Lo sbiadito

Verità

Le cose migliori e più belle del mondo

non possono essere viste e nemmeno toccate.

Bisogna sentirle con il cuore.

Helen Keller

Caym

«Tutto bene?» domandò mia sorella a Liam.

Sbuffai irritato e strinsi le mie dita attorno la mano di Zoe.

Stava seduta sul divano vicino a me, o meglio l'avevo fatta sedere vicino a me.

«Caym.» mi rimproverò lei sottovoce.

Il. Mio. Maledetto. Nome.

«Abbiamo visite.» disse semplicemente Liam con tono autoritario.

Tutti ci voltammo verso l'entrata e ammutolimmo.

Mi alzai di colpo con gli occhi duri e i pugni serrati.

«Che accoglienza calorosa.» rise Gary.

Si avvicinò a noi e si mise secondo stravaccato su una sedia.

"Vuoi spiegare o dire le tue ultime parole?» mi rivolsi a Liam.

Lui strinse la mascella.

«Abbiamo fatto un accordo.» rispose.

Sentii Zoe sussultare al mio fianco e mi girai di scatto verso di lei.

Teneva una mano sul petto mentre guardava il nostro ospite indesiderato.

Ma io non mi ero dimenticato niente.

«Caym Thompson, Vicky Thompson. Quale sorpresa.» sogghignò Gary.

In uno scatto felino mi avvicinai a lui e lo strinsi per il colletto portandolo ad un palmo dal mio viso.

Nei miei occhi c'era una furia cieca.

«Calmiamoci.» parlò Liam.
«Perché Liam?» si alzò confusa Zoe.
«Che cosa hai fatto?» chiese Mia.
Ma lui si limitò a sospirare.
«Ancora non ti sei ripreso per quella brutta faccenda? Ti vuoi riposare un altro po'?» intervenne preoccupato Noah.

«Forse hai bisogno di dormire.» disse Kyla.

«Ci pensiamo noi a lui.» sopraggiunse Dylan.

E mi accorsi di averli ricordati tutti, i nomi.

Liam, Mia, Noah, Kyla, Dylan e l'unico che non aveva ancora mai parlato... Trevis.

«Sto bene. Ascoltatemi.»

«Ha cercato di ucciderci più volte e tu adesso ci stai dicendo di stare zitti e buoni? Sei impazzito per caso?» ringhiò Mia.

La mia presa tremò di rabbia sulla sua maglia.

Poi una mano mi si poggiò sulla spalla e riconobbi il tocco.

Lentamente tornai a farlo respirare e mi allontanai da lui.

Si massaggiò il collo e mi guardò male.