42.

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"Non puoi ricevere una mano da uno sconosciuto." Dissi concludendo un discorso iniziato prima.

"Te non confidi non mondo. Io sì, quindi..."

"Io invece credo che sia arrivata l'ora di andare a casa. È tardi..." disse Kev togliendoci i bicchieri dalle mani.

"O andiamo. Siamo ancora sobri.." disse Carl sbuffando.

"Ed è meglio che rimaniate così altrimenti Fiona e V mi uccideranno.." si grattò la testa.

"Quanto ti devo?" Chiesi infilandomi il giubbotto.

"Vi siete bevuti una birra attesta e una cola. Facciamo cinque dollari totali..." disse guardando Carl.

"Figliolo, dovresti pagare te. È la tua donna, segui i consigli di tuo padre.." disse Frank ubriaco.

"Non ha torto. Tieni il resto Kev..."

"Grazie." Risposi rimettendo i soldi in tasca.

Salutammo Kev e ritornammo a casa.

Con una scusa ero riuscito a convincerlo per rimanere a cena da me, anche se non avremmo mangiato cibo di ottima classe e non avremmo bevuto di bicchieri di vetro.

"Allora, abbiamo preso la pizza per parlare di cosa?" Chiese.

"Ho fatto il colloquio di lavoro..." feci un respiro profondo.

"Bene, e cosa ti hanno detto?"

"Ce l'hanno. Hanno un lavoro per me..." dissi richiudendo la scatola della pizza.

Mi guardò attentamente.

"Ho già capito..." disse posando la fetta di pizza.

Feci un secondo respiro.

"Fammi indovinare. È uno di quei lavori che pagherebbero benissimo, ma ad un'unica condizione, dovrai stare fuori Chicago." Mi guardò.

"Carl, ancora non ho deciso nulla. Volevo prima ascoltarti.." dissi rassicurandolo.

"Dove si trova?"

"Hollywood. Sono più di 20 ore di viaggio..."

"Perché hai aspettato per dirmelo?"

"L'ho saputo questa mattina al colloquio e volevo farti sentire a tuo agio per dirtelo.."

Si mise più como sulla sedia.

Mi fissava, ma aveva lo sguardo perso. Privo di significato.

"Ho bisogno che te mi dica che andrà tutto bene, che la distanza non cambierà i nostri rapporti. Ne ho bisogno Carl, capiscimi..." dissi con le lacrime agli occhi.

"Non hai bisogno di me per decidere. Ti avevo detto che mi sarebbe andata bene ogni tua scelta. Non ho intenzione di dire altro, quindi prendi il telefono e conferma la proposta di lavoro..." si alzò.

"Dove vai?" Chiese facendo lo stesso.

"Tranquilla, tornerò prima che te possa preoccuparti. Devo solo fare una cosa..." non aggiunse altro.

Prese la giacca ed uscì lasciandomi ferma a guardarlo.

Cosa dovevo fare in quel momento?
Inseguirlo? Digli quanto lo amavo e che avrei lasciato la mia unica opportunità per un broncio che aveva promesso di non fare?

Il Nostro Noi -Carl Gallagher-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora