Capitolo XVIII

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Tom camminava veloce con Iris per mano. Lei faticava a stargli dietro. "Si fermi un attimo, per favore! Perché vuole andare sul set a tutti i costi?" Senza voltarsi Tom rispose "Qualcuno mi vuole fuori dal set. E devo capire perché e che cosa vuole esattamente. Per cui voglio farmi vedere sul set per vedere cosa accade se io ci sono"
Quando arrivarono il set sembrava fermo in un istantanea senza colore. Dopo gli ultimi avvenimenti e soprattutto dopo il rapimento di Elsa, tutto si era bloccato. Tutti coloro che lavoravano al film erano sconvolti. Tuttavia tecnici e regista bazzicavano il set nella speranza che tutto si sarebbe risolto presto per il meglio e che i lavori sarebbero ripresi. Vedendo Tom che attraversava prima il parcheggio delle roulotte e poi il set vero e proprio molti si avvicinavano ma nessuno ebbe il coraggio di chiedere nulla. Iris si stringeva alla mano di Tom. Quello per lei era un mondo del tutto sconosciuto fatto di luci e cartapesta. Tom cercò Joss. Non fece fatica a trovarlo visto il trambusto che il suo arrivo aveva suscitato. Gli si avvicinò "Joss, devi farmi un favore" cominciò senza tanti preamboli. Joss aveva profondo rispetto per quel ragazzo inglese venuto dal teatro di Shakespeare e prestato ai film dei super eroi. Lui stesso aveva costruito un ruolo importante per il personaggio di Tom, il principe Loki "Tom! Non ti aspettavamo! Come ti senti? Dove sono le tue guardie del corpo?" Tom non perse tempo a rispondere "Joss, ascoltami bene! Ora io e te entriamo nella tua roulotte e fingiamo di lavorare ok?" Joss non ci stava capendo nulla  Ma sapeva quanto lucido e geniale potesse essere Tom e si limitò a dire "Vieni".
Entrarono nella roulotte e lì trascorero un'ora durante la quale Tom spiegò a Joss che cosa pensava senza ovviamente metterlo a conoscenza dell'enigma che rimaneva segretato dalla polizia. Niente accadde. Tom si aspettava che succedesse qualcosa e invece nulla di nulla. Alla fine si Arrese e decise di tornare in albergo. Evidentemente si era sbagliato e se Chris si fosse svegliato non vedendolo sarebbe andato nel panico. Si rimise il cappuccio e gli occhiali e insieme ad Iris uscirono dalla roulotte e poi dal parcheggio. Ma non appena svoltarono il primo angolo di strada Tom vide qualcosa di strano. La strada era quasi deserta in quanto secondaria eppure un'auto scura, forse blu, era parcheggiata solitaria vicino al marciapiede. Tom prese ancora la mano di Iris. Anche lei si era accorta di quell'auto e la sua mano era di ghiaccio. Erano quasi passati accanto alla vettura che questa mise in moto e fece stridere le ruote. Stava per allontanarsi e loro non avevano nulla per segnare la targa. Tutto era troppo veloce. Iris si divincolò dalla mano di Tom "Io sono più veloce di te, ora. La fermo!" Schizzò via. Tom cercò di afferrarla per la maglietta per trattenerla "Iris!No!"  Aveva gridato in preda al panico. L'auto era partita ma Iris correva veloce e aveva tagliato per il prato di un piccolo giardinetto urbano. Tom cercò di starle dietro. Era scattato anche lui ma il braccio lo rallentava e gli faceva male. Cercò di non badarci. Iris correva e correva. E Tom dietro. In breve la ragazza sbucò di fronte all' auto ora lanciata. Tutto si rallentò. Quando Tom la raggiunse, la raggiunse anche l'auto. E quando questa si allontanò Tom vide solo un piccolo corpo sulla strada, immobile, con i capelli di fuoco sparsi intorno a lei...

La strada era deserta. Tom si inginocchiò di fianco ad Iris. Tremava ora anche lui. Allungò la mano verso i capelli della ragazza. Non osava toccarla. Non si muoveva. Oddio cosa aveva fatto??? L'aveva fatta uccidere! Era un pazzo! Lo dicevano tutti. Era il divo controcorrente che incontrava la gente senza sicurezza. Che rifuggiva il controllo. Che mai pensava di correre rischi. E ora per queste sue intemperanze Iris era...Le sfiorò i capelli. Erano così morbidi! Non ci poteva pensare! Combatteva contro ogni forma di violenza. Con la sua popolarità e la sua bellezza. E ora Iris...Si mosse. Appena. Tom sobbalzò. Si avvicinò di più. Iris si mosse di più. Poi aprì i grandi occhi castani. Guardò Tom. Lui non se ne era accorto ma i suoi occhi erano pieni di lacrime. Due cristalli verdi bagnati d'acqua. "Non pianga, la prego! Non posso sopportarlo!"La voce di Iris era un sussurro fragile. Tom le passò delicatamente la mano sotto la testa. "Cosa hai fatto!!??" Iris chiuse gli occhi. Sembrava tanto stanca ma respirava in modo regolare. "La scomparsa di Elsa è stata colpa mia. Sto solo cercando di rimediare" Tom la strinse a sé. "Va bene piccola. Non parlare.Chiamo un'ambulanza. Stai tranquilla.Sei con me. Non ti lascio" Iris aprì gli occhi di scatto "No! La polizia non deve sapere cosa stiamo facendo! Ricorda? Io sto bene. Mi aiuti solo ad alzarmi. Non mi ha toccata. Sono caduta per farmi da parte. Sto bene. Davvero!" Tom si lasciò sfuggire un sospiro tra il dolore e l'ammirazione e il sollievo. La aiutò a mettersi a sedere. Se la teneva stretta al petto incapace di credere che era viva "Sei una piccola pazza coraggiosa! Piccola e coraggiosa!" Si chinò e la Baciò sulla fronte. "Mr. Hiddleston, che sta facendo? Lei non può... Io non sono nessuno..." Le lacrime di Tom si fusero al rame dei capelli della ragazza "Non pianga! Mi aiuti e basta. La prego..." Tom la guardò ancora. Una chiazza rossa si allargava sui jeans all'altezza del ginocchio destro."Sei ferita!" "No è solo un graffio. Devo aver strisciato sull'asfalto. Andiamo." Tom la rimise in piedi. Lei si appoggiò a lui. "Ti riporto a casa, piccola, ti riporto a casa"....

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