Gianluca
Era notte fonda.
Come al solito avevo fatto tardi in ufficio.
Questa vita non mi era mancata del tutto, proprio no.
Varcai la soglia di casa in punta di piedi, nonostante Anastasia ed Ester dormissero nella camera degli ospiti al primo piano potevano sentirmi, e non volevo che si svegliassero.
Richiusi il portone bianco d'ingresso alle mie spalle, accesi la luce del corridoio e lanciai le chiavi dell'auto sul tavolino del salotto.
Posai la valigetta accanto al divano e rimasi interdetto quando notai Ester.
Era lì, distesa su un fianco sul divano, una mano sotto la testa e l'altra accanto al suo viso.
Dormiva profondamente con le labbra dischiuse e con qualche ciuffo di capelli sul viso.
Sorrisi.
Mi ero fidato di lei a tal punto da ospitarla in casa mia, assieme alla sua sorellastra, durante il tragitto casa-lavoro mi ero chiesto più volte se fosse stato il caso o saggio l'ospitare entrambe in casa mia, e guardandola adesso...non avevo più dubbi.
Ester era così giovane, con un così grosso fardello sulle spalle. Aveva bisogno di me.
M'incantai sulla sua figura, lasciandomi cullare e trasportare per un attimo dal movimento rassicurante delle sue spalle. Il suo respiro era regolare, stava riposando con serenità.
Mi piaceva il fatto che si sentisse al sicuro, qui con me.
Allargando il sorriso, spontaneamente, e mi avvicinai ancora di più a lei.
Mi piegai sulle ginocchia e percepii il suo caldo respiro sul mio viso. Con le dita le portai qualche ciocca dei capelli scuri dietro l'orecchio, in seguito le accarezzai la fronte con dolcezza e le scoccai un leggero bacio sulla guancia.
Erano per lo più gesti dettati dal mio forte istinto di protezione nei suoi riguardi, e non sapevo nemmeno io perché reagissi così ogni qual volta la vedevo.
Nonostante fosse una ragazza forte, io avevo visto in lei anche della fragilità che...mi faceva sentire responsabile per lei.
Dovevo ammetterlo, durante il giorno mi era mancata, per settimane ero stato abituato alla sua costante presenza al mio fianco, ed oggi il non percepirla al mio fianco aveva fatto nascere in me attesa, ansia.
Adesso capivo cos'era il profondo disagio che avevo provato nelle ultime ore, era stata lei.
Non appena l'avevo vista qui, distesa sul divano, quel senso d'ansia e vuoto si erano completamente attenuati.
Ester mi faceva questo strano effetto. Possibile?
Scuotendo la testa mi rialzai, tolsi la giacca - che abbandonai sulla poltrona di fianco - e slacciai il nodo alla cravatta.
Recuperai una coperta sottile e l'adagiai sul corpo di lei, nonostante fosse la fine di Maggio faceva ancora abbastanza freschetto la notte.
Si mosse appena, per un attimo provai la paura di averla svegliata, lei farfugliò qualcosa che non riuscii a decifrare durante il sonno. Erano parole incomprensibili.
Corrugai la fronte.
" G...uca" ripeté lei, girandosi sull'altro fianco.
Mi portai una mano davanti alla bocca per non scoppiare a ridere. Era buffa.
G...uca? Gianluca? Stava farfugliando il mio nome?
Le riaggiustai la copertina con pazienza, sperando che non la facesse cadere nuovamente per i suoi movimenti.
Di seguito, mi chiesi il perché non fosse andata in camera sua a dormire.
La tv era spenta quindi...
Soltanto dopo individuai uno dei miei libri di Shakespeare sul pavimento, evidentemente ne aveva letto qualche pagina e doveva aver preso sonno. Lo recuperai e aprii dove era rimasto il segnalibro leggendo a bassa voce:
"I tuoi occhi sono fonti, nelle cui silenziose acque serene si specchia il cielo. L' amore si è abbattuto sulla mia anima , come i raggi del sole fanno aprire i petali dei fiori. La ricchezza del mio cuore è infinita come il mare, così profondo il mio amore; più te ne do, più ne ho, perché entrambi sono infiniti ."
Ricordavo bene questa parte.
Sospirando abbandonai il libro accanto alle chiavi dell'auto, sul tavolino.
Avevo fame, dovevo assolutamente mettere qualcosa sotto i denti.
Era da settimane che mancavo da casa e...la spesa non era stato possibile farla, sperai con tutto il cuore che le ragazze avessero trovato e mangiato qualcosa per cena, comunque.
Mi rimproverai aspramente, decidendo che l'indomani sarei andato a fare un po' di spese per la casa.
Aprendo il frigorifero, in cucina, non trovai assolutamente nulla di commestibile, come volevasi dimostrare.
Con una smorfia dipinta in volto mi grattai la nuca e mi voltai verso il tavolo, e ciò che notai mi lasciò scioccato, per non dire esterrefatto.
Il tavolo era apparecchiato in maniera carina. Su una tovaglietta americana c'era un piatto piano in ceramica colmo di broccoli, una forchetta, un coltello ed un bicchiere di vetro. Una bottiglia di birra aperta. Tutto era per una sola persona, però. Per me?
Notai che Ester aveva lasciato un bigliettino, accanto alle posate. La sua calligrafia era "simpatica".
Broccoli. Ti piacciono? Sono l'unica cosa che ho trovato nel tuo freezer e...volevo che trovassi qualcosa di già pronto da mangiare al tuo ritorno. Ho fatto bene? Spero non ti abbia dato fastidio il fatto che io abbia messo mani nella tua cucina. Buonanotte Gianluca, grazie di cuore per tutto ciò che stai facendo per me ed Anastasia. Neanche immagini quanto per noi siamo importante. Ti voglio bene, avvocato...
Ester
La sua dolcezza era disarmante.
Non amavo i broccoli, ma avrei mangiato comunque quelle verdurine verdi.
Per lei e per la sua gentilezza nell'avermi pensato fino a questo modo...
Angolo Autrice
Ciaooo tesoriii <3 sì, vado avanti a pezzetti...
nonostante tutto spero vi sia piaciuto ^^
Grazie per esserci ;)
A presto :)
Un bacione ;)
STAI LEGGENDO
Broken Ice...l'amore è bianco o nero
Chick-LitPrimo libro della duologia: Broken Una prostituta e un avvocato di successo. Ester e Gianluca. L'amore è bianco o nero, non può essere grigio. Non è un misto di qualcosa. E' AMORE. Lui sorprende e rende ogni cosa possibile... ___________________...