Infanzia di merda (Carlotta)

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"Si, da dove partiamo? E quando?" Chiede incuriosito Justin. Dopo esserci accordati su tutto quanto, mi sorge spontaneamente una domanda, che pongo a Cintya appena entra in camera per portarmi un'altra volta da mangiare.
"Ma nei sogni si possono incontrare tre persone?"
"Si, anche di più." Mi sembra assurdo che lei sappia più cose di me, nonostante stia provando io tutto ciò.
"Anche se si conoscono dal vivo?"
"Oddio, ora ti spiego. Allora, quando tu incontri una persona mentre dormi può darsi che tu la conosca anche dal vivo, solitamente nel sogno conosci la tua anima gemella, ma magari ti servono degli amici o nemici che hai nella vita reale, alcuni possono ricordarselo e altri no. Perchè me lo chiedi? Non eravate solo tu e l'altra?"
"L'altra si chiama Dafne." Cazzo, sto dando troppe confidenze.
"Non mi piace come nome."
"Ma vaffanculo, me ne vado." E così faccio, esco di casa dopo tutto questo tempo per pensare un po' a tutto quello che mi succede.

Che palle, mi stanno chiamando.
"Pronto?"
"Ciao sorellina." Mio fratello non mi chiama da quando si è trasferito, è passato veramente tanto tempo dall'ultima volta che ci siamo parlati.
"Leon, ciao, come va nella nuova casa? Hai altri coinquilini?"
"Si, due ragazze e una vecchia."
"Beato tra le donne, che culo. Per te ovviamente, a me non piacerebbe." Mi metto a ridere per rimuovere l'imbarazzo che si è creato.
"Ti ricordi la tua prima elementare Carly?"
"Ora che me lo hai detto no, ma penso sia normale."
"Il primo giorno di scuola sei tornata a casa. Eri la bambina più felice del mondo. E sai perchè?"
"No, perchè? Cos'era successo?" Ho paura.
"Io avevo dodici anni, andavo in seconda media."
"Ok ma stavi parlando di me, mi stai mettendo ansia sbrigati." Noto che di fianco a me c'è una panchina e le mie gambe non riescono a reggere il mio peso, così mi siedo. Ed ho fatto bene dato quello che stavo per sentire dall'altra parte del telefono.
"Ti eri fidanzata. Si chiamava Sabrina, era una bimba bionda e cicciottella, veniva presa in giro per il suo aspetto, ma a te piaceva. Avevi scoperto la tua attrazione verso le donne, a me non dava fastidio, avevo molti amici e amiche gay ed ero pronto ad aiutarti a scoprire il tuo orientamento. Ero felice che non dessi peso a questo tuo lato, come farebbe altra gente. Alla mamma però non piacevi. Ti eri mai chiesta il motivo prima?"
"Si, miliardi di volte. Cos'è successo poi?" La voglia di sapere mi uccide.
"Poi la mamma ha deciso di portarti da uno psichiatra, è riuscito a farti pensare di essere sbagliata, ti ha fatto il lavaggio del cervello. La tua camera era affianco alla mia e io ti sentivo ogni notte singhiozzare. Hai vissuto l'inferno, ma la mamma è riuscita a fartelo dimenticare, mi dispiace sorellina."
Non riesco a parlare, tutte le emozioni e le immagini di quella merda mi stanno distruggendo.
"Ci sei? Scusa non volevo farti stare male Carly." Si sente che è pentito, ma non posso farci niente.
"Leon non ci voglio tornare in quella casa." Mi esce solo questa frase.
"Vieni qui, sono sicuro che le mie coinquiline ti staranno simpatiche quando le conoscerai."

non so perchèDove le storie prendono vita. Scoprilo ora