10º Capitolo

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La routine era ormai partita, il primo giorno era lontano e l'ultimo un miraggio. Ero convinta che Alex si fosse pentito di quella sua scelta, alcuni giorni lo vedevo spento e scoraggiato e invece altri si dava ancora una possibilità. Il primo test di matematica gli andò male, fu per lui una sconfitta e ciò lo stressò ulteriormente.

"Sta tranquillo, è solo il primo"-
Non mi guardava, forse neanche mi ascoltava.
"È un attimo Cass, un attimo e potrei mollare tutto."-
Continuava a camminare a testa bassa, quanto era difficile cambiargli i pensieri.
"Ma tu non lo farai, vero?"-
Ci fermammo e finalmente mi guardò negli occhi, era triste.
"Sei tutto ciò che ancora mi tiene legato a questa vita."-
Neanche il tempo di capire cosa intendesse che andò via quasi correndo.
Non gli corsi dietro e non cercai neanche di chiamarlo, sapevo bene che era inutile forzare Alex, gli sarebbe passata. Il problema era che quella sua negatività sarebbe tornata e se non avessi agito in tempo, avrei rischiato di perderlo.
Erano giorni che qualcosa di nuovo nella mia vita mi teneva la mente occupata, Spencer ci provava dal primo giorno, ogni volta con una scusa o con un'altra, riusciva a passare del tempo con me. Non potevo negare che era un bel ragazzo e che non mi dispiacevano le sue avance, ma cosa spingeva un ragazzo così bello, giocatore di football, desiderato da ogni ragazzina della scuola, a provarci con me? La più semplice di tutte, se non fosse stato per lui, manco l'avrei guardato in faccia. Così i giorni passavano e la simpatia cresceva, l'affetto e l'attrazione crescevano. Sentivo il calore di quel fuoco che mi avvertiva, mi suggeriva di smetterla, io lo sapevo che era pericoloso ma per me era la prima volta, quindi mi sarei buttata a capofitto in quel fuoco.
Tornai a casa stanca, piena di compiti e piena di pensieri. Cosa voleva dire con quelle parole? Mi confondeva e cercavo in ogni modo di non pensare alla peggiore delle ipotesi, il suicidio. Alex non l'avrebbe mai fatto, cercai di convincermene.
Per giorni evitò di rivolgermi la parola, mi fissava soltanto e notavo la sua rabbia ogni volta che ero con Spencer.

"Dovremmo farlo insieme quel progetto di scienze"-
Sobbalzai, era per l'ennesima volta Spencer che mi disturbava.
"Potresti avvisare prima di farmi prendere un colpo?"- dissi seria, lui si stampò un sorrisetto beffardo in volto.
"Allora che ne dici? Ti piace la mia idea?"-
"Non mi convinci, sicuro non sia una scusa per stare con me?"-
Lo dissi ironica, lui se accorse e mi sorrise, gli occhioni verdi erano su di me.
"Ti dispiace?"-
Sorrisi ancora, sta volta mi guardai le scarpe imbarazzata. Quando alzai lo sguardo, pochi secondi dopo, vidi Alex.
Si mise fra me e Spencer, mi guardava triste.
"Ciao Alexander"-
Guardai prima il moro, quasi per scusarmi, poi mi concentrai su quegli occhietti da felino che non la smettevano di farmi sentire in colpa.
"Cass, dobbiamo andare."-
Nessuna emozione traspose dalle sue parole e fu attento a non guardare neanche un secondo, neanche per sbaglio, Spencer, come se volesse fargli capire che era invisibile e inutile ai suoi occhi.
"Spencer scusami, ti mando l'indirizzo via messaggio."-
Gli sfiorai la mano, abbassai il capo e seguii Alex.

Alexander.
Mi pentii subito di ciò che avevo fatto, non appena vidi il dispiacere nei suoi occhi il mondo mi cadde addosso. Mi dispiacque, glielo lessi negli occhi che voleva ancora stare lì, con lui, magari baciarlo, sfiorarlo e forse amarlo come avrei voluto che amasse me. E allora quale dannata forza mi aveva spinto a portala via da lui? Comportandomi in quel modo le avevo dato una così brutta impressione, forse pensava fossi pazzo e mi aveva seguito solo per pietà. Non ero più lo stesso, dovevo ammettere a me stesso che lo stress mi aveva giocato brutti scherzi e che Cassandra e quel ragazzo mi davano sui nervi. Avevo paura di perderla, chi mi avrebbe aiutato se lei non fosse stata al mio fianco?
Continuammo a camminare senza mai guardarci, Spencer era ormai lontano e l'uscita era davanti a noi. Mi girai verso di lei sperando non se ne accorgesse, si guardava le scarpe. Non era un buon segnale.

"Scusami Cass"-
Mi guardò distrattamente, scrollò le spalle e riprese a camminare.
"Cerca di capirmi, almeno tu."-
La supplicai, niente.
"A domani Alex."-
Girò i tacchi e andò via.

Perché mi faceva ciò? Cosa stavamo sbagliando? Ero innamorato di lei? E lei lo era di me o di Spencer?

Lo sentivo, sì. Quel brutto presentimento che da giorni mi logorava, era quello. Si era innamorato di me, ora ogni mia mossa era fatale, un passo falso ed Alex sarebbe finito nella merda.
Ma allora io cosa provavo?

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