Pigiama Party

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Tenevo tra le mani un libro

che non sapevo

portasse il tuo nome.

Caym

«Attenta.» raccomandai a mia sorella.

Tutte le ragazze avevano in mano dei borsoni per passare la notte a casa di quel mostro.

Lei stava parlando con quella bionda e quella con i capelli rosa.

Anche se quest'ultima era scocciata e irritata per essere finita in questa situazione.

Lei invece sorrideva come se nulla fosse.

Davvero non mi capacitavo della stranezza di quella ragazza.

Mi faceva impazzire.

«Siamo pronte?» domandò la bionda.

«Provate a farne parola con qualcuno e giuro che dormirete in eterno.» minacciò quella burbera.

«Andiamo!» esclamò mia sorella.

Era tesa e cercava di nascondere il suo nervosismo in tutti i modi.

«Sì, andiamo.» concordò la mia Alice.

Si girarono con l'intenzione di cominciare a camminare ma io afferrai lei per il polso.

Vibrò sotto il mio tocco.

Avrei voluto che avesse questa reazione ogni volta che la toccavo.

Perché voleva dire che le provocavo qualcosa.

Forse non qualcosa di così mostruoso.

«Non farti prendere dal mostro, Alice.» continuò a darmi le spalle.

Si ostinava a non girarsi.

Probabilmente quello che avrei capito guardandola in faccia mi avrebbe fatto bruciare un'altra volta all'inferno.

«Mi ha già presa.» sussurrò.

Salii con la mano sul suo braccio.

Tremò.

Le avvolsi con la mano la nuca e la feci scontrare contro il mio petto.

Balzò.

Potevo strangolarla.

Il suo collo era lì, a portata di mano.

Invece avvicinai la bocca alla sua testa.

Gli diedi un delicato bacio tra i capelli.
Trattenne il respiro.

«Non fare così.» bisbigliò spaventata.
«Perché?»
«Perché potremmo essere in due a sbiadire.» svelò.

Lo sbiaditoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora