13ºCapitolo

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Evitai il contatto visivo per quasi tutta la sera, mi rendeva nervosa guardarlo dritto negli occhi e parlargli. Non era come con te.
Spencer non aveva l'auto e quando gli proposi di prendere la mia rifiutò dicendo che camminare a piedi sarebbe stato più romantico. Lo sarebbe stato di certo se ai piedi non avessi avuto un tacco dodici.
Cercai di pensare il meno possibile al dolore che stavo provando e continuai a camminare. D'un tratto mi prese la mano, ci guardammo nell'istante in cui le dita si intrecciarono e sorridemmo.
"Avevo pensato di andare al sushi, cosa ne pensi?"
Finalmente dopo strazianti minuti passati a camminare a caso mi disse la meta.
"ottima idea"
Per fortuna amavo il sushi.
Come immaginavo l'euforia e i buoni propositi per quella sera svanirono dopo un po', mi resi conto che quello non era il posto in cui volevo stare e tantomeno con lui. Pensai che forse mi stavo lasciando condizionare da ciò che provavo per Alex o dalle sue parole taglienti come lame e invece semplicemente Spencer fu una di quelle cotte che passano una volta capito chi veramente hai di fronte.
Sarei voluta correre da te, mettere da parte le mie stupide paranoie e accettare ciò che provavo per te, certo io lo sapevo che quella era l'ultima cosa che doveva succederci ma come si può andare contro cuore? L'immagine di te si fece largo nella mia mente e mi tenne distratta tutta la sera.
Come da programma mangiammo al sushi. I ristoranti giapponesi sembravano tutti gli stessi; c'era sempre poca luce, forse dovuto al fatto che il loro stile comprendeva colori scuri e travolgenti come il nero e il rosso. Quello in cui cenammo noi era molto grande, un po' diverso da quelli tradizionali, con grandi tavoli rotondi e alti sgabelli tutti intorno. Tutto rigorosamente in legno scuro. Non fu poi così terribile mangiare insieme a lui, anzi non mi fece affatto sentire in imbarazzo.
"Speravo ti piacesse il sushi, nel mio gruppo di amici sono l'unico a cui piace e non ho mai avuto il piacere di mangiarlo con qualcuno",
"ora hai qualcuno con cui condividerlo".
Sorrisi e fece lo stesso anche lui, finalmente mi sentivo più leggera.
Non avrei mai pensato di dirlo ma, cenare con lui fu così piacevole che non mi accorsi di quanto tempo avessimo passato lì. Non ci fu un attimo di silenzio, parlammo praticamente di tutto e non mancarono di certo i suoi complimenti.
"Sai, quando mi hai aperto la porta e ti ho vista mi si sono bloccate le parole, ecco perché mi è uscito un semplice complimento come quello.."
"Non immagini quanto un semplice complimento come quello sia apprezzato"
Bloccai il suo discorso sul nascere e lui se ne accorse, mi guardò sbalordito e per un secondo pensai di essere stata troppo arrogante, però poi quando vidi un sorriso nascere sul suo volto tirai un sospiro di sollievo.
"Tu sei veramente rara Cassandra",
Lo disse senza mai spegnere il sorriso sul suo volto, mi guardò e mi prese la mano ancora una volta. Non ebbi il coraggio di rispondergli ancora una volta con un banale grazie, così mi limitai a ricambiare la sua stretta di mano e gli sorrisi, stavolta guardandolo dritto negli occhi.
Sai fin da bambina avevo avuto sempre timore di guardare le persone dritto negli occhi, un brutto vizio che avevo infatti era quello di guardare sempre da un'altra parte quando gli altri mi parlano. Nei pochi secondi in cui ho guardato insistentemente negli occhi di Spencer quasi come se volessi entrargli dentro con forza, io non ho provato nulla. Il mio cuore ha continuato a battere regolarmente senza accelerare, come si guarda un amico così io ho guardato il ragazzo ancora seduto di fronte a me. Lo stesso che per mesi non ha smesso di togliermi gli occhi di dosso, quello che per tutta la sera mi ha squadrata e non ha smesso un attimo di lanciare frecciatine. Lo stesso che pensa o spera di portarmi a letto stasera ma che io non smetto di guardare come un amico. Mi ero accorta solo in quel preciso istante che per me non sarebbe mai stato più di un'infatuazione.
Cosa ho provato invece quando ho guardato te? Ci sarà tempo anche per quello.

"Si è fatto un po' tardi, cosa ne dici di tornare a casa?
Fortunatamente quel momento di silenzio, dove Spencer non la smetteva di fissarmi, fu interrotto proprio da lui.
"Direi di sì".

Il tragitto verso casa fu molto silenzioso, io ero immersa nei miei pensieri super confusi e lui, probabilmente, si aspettava qualcosa da me. Mi poggiò la sua giacca di pelle sulle spalle, il body che avevo mi lasciava le spalle scoperte ed essendo sera il vento era abbastanza fresco. Imboccammo il viale dove entrambi abitavamo e finalmente il moro ruppe il silenzio.
"E' stata una bella serata, mi sono divertito",
Per un attimo mi sentii in colpa per i sentimenti che non provavo.
"E' stata una bella serata anche per me Spencer".
Si fermò all'improvviso e io sapevo già dove volesse andare a parare.
Io ero stretta nella sua giacca e con i piedi totalmente a pezzi. Mi fissava ancora una volta, mezzo illuminato dalla luce fioca dei lampioni che ci accompagnavano a casa, si avvicinò e tentò di baciarmi.
"Non posso..",
Spostai la faccia in modo che non riuscisse a baciarmi e poi feci qualche passo indietro.
"Non capisco.."
Fece un mezzo sorriso pensando che forse stessi scherzando.
"avevi detto di aver passato una bella serata, cosa è cambiato?"
"Non ti vedo nello stesso modo in cui mi vedi tu".
Sputai finalmente quel rospo e mi sentii totalmente libera. Pochi secondi dopo, avendo realizzato, la sua espressione cambiò e quasi fu difficile riconoscerlo.
"Ti pentirai di questa tua scelta.."
Divenne cattivo in volto, iniziai ad averne paura.

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