Un nuovo amico (Dafne)

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Ok lo ammetto non mi stava sorridendo, è che volevo vedere il suo sorriso e me lo sono solo immaginata. Mi sta parlando, ma non in modo carino: "che hai da guardare? Ho sbagliato qualcosa?" ha indicato la lavagna e così le ho spiegato i suoi errori. Le ho risposto da stronza, ora non ricordo neanche che ho detto, perché ero troppo impegnata ad ascoltare la sua voce. Non so perché ma mi dava l'idea di essere soave e leggera, una voce che ti trasporta in un altro mondo e che riesce a calmarti quando stai male.

Dopo la mia presentazione sono andata al posto, volevo diventare sua amica, così le ho detto cosa pensavo dei suoi vestiti: "comunque mi piace come sei vestita, sei troppo carina." Ha guardato cosa aveva addosso e mi ha risposto con un semplice: "anche tu sei vestita bene" le ho sorriso, ma con uno sguardo cattivo ha aggiunto: "però la gonna è troppo corta. Sei appena tornata da un bordello?" Dio mio, proprio quella uguale a mio padre dovevo trovare. Cazzo mi sono venuti gli occhi lucidi e credo se ne sia accorta perché ha detto: "oh tranquilla scherzavo, mi chiamo Carlotta comunque" stronza con te non ci voglio più parlare. Non le rispondo e mi giro dall'altra parte a parlare con il mio compagno di banco che sarebbe presto diventato mio amico: "come ti chiami?"
"Justin"
"io Dafne"
"lo so, lo hai detto adesso" ammetto che all'inizio non sembrava proprio simpatico, ma non sono una che si ferma all'apparenza. Non sono come Carlotta, io non giudico le persone per come sono vestite o per i loro comportamenti. Le conosco bene quelle come lei, che merda.
"giusto scusa, allora, chi sono i tuoi amici qui?"
"non ne ho"
"e perché?"
"le persone fanno schifo, non gli piacciono quelli come me"
"in che senso come te?"
"quelli sbagliati"
"cosa vuol dire?"
"non è difficile, sono nato male, sono nato sbagliato, mi piacciono i maschi"
"e non hai amici per questo?"
"si"
"bene allora saremo in due a non avere amici." Non capisce la mia frase e inizialmente mi guarda male, per poi dire: "si capiva che ti piace Carlotta"
"no quella è una stronza, non si merita nemmeno la mia amicizia, figurati se si merita di piacermi"

"non ti facevo una che giudica a prima vista." Questa frase mi fa riflettere, cazzo che merda che sono, ha ragione, l'ho giudicata.
Justin è un ragazzo fantastico, probabilmente se fossi etero mi piacerebbe, quindi non capisco perchè viene escluso. Le odio le persone che non tollerano quelli diversi, nel senso, non hanno un minimo di umanità, infatti non penso proprio che a loro piacerebbe venire esclusi perchè sanno amare. 
Quando arrivo a casa, ovviamente con i pantaloni della tuta,  mio padre mi abbraccia: "ciao piccola mia, com'è andata?" 
"bene, solo che ci hanno dato un sacco di compiti, vado a farli." Ho mentito.
Mi stringe più forte mentre mi accarezza i capelli: "non hai fame?"
"no papà, scusa, ciao." Non so con che coraggio riesco a liberarmi da quella prigione e a correre in camera, ma lo faccio e appena entro noto che mi sono arrivati due messaggi:

Justin
ciao, puoi uscire? Per conoscerci meglio :)

Clara
scusa se non ti scrivo da un po'. Come stai?  

Clara. Dio mio, non ci sentiamo da mesi. Mi ha lasciata lei dopo un anno di relazione, che cazzo vuole ancora? La odio, ma non riesco ancora a dimenticarla.


quello è Justin comunque

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quello è Justin comunque. Spero vi piaccia ciaoo
Comunque scriverò nel titolo chi sta scrivendo il capitolo

non so perchèDove le storie prendono vita. Scoprilo ora