Il primo giorno

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Mi chiamo Dafne, ho 16 anni e vivo con mio padre. Mi sono trasferita in questa stupida città dopo che mia madre è morta. Dicono che è stato un incidente, ma io so che è stato mio padre. So che lui l'ha drogata e buttata nel fiume, so che non è annegata da sola. Nel suo cadavere, dopo l'autopsia, dicono di non aver trovato nulla, assolutamente nulla, nessuna droga, nessun alcolico. Allora mio padre come l'ha uccisa? Semplice, le ha messo un sacchetto in testa e l'ha affogata in quello stupido fiume. La polizia non l'ha interrogato neanche. Ha recitato talmente bene la parte del vedovo sofferente che gli hanno creduto.

Ho provato più volte a chiedergli dov'era quella notte, ma non mi ha mai risposto con la scusa che gli faceva troppo male pensare alla morte di mia madre. Quel coglione finge troppo bene. Lo odio tantissimo, fa schifo. Assomiglio molto a mia madre, troppo secondo lui, e lo usa come scusa per toccarmi. Ho i capelli neri e la pelle pallida, e due occhi verdi che spiccano.

Oggi, mentre lui ancora dormiva, ho deciso di uscire di casa per andare a scuola, ma si è accorto quando stavo aprendo la porta di casa.

Lui: "dove vai vestita così? Sembri una puttana"

"Papà dai non dire così, ho solo una gonna di jeans nera e un maglione rosa" A queste parole mi si avvicina e inizia a toccarmi il viso, mi accarezza e poi sposta la mano sul mio seno. Con l'altra mi sta palpeggiando il culo già da un po'. Sto stronzo.

Adesso la sua bocca è sul mio collo e mi sta alitando addosso con la voce roca di chi si è appena svegliato, che rende il tutto più inquietante: "Piccola mia, non vorrai che qualcuno si approfitti di te, giusto?" Sono pietrificata, per questo non gli rispondo. Sento la sua mano in mezzo alle mie cosce che cerca di penetrarmi. Non era mai successo e davanti a questo suo comportamento mi sento nuda, come se stesse cercando di rendermi ridicola. Mi sento impotente di fronte a quello che mi sta facendo. Cazzo se lo odio.

Mi stringe più forte addosso a lui ma questa volta grida: "rispondimi" cerco di rispondergli senza tremare: "no papà hai ragione. Vado a cambiarmi". Mi arrotolo la gonna sotto il maglione e mi metto dei pantaloni della tuta, appena mio padre mi vede mi bacia sulla fronte e mi dice che sono una brava bambina. Che schifo 'sto verme.

Appena sono abbastanza lontana da casa mia mi tolgo i pantaloni e mi metto a posto la gonna. Arrivo a scuola leggermente in ritardo e inizialmente non trovo la mia classe, quindi quando arrivo in classe sono già le 8:13. Tutti mi stanno guardando, ma l'unica persona che noto è una ragazza con i capelli rossi, gli occhi scuri e le lentiggini.

è bellissima, cavolo. Inizio a fissarla come una rimbecillita quasi con la bava alla bocca, che schifo. Mi ha sorriso. Non so perché sto arrossendo.


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se vi piace la scriverò ogni domenica sera, notteee

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