La scomparsa

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Ci si innamora dei colori.

Zoe

Sì, mi ci riportò a casa. Ma a casa sua.

Non ebbi neanche il tempo di obiettare che mi ritrovai schiacciata contro una parete.

Iniziò a svestirmi di tutti i miei indumenti.

Le sue mani viaggiavano sul mio corpo come su un pianoforte di cui si conoscevano a memoria tutti i tasti.

«Non ti darò pace.» mi avvertì.

Tornò sulle mie labbra con voracità.

Si sfilò la maglietta rimanendo a torso nudo.

Dopo di che mi sollevò una gamba portandosela sul fianco e iniziò a far scivolare la sua mano sulla mia coscia.

Mi leccò la gola e inarcai la schiena nel tentativo di trovare un po' d'aria.

Poi lentamente si inginocchiò.

Aggrottai la fronte ansimante.

La sua bocca si aprì in un sorriso diabolico.

Sbattei le palpebre confusa.

Portò le sue mani sui miei slip e cominciai a farmi un'idea di quello che avesse in mente.

«Te lo avevo detto. Te lo avevo detto che mi sarei messo in ginocchio.» disse per poi abbassare i miei slip.

Le sue mani si strinsero attorno le mie gambe ed io per tenermi in equilibrio dovetti fare leva con le mie dita sulla sua testa.

Aveva uno sguardo bramoso e mi diede un bacio poco più su della mia parte intima.

Vibrai e tentai di scostarmi.

Ma lui mi tenne salda.

«Oh, no, no» rise «non hai capito. Ora resterai ferma e ti sentirò godere. E urlerai. Sì, finalmente urlerai.»

Sbarrai gli occhi.

«Caym-» tentai di dire ma mi fermò.
«Sì quello. Devi urlare quello.»

Non feci in tempo a dire altro che sentii la sua lingua bollente dentro di me.

Venni sovrastata da emozioni incontrollabili. Mi dimenai.

Non riuscivo a sopportare tutto quello.

«Caym.» alzai la voce.

E lui lo vide come un pretesto per aumentare la velocità.

Strinsi con forza i suoi capelli e sentii il suo respiro farsi affannato.

Ero in balia di sensazioni contrastanti.

Poi mi arresi e poggiai la testa contro il muro chiudendo gli occhi.

Sentivo la sua lingua ovunque e le sue dita mi lasciarono un segno rosso sulla pelle.

Con i denti stuzzicò qualcosa di sensibile e a quel punto spalancai gli occhi.

«Caym!»

Lo sentii sorridere compiaciuto.

Avevo urlato.

Mi aveva fatto urlare.

Allora una volta raggiunto il suo obiettivo salì con la sua lingua verso la mia pancia.

Lo sbiaditoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora