Di nuovo oggi (Dafne)

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Una mano ruvida mi accarezza il viso.
"Svegliati amore. È tardi, devi andare a scuola."
"No papà sto antipatica alla mia classe." In tutta risposta lui si mette a ridere per poi dire: "nuova città, nuova scuola, nuova classe." Enfatizza le ultime due parole per poi alzarsi dal mio letto, sul quale era seduto, e andare in cucina. (Si stava riferendo al fatto che ci siamo trasferiti dopo la morte di mia madre.)

Realizzo dopo quello che aveva detto e corro ancora in pigiama nella sala da pranzo e grido: "papà ma oggi non è il primo giorno."
"Che dici? Mi stai prendendo in giro?" Si avvicina a me. Non di nuovo. Mi abbraccia. Le sue mani lentamente si abbassano sui miei fianchi e li stringono fortissimo, poi avvicina la sua bocca al mio orecchio: "non sei stupida, giusto? Non mostrarti stupida allora." Che cazzo vuol dire? Ma soprattutto, cosa dovrei rispondergli? Dovrei dirgli: "No papà è che ho sognato il primo giorno di scuola e c'era una ragazza fantastica che mi ha baciata come se fosse l'ultimo bacio che avrebbe potuto dare."? Prima che potessi dire veramente tutto questo si stacca da me e ricomincia a parlare: "allora, figlia mia, cosa vuoi per colazione?" Domanda stupida, dato che stava già cucinando dei pancake, gli stessi che cucinava mamma, odio quaando la imita. Questo mi fa imbestialire e per la prima volta perdo il controllo della mia bocca e quasi gli grido in faccia: "non sarai mai come lei."

"Fa male questa. Sei proprio inutile, un piccolo verme che si crede chissà chi." Urla fissandomi negli occhi, poi ripone lo sguardo sulla pentola e a bassa voce continua: "vattene."
Esco di casa in lacrime, a quanto pare anche i miei occhi hanno il controllo su di me. Cazzo sono ancora in pigiama.
Non voglio tornare a casa mia, quindi passo per un negozietto di vestiti usati e mi compro un paio di pantaloni rotti e una giacca. Erano le cose che costavano meno.

 Erano le cose che costavano meno

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La maglietta però non l'ho trovata e sono stata costretta ad usare solo il reggiseno

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La maglietta però non l'ho trovata e sono stata costretta ad usare solo il reggiseno.
8:03. Sono in classe, al contrario del mio sogno non sono arrivata in ritardo.
"Dafne Castelli." Chiama la professoressa guardandosi in giro.
"presente." La ragazza seduta al banco di fianco al mio si mette a ridere a bassa voce e mi dice all'orecchio: "Castelli. Tipo quelli mentali, giusto?" Mi dispiace dirlo, ma ero troppo occupata a guardare la sua scollatura e non le ho risposto.
"Scusa era una battuta non volevo offenderti."
"Eh?" dico alzando lo sguardo: "no scusa è che, io non, non avevo sentito."
"Non importa. Io comunque mi chiamo"
"Sophia, vuoi essere bocciata anche quest'anno?" La professoressa ci interrompe.
"Scusi sto zitta, sto zitta." poi girandosi verso di me fa: "Sophia. Mi chiamo Sophia. E si, se te lo stai chiedendo si, sono stata bocciata."
"Non me lo stavo chiedendo, però buono a sapersi."
"Sei simpatica Principessa."
"Principessa?" Chiedo sbarrando gli occhi e probabilmente con la pelle infuocata dello stesso colore dei vestiti di Babbo Natale.
"Le principesse vivono nei castelli, no? Preferivi strega? O regina?"
"No no va bene Principessa." Rispondo ancora imbarazzata.
"Sophia, Dafne, cavolo non si può fare neanche una lezione. Adesso o state zitte o andate dalla preside."
Non abbiamo più parlato, tranne alla fine della giornata quando mi ha fermata per un braccio e mi ha chiesto: "Hai impegni o puoi pranzare con me?"

"Non abbiamo più parlato, tranne alla fine della giornata quando mi ha fermata per un braccio e mi ha chiesto: "Hai impegni o puoi pranzare con me?"

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Questa è Sophia. 
Scusate l'ora ma non sono stata molto bene oggi :\

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