La verità, finalmente (Dafne)

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"Siediti, sarà una storia lunga e triste. Prima di venire in America abitavo a Londra e lì avevo conosciuto una donna, era molto gentile e mi ha aiutata con i soldi dandomi un lavoro, dato che quello per me era un periodo brutto e non riuscivo a pagarmi nemmeno le bollette. Un giorno ho conosciuto suo marito, un tipo violento, mi ha detto che se avessi rapito sua moglie mi avrebbe pagata molto caro e se invece non l'avessi fatto mi avrebbe uccisa. Dato che ormai sono vecchia potevo rinunciare alla mia vita, ma ho deciso di non farlo." Inizia a piangere. Lacrime di coccodrillo.
"Ho tenuto quella signora nello scantinato, finché un giorno suo marito è venuto a prenderla. Poi è scomparsa. Hanno trovato il cadavere in un fiume" è una storia già sentita, cazzo, "ed il marito ha parlato di me alla polizia, sono stata costretta a scappare. Sono andata ad Aurora, dove ho conosciuto Sophia e poi te. Ho scoperto che anche quell'uomo si era trasferito lì e siamo dovute venire qui a New York. Mi dispiace, io non sono così." Il mondo mi crolla addosso. Il pensiero che Charlotte abbia rapito mia madre si fa sempre più intenso: "come si chiamava la donna?"
"Nadia, mi pare." Mi dispiace per quella donna ma almeno sono contenta che non sia mia mad-
"Nora, si chiamava Nora. Ho avuto un vuoto."
"Me ne vado. Preferisco vivere in strada piuttosto che con la rapitrice di mia madre. Sei un mostro, ti meriti di andare in galera, ve lo meritate entrambi. Tu e mio padre. Vi auguro di marcire in prigione, mi fate schifo."

Sto per aprire la porta di casa ma Leo, che aveva sentito tutto, mi ferma: "Aspetta, deve arrivare mia sorella. Ti prego resta, anche lei ha appena fatto una scoperta terribile, magari riuscite a consolarvi a vicenda."
"Solo se Charlotte e Sophia se ne vanno." Rispondo, ormai accecata dall'odio
"Che ho fatto adesso?" Interviene Sophia.
"Sei complice di rapimento. Tu sapevi che Charlotte fosse una merda del genere ma non l'hai denunciata."
"Mi ha aiutata nel momento più buio della mia vita." Risponde lei, come se non avesse ascoltato nulla di quello detto precedentemente, è stata aiutata da una rapitrice ed è contenta?
"Si certo finchè può essere gentile lo è, ma se l'avessero pagata tu probabilmente ora saresti nello scantinato di quel suo schifoso ristorante con lo scotch alla bocca, ai polsi e alle caviglie. Ti rendi conto di chi stai difendendo?"
"Per favore Dafne non dire così, si può risolvere tutto." Anche solo la voce di Charlotte mi fa innervosire e mi reca un nodo alla gola talmente grande che cercare di parlare senza piangere mi sembra impossibile.

Inizia un litigio enorme, io e Leon che vogliamo cacciarle e Charlotte e Sophia che vogliono mandare via noi e credono anche di avere ragione.
In quel momento sentiamo aprire la porta. Lì, sull'uscio, c'è la mia felicità fatta persona, tutto quello di cui ho bisogno ora.





La città esiste davvero, l'ho cercata ;)

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