9º Capitolo

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"Perché sono tutti così sorridenti, Cass?"-
"Alex, è il primo giorno, è normale."
Mi guardai attorno, il cortile era pieno di persone, e sì, Alex aveva ragione: erano tutti felici. Sembrava tutto normale ai miei occhi, il primo giorno è emozionante, si sente aria di cambiamento e sono tutti pronti ad iniziare col piede giusto per poi accorgersi il giorno dopo che è tutto sempre uguale. Anch'io come tutti ero entusiasta all'idea di rivedere i miei compagni, raccontare la mia estate con un po' di malinconia nella voce e la testa ancora in spiaggia.
Forse quel primo giorno aveva qualcosa di diverso dagli altri, ero più emozionata, più felice. Sentivo che Alex era turbato, si sentiva la sua paura e gliela si leggeva negli occhi. Presi ciò come una seconda missione, dovevo aiutarlo e fargli capire che mai e poi mai l'avrei abbandonato in quel mare di persone che lo spaventavano a morte, sapevo che se avesse associato me alla scuola sarebbe stato tutto più facile.
La campanella suonò pochi minuti dopo, anche se ancora nessuno di noi aveva realizzato, entrammo ognuno nella propria classe.
"Vieni, siedi accanto a me"-
Per il quarto anno di seguito occupai il solito posto, quello vicino alla finestra. Feci cenno ad Alex di sedersi accanto a me.
"Sono spaventato a morte, si nota?"-
Si tirò i capelli all'indietro, visibilmente nervoso. Io sorrisi, mi sentivo fortunata ad essere l'unica a conoscerlo per quel che era: un normale ragazzino di diciassette anni.
In perfetto orario arrivò la signorina Jones, insegnante di spagnolo, in camicia bianca e tubino nero. Solito outfit.
"Buongiorno ragazzi, è bello rivedervi."-
Ci stampammo tutti un finto sorriso e ricambiammo il saluto.
"Quest'anno avremmo due nuovi studenti in classe: Alexander Pierce e Spencer Thompson, che a quanto pare è assente."-
Si girarono tutti a guardare Alex, il quale si alzò pronto a presentarsi alla classe. Il volto gli divenne rosso acceso, non riusciva a stabilire un contatto visivo con nessuno dei presenti se non con me. Gli sorrisi per trasmettergli forza. Il mio amico dalla testa riccioluta, pronunciò il suo nome e la sua età in cinque secondi, fu difficile capire le sue parole. Tornò a sedersi e tirò un sospiro di sollievo.
Il silenzio fu interrotto qualche attimo dopo, si aprì bruscamente la porta e vi entrò un ragazzo, probabilmente quello nuovo. Spencer Thompson, capelli ricci e scuri, alto e muscoloso -tipico da giocatore di football-, occhi verde scuro e sguardo accattivante. Aveva una voce profonda e seducente; immagino che tutte le mie compagne di classe, compresa me, abbiano fatto lo stesso pensiero. Scambiai uno sguardo con Kimberly, era chiaramente riferito all'argomento "nuovo ragazzo", quando poi mi rigirai verso Alex lessi sul suo volto il fastidio. Non gli diedi peso.
Dopo essersi presentato, Spencer diede un'occhiata veloce alla classe per capire quale sarebbe stato il suo posto, mi lanciò un occhiata ed io ricambiai, avvertii un brivido leggero lungo la schiena e posai lo sguardo da un'altra parte imbarazzata.

Ero sicura che i gradi all'interno della mia auto fossero pari a quelli del sole, lasciarla al sole non era stata un'ottima idea. Dopo aver accompagnato Alex, io e Kim restammo sole.
"Allora? Cosa ne pensi del nuovo arrivato"-Mi chiese.
"Non ha bisogno di spiegazioni"-dissi ed entrambe scoppiammo a ridere.
"Cass, parlando di cose serie,"- cambiò improvvisamente tono di voce e assunse un espressione seria.
"cosa c'è tra te e Alex?"-
"Ci siamo baciati, ma sono sicura non sia nulla di serio e confermato."-
"Io non ne sarei così convinta, non vedi come ti guarda?"-
Non le risposi, la guardai e scrollai le spalle. Non pensavo avesse ragione, ero sicura fosse stato solo un bacio casuale, ma non potevo negare che dentro me sentivo un'esplosione ogni volta che mi guardava o mi sfiorava, un desiderio facile da realizzare ma che avrebbe solo complicato le cose. Volevo mantenere un rapporto d'amicizia fra noi, se mi fossi coinvolta emotivamente non avrei potuto più aiutarlo a dovere, vederlo soffrire mi avrebbe logorato. E allora mi abbandonavo ad un sogno, un idea di noi due come coppia, mi lasciavo coccolare da quel desiderio, e sapevo che era meglio così. O lontani o niente.

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