Eravamo tutti seduti a tavola per pranzo quando si aprì la porta.
Dovevo ammetterlo, a casa dei Gallagher venivo sempre accolta benissimo, e mi sentivo sempre a casa.
X:"Sono tornato"
Mi girai per vedere chi fosse.
C:"Come è andata la tua giornata all'Alibi, Frank?"
Frank:"Ehyy, non puoi sapere dove sono andato. Non ti rivolgere così a tuo padre, io ho faticato per tutti voi ed è grazie a me se siete ancora tutti vivi"
Fiona:"Frank, lascia stare, che vuoi?"
Frank:"Fiona!! Ricordati che sono tuo padre non ti puoi rivolgere così a me solo perché voglio da mangiare"
Detto questo si avviò verso il frigo e prese un panino probabilmente di settimane prima.
Iniziammo a mangiare il pranzo aspettando che Frank se ne andasse.
Frank:"E quella chi è?"
Disse guardandomi.
Stavo per rispondere ma lo fece Carl al posto mio.
Carl:"Sam"
Sorrisi guardando Frank.
Frank:"Aah, è una delle tante Carl. Hai fatto centro di nuovo. Non mi stupisco, hai preso tutto da me"
Rimasi impassibile e abbassai lo sguardo sul mio piatto.
C:"Che cazzo stai dicendo"
Frank:"La verità non è così? Una delle tue troiette che porti ogni tanto a casa"
Fi:"Dai basta Frank! Esci di qui!"
Frank:"Cosa c'è? Bisogna essere sinceri una volta tanto"
Fi:"Frank! ESCI!"
Frank:"Non mi dici cosa fare sei mia figlia"
Ian:"Frank basta!"
Frank:"Pure tu ti ci metti"
Disse sedendosi sul divano dopo aver preso una birra dal frigo.
Carl si alzò dalla sedia e si diresse verso Frank.
C:"Io non sono te!"
Arrivato davanti a Frank lo prese per i vestiti e lo alzò cercando di spingerlo verso la porta.
Ad aiutarlo si alzarono anche Ian e Lip.
Per tutto il tempo rimasi china sul tavolo.
Quando tornarono tutti a tavola alzai lo sguardo e tutti continuavamo a mangiare tranquillamente a parte Debbie che mi fissava con uno sguardo dispiaciuto.
Io:"Devo andare in bagno"
Mi alzai cercando di fare meno rumore possibile anche se sapevo che ora tutti mi stavano gaurdando.
Salii al piano superiore e andai in camera.
Mi sedetti sul letto fissando davanti a me il vuoto.
"E se Frank avesse ragione", "Se fossi solo l'ennesima", "Carl è sempre stato un puttaniere perché dovrebbe essere cambiato per me?"
Questi erano i pensieri che mi correvano in testa.
Restai immobile per qualche minuto, poi mi venne in mente il ragazzo della macchinetta.
Presi il mio zaino e frugai dentro cercando la cartaccia del Kinder Bueno.
Lessi il numero e presi il telefono in mano digitandolo su WhatsApp come nuovo contatto.
Lo salvai come "tizio del kinder bueno" non sapendo il suo nome e gli scrissi subito un messaggio.
'ciao sono la tizia della macchinetta, Samantha'
Mi sdraiai sul letto pensando subito a dover scendere di sotto.
Ma la vibrazione del telefono mi bloccò.
'aah quella che stava prendendo a calci la macchinetta. si mi ricordo'
Mi rispose dopo qualche secondo.
'si beh volevo solo del cibo'
Risposi
'aah cosa non si fa per il cibo quest'oggi'
Cercava di essere simpatico? A me sembrava solo un pedofilo quarantenne.
'ti prego sembri un vecchio'
'ahaha grazie. hai già mangiato il kinder bueno?'
'eeh grazie al cazzo avevo fame'
'ok'
Mi rispose.
Non scrissi nient'altro sperando che lo facesse lui.
'vabbe vado'
E ora se ne voleva andare così?
'no aspetta dimmi il tuo nome così almeno non ti devo salvare come tizio delle macchinette'
Non ricevetti risposta e non visualizzò neanche il messaggio.
Rimisi tutto dentro il mio zaino e decisi di tornare di sotto.
Quella "chiacchierata" mi aveva un po' rallegrata.
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𝑰𝒍 𝑴𝒊𝒐 𝑮𝒂𝒍𝒍𝒂𝒈𝒉𝒆𝒓
AléatoireSamantha, una ragazza come tutte le altre è stata invitata ad un campo estivo, purtroppo (o forse per fortuna) sua mamma la obbliga ad andare. Nello stesso campo estivo troverà un ragazzo, Carl Gallagher che all'inizio gli sembrerà scorbutico e che...