Mi liberai da quella stressante giornata con un bel bagno caldo, le parole di Alex mi avevano persino tolto l'appetito. Poi mi tornarono alla mente le parole, anzi la specie di promessa, che io stessa avevo fatto a Spencer: mandargli un messaggio con il mio indirizzo. Mi esaltai all'idea, il cuore accelerò di poco i suoi battiti e un sorriso spontaneo spuntò sul mio volto. Uscii in fretta dalla vasca e con la stessa fretta mi asciugai e indossai qualcosa di comodo. Scrissi il messaggio in pochi secondi e senza pensarci due volte, con l'ansia che saliva, lo inviai. Mi rispose in fretta: arrivo. Mi agitai parecchio, ero contenta, ero ansiosa, poi pensierosa. Era veramente ciò che volevo? Mi stavo esponendo troppo, neanche lo conoscevo, forse stavo trascurando qualcosa? Qualcuno?
Sentii il suono del campanello, scacciai via i brutti pensieri e corsi giù per le scale."Sei stato velocissimo"-
Gli sorrisi e lui fece lo stesso.
"Tu non lo sai ma siamo più vicini di quanto tu possa immaginare".
"Su entra pure".Si guardò attorno, curioso, poi guardò me. Ricordai poi il vero motivo per cui quello sconosciuto si trovasse in casa mia, ovvero il progetto di scienze. Ci sistemammo in camera mia, al piano di sopra; presi tutto il necessario, i libri e i quaderni, gli offrii da bere e cercai di concentrarmi il più possibile sul compito e non su di lui. Mi sentii in imbarazzo quando mettemmo piede nella mia camera e gliela mostrai, fino a quel momento non mi ero accorta di quanto sembrasse infantile, forse non ai miei occhi ma ai suoi sono sicura che sembrasse la camera di una bambina di dieci anni. I pupazzi sparsi sul letto, le foto con gli amici attaccate lungo tutta la parete sopra la scrivania, qualche poster che mi riportava alla mente il periodo in cui ero una fan sfegatata delle band inglesi, per non parlare delle lunghe pile di libri, scolastici e non. Mi ero sempre distinta dalle mie coetanee, persino dalla mia migliore amica, preferivo i libri al trucco, i film a casa ai sabato sera in discoteca, i romanzi all'amore vero. Forse è anche per questo che l'amore non mi è mai interessato, ma ora lui mi interessava e mi piaceva stargli accanto, sentire il suo profumo e farlo mio, e Alex? Lui non mi piaceva? I suoi baci datimi senza permesso, l'impressione da cattivo ragazzo, i capelli ricci, la sua voce, questo non mi piaceva?
Quello fu per me un periodo di forte confusione, era la prima volta che provavo qualcosa per qualcuno e mi andava anche male."Cassandra"
Disse d'un tratto,
"Sì?"
Alzai la testa dal libro e spostai l'attenzione su di lui.
"Posso vedere una cosa? Non muoverti".
Senza che io rispondessi, si avvicinò a me e mi tolse gli occhiali che usavo solo nei momenti di studio, quindi li poggiò sul letto cautamente,
"Senza sei ancora più bella".
Avvampai e sorrisi. Poi tornò ad avvicinarsi sempre più, si avvicinò alla mia bocca e con una mano mi scostò i capelli dal volto, con l'altra reggeva l'equilibro. Lo lasciai fare, gli presi il volto con entrambe le mani e lo tirai a me, come se avessi fretta di baciarlo, un desiderio irrefrenabile che tenevo dentro da tempo. In fine le labbra si toccarono, sembrò tutto calmo, poi ci imbattemmo in uno scontro tra lingue sempre più appassionato che mi portò a buttare le mie braccia attorno al suo collo, volevo sentirlo parte di me. Una cosa sola. Poi le cose presero una diversa piega, si staccò da me e riprese fiato, con gesto brusco e veloce buttò a terrà tutti i libri, poi tornò su di me. Lo accolsi e di nuovo gli gettai le braccia al collo, mi diedi una spinta all'indietro e mi stesi trascinandolo con me. Dentro me sentivo emozioni contrastanti, nella mia testa scoppiò una guerra che infine portò a distaccare la mia parte razionale da quella situazione, lasciai la Cassandra emozionata, contenta, eccitata. Mi chiedevo se veramente fosse la cosa giusta, qualcosa mi impediva di andare oltre. E se poi l'avessi deluso? E quindi avrebbe poi detto di me che sono infantile, e io non volevo e non potevo che ciò accadesse. Poi quasi come se fosse un segno divino, sentii la porta di casa aprirsi e un rumore di passi familiari: era la mamma.
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La tempesta.
Romance"Infine questo è tutto ciò che ho attraversato dal giorno in cui ti ho incontrato fino al giorno in cui ti ho perso." Questa storia è un po' come guardare un fiore nascere e seguirlo fino a quando purtroppo non appassisce. Proprio come le tempeste...