Un sogno diventato realtà (Dafne)

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"Dafne." pronuncia il mio nome come se avesse visto un angelo.
"Carlotta." pronuncio il suo nome come se avessi visto un angelo. Siamo fatte l'una per l'altra, non ci credo ancora che è lì davanti a me.
"vi conoscete?" Leon interrompe il nostro momento romantico.
"chi è questa?" pure Sophia ora si mette in mezzo.
"Dafne sei tu."  Carlotta ignora le altre persone. Le ignoro anche io e vado da lei. Non riesco a trattenermi. Le mie mani sui suoi fianchi la stringono a me, le sue labbra si mischiano con le mie. Ormai siamo una cosa sola.
"Ragazze cosa sta succedendo?"
"Stai zitta Charlotte." la interrompo
"non hai diritto di parola."
"Io però si. Carlotta mi spieghi?" Leon effettivamente ha ragione.
"È complicato." Risponde Carlotta, e anche lei non ha torto.
"Quindi tutto il tuo discorso sul fatto che non sei pronta e tutto il resto era una balla? Una semplice cazzata, e io ci avevo pure creduto... Complimenti Dafne, sei ufficialmente la persona che più eviterei al mondo. Charlotte andiamocene." Non mi importa di Sophia, so di averle fatto del male, ma non era quella giusta per me.

Dopo aver fatto le valigie, esce di casa senza guardarsi indietro tirando con sé Charlotte. Ora la mia camera sarà condivisa con Carlotta, la persona che mi rende felice.
"Ragazze mi spiegate? Ho bisogno di sapere tutto ora che le altre se ne sono andate." Leon è curioso, non lo biasimo.
"Ti ricordi Cintya quando ti aveva chiamato per raccontarti di quella cosa dei sogni, delle persone, eccetera?" Non si sta spiegando proprio bene, però penso che Leon capirà.
"Ah si, ha una fervida immaginazione."
"No, ha raccontato la verità." Sbotta Carlotta.
"Cioè ora vuoi farmi credere che voi due-"
"Si, so che sembra strano ma si." Era ora che intervenissi pure io.
"Sinceramente non ci credo, scusate. Però ora vi lascio sole, non fate nulla di male perché ci sono anche io in casa."
"Fratellone, sei un ritardato, però mi sei mancato." Si abbracciano e sono troppo carini, si vede che non si sono sentiti per tanto tempo.

In camera Carlotta si siede sul letto: "Ti ricordi di Justin?"
"Justin esiste?" Chiedo stupita.
"Se vuoi lo chiamo. Volevamo cercarti insieme."
"Davvero?" Domando ridendo un po'.
"Che hai da ridere? Ti vogliamo bene." Risponde imbarazzata, è troppo carina quando arrossisce.
"Si dai, sentiamo cosa dice."
Sta squillando. Sta squillando. Sta squillando.
"Pronto? Mi hai svegliato, stavo dormendo." Si sente dalla voce.
"Incontriamoci, forse l'ho trovata."
"Cosa? Dove? Ora? Aspetta mi preparo." Che dolce, aspettava questa notizia.

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