarti, ti prego. Io voglio che tu me lo dica quando sarai realmente pronta.-
America annuì alle parole del ragazzo, sorridendogli.
Ma lui si tenne il naso tra le mani sciolte mentre chiuse gli occhi.
-Cristo...ho davvero avuto paura che avrebbe potuto farti del male.- Borbottò Gates, dolorante mentre
due lacrime gli avevano appena rigato il viso.
America restò scioccata dalla reazione così profonda del ragazzo che quasi avrebbe voluto
abbracciarlo e stringerlo al suo petto per tranquillizzarlo.
Nessuno aveva mai dimostrato così tanto di tenerci a lei.
-Brian ma cosa...-
-Cazzo...ho avuto davvero paura.- Ammise Gates, mentre cercò di asciugarsi quelle due gocce
di rugiada che gli bagnarono il viso.
Fu in quell'istante che America capì tutto.
Brian l'amava e glielo stava dicendo con quelle lacrime amare che non aveva mai versato
prima di quell'istante.
Brian non piangeva mai per nessuno.
Brian aveva pianto solo per lei.






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