Ammissioni

2.8K 170 60
                                    



Non giudicatemi per i miei successi

ma per tutte quelle volte che sono caduto

e sono riuscito a rialzarmi.

Nelson Mandela

Caym

Non potevo sopportare che pensasse ed un altro mentre stava con me.

Non riuscivo a sopportare in generale che pensasse ad un altro.

Mi ero dovuto allontanare da lei per non farle vedere la parte più oscura di me.
Ero riuscito a toccarla.
Ero riuscito a non farla scappare via.

L'avevo tenuta stretta per tutta la notte. In realtà non avevo dormito un granché.
Avevo provato a chiudere più e più volte gli occhi per cercare di addormentarmi.

Ma niente.
Il suo delicato corpicino respirava fievole tra le mie braccia e mi obbligava a muovermi, strusciarmi contro di lei.

Pensai, allora, che forse avrebbe aiutato se non fosse stata quasi completamente nuda contro di me.

Per questo, attento a non svegliarla, la rivestii.

Non toccai niente.

Mi ci volle tutta la volontà di questo mondo per non toccarla.

Ma non riuscii a frenarmi dallo sfiorarle i capelli.

Erano così morbidi e setosi.

Esattamente come il suo nastro.

La sua bocca era socchiusa e allora ci passai sopra un mio dito.

Mi soffermai sul suo labbro inferiore e lo toccai come se fosse qualcosa che avrei potuto distruggere solo con il mio tocco.

Probabilmente era così.

Avvicinai la mia bocca alla sua e come per infliggermi un'ulteriore punizione, mi costrinsi a non poggiare le mie labbra sulle sue, limitandomi solo a sfiorarle.

Ero inebriato dal suo profumo e dalle sue ciglia lunghe che le ricadevano come petali sugli occhi.
Però non scappava.

Non si sottraeva dal mio tocco.

Rimaneva ferma come se inconsapevolmente le piacesse il mio tocco.

Questi pensieri non facevano altro che eccitarmi ancora di più.

E forse mi stavo illudendo.

Forse stavo sperando.

Ma lei tra le mie braccia ci stava così bene.

Non riuscivo a pensare ad un posto migliore per lei se non con me.

Solo con me. Solo con me. Solo con me.
Doveva rimanere solo con me.

Doveva dare a me i suoi colori. A me la sua speranza. A me la sua ingenuità. A me la sua bontà.

Doveva regalare solo a me i suoi sorrisi.
Dovevo sentire solo io la sua risata.
Il mio peccato più grande.
Una piccola innocua e innocente creatura.
Il mio peccato più grande.
E come un demone appena beccato a toccare l'oggetto proibito mi addormentai tenendola stretta.

Lo sbiaditoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora