Mistero sul set

Capitolo XI

La mattinata fu tediosa per Tom. Vedeva tutti lavorare mentre lui doveva stare fermo a guardare e a discutere i particolari di scene che per ora non avrebbe potuto fare con l'aiuto regista della seconda unità, chiuso in una roulotte piccola e soffocante mentre fuori la pioggia batteva sui vetri come un tip tap di formiche.
Alla fine si arrese. Indossò un cappellino con visiera e la A di Avengers ricamata in rosso, aprì la porta della roulotte e saltando i tre gradini, uscì. La pioggia sembrava dare una tregua. Cominciò a passeggiare tra le roulottes schivando cavi e latte di vernice e assistenti di scena sempre trafelati. Dio! Come avrebbe fatto a resistere sei settimane senza praticamente lavorare? Guardava in avanti mentre camminava e non si accorse della persona che si avvicinò a lui di lato. "Mr. Hiddleston! Buongiorno! Come si sente?" Perché tutti gli chiedevano come stava? Era irritante! E quella voce la conosceva "Kevin! Buongiorno a te! Ci ritroviamo al lavoro a quanto pare. Temo che poiché io sono disoccupato, per un po' lo sarai pure tu!" Kevin rispose in modo umile "Si sbaglia in realtà. Come ho detto ieri sera io sono solo una riserva degli stunts, per cui mi fanno fare un po' di tutto. Trovarobe compreso."Tom lo osservò. Strano ragazzo ma molto educato " Forse un giorno diventerai famoso e sarai tu al mio posto" disse più per incoraggiarlo che perché lo pensasse sul serio. Kevin abbassò gli occhi " Magari, mr. Hiddleston. Ma io non ho il suo talento. Mi accontento di guadagnare qualcosa per mantenere la famiglia. Di questi tempi non butto via nulla" Tom guardò l'orologio "Oddio. Ti  chiedo scusa ma devo proprio andare. Ho un appuntamento per pranzo e si è fatto tardissimo." Poi si rese conto che forse il ragazzo poteva restare deluso da quella brusca interruzione della conversazione e aggiunse in modo gentile " Mi fa piacere parlare con te, Kevin. In questo giorni sul set avrò bisogno di compagnia. Ci rivediamo presto" . "Grazie della sua attenzione mr. Hiddleston. Buon pranzo !" Kevin pronunciò quelle parole mentre Tom scappava via con in testa le lentiggini e gli occhi scuri da cerbiatta braccata di Iris...

Il ristorante era abbastanza esclusivo ma non così tanto come Iris si aspettava. Il pranzo fu piacevole. Chris e Tom scherzavano come fossero grandi amici. Tom guardava Iris come per vedere se era a suo agio. Ma ora parlava con Elsa. Sembrava più rilassata. Un bicchiere di vino in più aveva fatto il suo dovere.
Quando finirono di mangiare Era ancora presto per tornare sul set e un pallido sole avvolto dall'afa aveva fatto capolino all'orizzonte. Tom prese la mano di Iris " Se non ricordo male ti ho promesso un gelato" Iris lo guardò. Era così bello!  " Si me lo hai promesso" "Se Chris mi accompagna, portiamo voi fanciulle al bungalow e noi lo andiamo a prendere " Chris sospirò "Tom! Se ci riconoscono è finita la pace!"  "Ecco che ricomincia!" Tom parlava ad Iris "Il divo che fa il divo" e strizzò l'occhio ad Elsa " Chris! Dai! Ho voglia di un gelato! Male che vada ci saranno due Avengers ad un chiosco!" Chris non sapeva dire di no alla moglie. E disse di sì.
Tom sperava che , lasciate sole, le ragazze parlassero normalmente, anche se sapeva che Elsa era ben consapevole della fama e del successo. Ma Iris era così deliziosa che forse avrebbe saputo spezzare il muro da diva che Elsa si costruiva.
Fecero in fretta. Chris era nervoso e Tom sapeva che aveva fatto un sacrificio per lui e la moglie. E presto furono di ritorno al bungalow. Quando arrivarono alla porta e Chris infilò la piccola chiave nella toppa la porta si aprì senza che la serratura scattasse. Era già aperta. Chris guardò Tom ad occhi spalancati. Improvvisamente erano colmi di apprensione. Si precipitarono dentro e trovarono l'inferno. I pochi mobili erano rovesciati o rotti. Vetri e cocci ovunque. Chris cominciò ad urlare disperato il nome di Elsa senza ottenere risposta. Da sopra le urla dell'amico Tom sentì qualcosa d'altro. Un flebile pianto di donna provenire dal minuscolo bagno...