Lo sbiadito

Mattonelle

Mantieni il tuo volto sempre di fronte

al sole e le ombre cadranno

dietro di te.

Walt Whitman

Zoe

Non toccare le linee che separano le mattonelle, mi tartassava il mio cervello.

Non potevo sfiorarle neanche con la punta delle scarpe.

Probabilmente se l'avessi fatto mi sarei bruciata con la lava.

Mi divertivo a rischiare portando i piedi al bordo delle mattonelle.

Ma non le toccavo.

Guardavo sempre in basso per paura di pestarle.

Non toccare le linee che separano le mattonelle, o perderai anche questa sfida.

Perciò non le toccavo.

Neanche per sbaglio.

«Perché non mi vuoi dire niente?» spezzai il silenzio.

Ma Caym non rispose e serrò la mandibola.

Non ero stata affatto leggera.

Ma delle volte era giusto non esserlo.

Era giusto essere visti.

Aveva appena accostato la moto di fronte casa sua e si rifiutò di parlare.

Continuai a guardarlo incessantemente.

Finalmente voltò gli occhi su di me e per poco non indietreggiai a causa del fuoco che celava in quel suo sguardo.

Deglutii.

Non toccare le linee che separano le mattonelle, ti brucerai.

Ma lui mi aveva già scottato.

Si era girato e stava incominciando a camminare verso casa sua.

Mi affrettai ad afferrarlo per una manica e lui si fermò di colpo.

«Non lo puoi sapere. Non tu.» disse solo.
«Perché?» la mia presa tremò.
«Perché mi guarderesti con occhi diversi.» rispose atono.

Che stava dicendo?

«Tu sai qualcosa di quel farmaco?» questa consapevolezza subentrò in me.

Lo vidi stringere i pugni e serrare gli occhi.

«Caym, devo saperlo.» mi aggrappai a lui.

Mi osservò con i suoi occhi carichi di odio.

Odio per sé stesso.

«Ho detto di no. Non cambierò idea.» affermò.

Lentamente arretrai di qualche passo.

Prese a camminare ma la mia voce lo fermò.