Gianluca
Ero stanco.
In testa mi ronzava ogni tipo di pensiero, dal più frivolo al più pesante, e proprio non riuscivo a guidare serenamente verso casa.
I fari delle auto che sfrecciavano nelle corsia opposta davano non poco fastidio ai miei occhi, costretti a ridursi a due fessure continuamente.
La causa che avevo portato in tribunale davanti al giudice quella mattina, il processo durato per più di tre ore, il mio assistito sull'orlo di una crisi di nervi per elevata condanna menzionata dal giudice, ma tutt'ora non ancora stata elargita, l'arringa dettagliata che avevo preparato con cura e divulgato ad ogni singolo membro presente in quell' enorme aula circolare, in cui c'era un caldo davvero asfissiante, mi avevano spossato non poco.
Era un tormento pensare a quel che mi avrebbe atteso anche il giorno seguente. Domani.
Non avevo un attimo di pace.
Il fatto che avessi ereditato lo studio legale di mio padre mi garantiva già un certo numero di clienti, pur essendo iscritto soltanto da poco all'albo degli avvocati.
Questo mi assicurava una discreta, se non ottima, quantità di lavoro; tanto da essere costretto ad assumere più di tre avvocati per la gestione delle pratiche, e delle cause di minor peso e rilievo.
Ma non avevo mai del tempo libero o se l'avessi avuto non dovevo fare altro che portare avanti il lavoro, per non lasciare eventuali arretrati e scartoffie a marcire sulla mia scrivania in mogano.
Certo, dovevo esserne comunque grato, soddisfatto, nonostante l'elevato carico di lavoro mi stesse facendo totalmente dimenticare della mia famiglia, di me stesso, delle persone a cui tenevo in generale, e del resto del mondo che non rientrasse in un'aula di tribunale.
Per non parlare della mia ragazza, la quale non faceva altro che assillarmi di continuo per le mie ripetute assenze, i mancati messaggi o chiamate e le attenzioni che una qualunque innamorata avrebbe voluto ricevere dal proprio ragazzo.
Sospirai e strinsi forte lo sterzo che avevo davanti, fino a far diventare bianche le nocche.
Recuperai il mio Iphone dalla tasca interna della giacca gettata sul sedile del passeggero.
Quella sera non faceva molto freddo. Dopotutto era pur sempre Marzo.
Sfiorai il display del mio Iphone e mi ritrovai ad osservare una foto della mia ragazza, che avevo impostato come sfondo.
Laura mi amava, ma non riusciva a capirmi. Specialmente in queste ultime settimane.
E di certo i suoi continui dispetti e comportamenti inadeguati non facevano altro che far crescere in me il desiderio di lasciarla andare, seppur nutrissi ancora dei sentimenti nei suoi confronti.
In questo preciso momento era con Rico, pronta a spassarsela.
Erano entrambi ad una festa privata, in una villa stratosferica e di lussi di alcuni nostri amici, ai confini della città.
Le loro foto che continuavano a pubblicare su Facebook, mentre bevevano bicchieri di spumante e fiumi di birra, mi davano non poco fastidio.
Rico era mio fratello. Più grande di me di solo un anno, ma era pur sempre un'idiota oltre che un commercialista; ancora non aveva deciso di mettere definitivamente la testa a posto con mio sommo dispiacere!
I nostri genitori non sapevano più cos'altro fare per far raffreddare quella sua testa calda!
Di certo ne avevano provate di tutti i colori, io ne ero testimone.
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Broken Ice...l'amore è bianco o nero
ChickLitPrimo libro della duologia: Broken Una prostituta e un avvocato di successo. Ester e Gianluca. L'amore è bianco o nero, non può essere grigio. Non è un misto di qualcosa. E' AMORE. Lui sorprende e rende ogni cosa possibile... ___________________...