" E' più semplice chiamarlo Luca..."

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Ester

Ero confusa. Secondo Gianluca io avevo qualcosa di speciale, ma cosa esattamente? 

Non riuscivo a vedere traccia di bellezza nella mia persona, escludendo gambe, sedere e petto, non notavo altra bellezza in me. Eppure, lui aveva notato qualcosa in me che l'aveva colpito. 

Non capivo. 

Ci stavo riflettendo da ore, ma l'unica spiegazione che riuscivo a cogliere non era logica, sempre se era logico per un avvocato di fama innamorarsi di un ex prostituta. 

Perché tutto era illogico, qualcosa di soprannaturale. 

Strinsi le ginocchia al petto, continuando a meditare davanti ad un film d'amore che stavano trasmettendo in tv, senza neanche seguirlo realmente. 

Gianluca era salito al piano di sopra, aveva del lavoro da sbrigare. Non ci avrebbe messo tanto, almeno così mi aveva detto. 

Sentivo la sua assenza comunque, nonostante fossimo nella stessa casa non eravamo nella stessa stanza. La sua mancanza era come se fosse palpabile, udibile. Percepivo il vuoto intorno a me. 

Oltre le finestre c'era il sole, ma il mio sole personale non era con me. Ed io ero pronta ad amarlo? Nonostante i rischi? I dilemmi di domenica pomeriggio. 

Scossi la testa, ritornando sul pianeta Terra quando sentii Anastasia tirare su col naso. 

" Questo film ti uccide, sul serio." commentò lei, sgranocchiando qualche pop corn. 

Corrugai la fronte: " Ti sei commossa davvero?" 

Ana, che era distesa di fianco a me, si tirò a sedere sul divano lanciando in aria il plaid arancio. Eravamo nel salone. 

" Lui ha dato tutto per lei, capisci? Ha sacrificato tutto per il loro amore. All'inizio lui non l'amava. Aveva sposato quella povera ragazza solo per fare un torto a suo suocero, ma poi...se ne è innamorato per davvero e lei è morta. " raccontò con foga, mentre calde lacrime le rigavano il viso. " E lui si è fatto uccidere perché desideroso di ricongiungersi con lei. "

Le rivolsi un tenero sorriso: " Sorellina, non dovresti guardare film del genere. Luca ha tanti DVD sotto la tv, vedi qualcos'altro."

Mi guardò con una certa malizia: " Adesso per te è Luca e non più Gianluca?" 

Le tirai addosso il primo cuscino che mi capitò a tiro. 

" Smettila. Gianluca è un nome troppo lungo, quindi è più semplice chiamarlo soltanto Luca." 

" Prima in cucina c'era troppo silenzio, cosa stavate facendo? Mi sono persa qualcosa? Ti ho solo sentita singhiozzare, perché stavi piangendo?" 

Scrollai le spalle: " Sfogo." 

" Con lui che ti stringe fra le braccia è facile sfogarsi, eh?" disse, abbracciando il cuscino che le avevo lanciato. 

La fulminai con lo sguardo, come sempre, quando iniziava ad esagerare. 

" Ok, scusa. Vado a vedere tra i suoi DVD se c'è qualcosa d'interessante."  

Sospirai. 

Lanciai un'occhiata verso le scale che portavano al piano di sopra. Avevo una gran voglia di raggiungerlo. Il ricordo delle sue labbra sulle mie era ancora così recente e fresco che al solo pensiero il mio cuore partiva per la tangente. L'amavo. Amavo quell'uomo che mi aveva portato via da quello schifo di vita, che mi aveva allontanato dalla strada, che mi aveva aperto casa sua, la sua vita, e che mi avrebbe difesa dal mio patrigno pur di aiutarmi, a qualsiasi costo. Amavo quel ragazzo da quegli intriganti occhi d'argento e dai capelli biondi. Amavo quell'avvocato che stava bene anche con abbigliamento casual, sportivo oltre che classico. Amavo la curva a V dei suoi fianchi, che avevo intravisto in cucina. E...

Broken Ice...l'amore è bianco o neroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora