Capitolo 13 "Vittoria"

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"Mettiamo in palio un mochi". 
Jimin odiava condividere i suoi mochi ma era così sicuro di vincere che accettò la proposta senza battere ciglio.

"Ok va bene. E visto che vincerò io cosa offri?". Chiese ghignando.

"Ti pagherò una cena". Disse JK portando anche la sua sconfitta ad una vittoria mascherata. Perché se avesse perso avrebbe cenato con lui, da soli.

"Ok va bene". Jimin nemmeno pensò che poteva trasformarsi in un appuntamento quella proposta. Lui era felice di poter mangiare gratis, quello era il suo unico pensiero.

I due iniziarono a camminare verso il mare, non fecero le stesse mosse sexy dell'ultima volta non avrebbero più avuto lo stesso impatto e non volevano distrarsi dalla sfida.

Entrambi erano determinati a vincere anche se forse uno dei due ci avrebbe guadagnato di più perdendo.

Uno di fronte all'altro, presero un gran respiro per poi immergersi completamente.

JK odiava perdere ma era combattuto, poteva avere la sua piccola vendetta mangiando uno dei suoi adorati mochi ma rischiava di non avere più la possibilità di uscire a cena. 

Aveva deciso che avrebbe vinto comunque per la soddisfazione di aver battuto finalmente quel pazzo scatenato.

Ma JK commise un piccolo errore inconsapevolmente.

Stava andando tutto bene, aveva dei bei polmoni e per lui non erano mai stato un problema quel genere di sfide.

Lui le vinceva sempre.

Ecco perché si sentiva così sicuro quando aveva proposto quella sfida, sapeva di aver già la vittoria in pugno.

All'improvviso però sentì le gambe un po' indolenzite fece un passo in avanti restando comunque immerso.

La gamba però affondo all'improvviso, era caduto su una buca, colto alla sprovvista fece un salto dallo spavento riemergendo all'istante.

Sperava di trovare già Jimin in superfice ma lui riemerse qualche istante dopo di lui ghignando quando capì di aver vinto.

"Vintooooooo". Disse urlando Jimin portando in alto le braccia.

"Sei stato fortunato anche stavolta, ma accetto la sconfitta". Disse fintamente deluso. Era facile accettare una sconfitta quando ci avrebbe comunque guadagnato.

Quando finì di esultare abbassò le braccia e voltò lo sguardo su Jk.

"Guarda che non pensi di pagarmi la cena al Mc Donald's, amo quei panini ma voglio spennarti biscottino". Disse ridendo.

"Però sarebbe equilibrato, anzi il Mc Donald's avrebbe molto di più dei tuoi mochi, uno poi". Disse ghignando.

"Non insultare i miei mochi se non vuoi ritornare a fare il cavalluccio frustato". Disse sorridendo malvagiamente.

Ritornarono da gli altri perché ormai si era fatto tardi, dovevano rientrare.

In casa.

Mentre psico aspettava il suo turno per la doccia aveva deciso di scegliere l'outfit per la cena offerta.

Voleva essere semplicemente affascinante, voleva mozzare il fiato a quel biscottino arrogante.

Non sapeva cosa indossare e Yoongi che era seduto sul suo letto se la stava ridendo mentre faceva svolazzare indumenti ovunque.

"Cugino hai intenzione di scegliere qualcosa entro fine anno?". Disse Yoongi continuando a ridere.

"Voglio far impazzire quel biscottino, deve cadere ai miei piedi". Disse Jimin che sembrava aver trovato il giusto outfit.

"Che ne dici?". Disse mostrandogli una camicia bianca con le maniche corte e un jeans nero attillato.

"Che ti luciderà le scarpe con la sua lingua". Disse Yoongi maliziosamente.

"Spero che non la usi solo per quelle". Disse maliziosamente fiero di aver trovato l'abbigliamento giusto.

"Sei il solito pervertito". Disse alzandosi dal letto dandogli una sberla sulla nuca.

"Ahhaha parla il finto santo". Disse ridendo.

Finalmente era il suo turno per la doccia, con suo cugino si faceva vedere spavaldo ma l'idea della cena solo con JK lo terrorizzava.

Sentiva il cuore battere all'impazzata.

Pulito e profumato scese in soggiorno rimanendo lui senza fiato quando vide quel bellissimo manzo davanti a sé.
Il suo outfit era completamente nero, camicia maniche corte nera, jeans attillati neri e un paio di mocassini rigorosamente neri.
I capelli erano portati all'indietro sistemati con il gel e il suo profumo era semplicemente inebriante.
Ma Jimin non era da meno, sembravano quasi vestiti uguali se non fosse che la camicia di Jimin era bianca.
Entrambi avevano i corpi fasciati su quegli abiti che creavano una seconda pelle, che stuzzicavano e ammaliavano chiunque posasse gli occhi su di loro.
 

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