Capitolo 30 "Chiarimento"

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Tutti i ragazzi infine avevano deciso di candidarsi come camerieri, non avendo un lavoro stabile era una grande occasione per loro.
Speravano di essere presi tutti, così da non creare invidia tra loro, sarebbe stato fantastico poter essere colleghi di lavoro oltre ad essere amici.

Sam, il proprietario del locale appena se li trovò tutti davanti sorrise, gli sembravano tutti ragazzi volenterosi e lui aveva bisogno di persone così.
Il ristorante stava andando bene e i lavori per l'allargamento stavano procedendo bene, sarebbero stati ultimati a breve.
In più essendo già amici dei suoi due dipendenti andava sul sicuro, avrebbero lavoro con impegno.
Pensava di far fare una prova a tutti, magari loro sette sarebbero stati i camerieri del primo turno mentre ne avrebbe trovato altri per il serale.
Essendo un ristorante attorniato da aziende aveva la maggior affluenza nella pausa pranzo, il locale era sempre pieno di impiegati o operai che andavano a mangiare prima di rientrare a lavoro.
Richiese a tutti i documenti per potergli preparare un contratto,nel frattempo che i lavori venivano ultimati potevano sistemare il magazzino e fare l'inventario.

Avrebbero iniziato la settimana successiva, appena sarebbe stato in possesso dei contratti da firmare.
I ragazzi uscirono dal ristorante salutando i loro due amici.
Durante il tragitto videro di sfuggita una chioma fin troppo familiare dalla parte opposta della strada.
Jungkook iniziò subito ad innervosirsi vedendo la direzione dove stava proseguendo, sarebbe andata al ristorante dove lavorava il suo Jimin.
Non era il suo ragazzo ma lo sarebbe stato a breve, e quindi non poteva permettere che quella ragazza si mettesse in mezzo.
Erano entrambi gay quindi Jimin non provava attrazione per le ragazze, ma la gelosia del ragazzo non faceva distinzioni.
Le mani che potevano toccare il corpo di Jimin doveva essere solo le sue.

La cosa si faceva ancora più fastidiosa perché i due ragazzi avrebbero anche staccato a breve, sicuramente lo avrebbe invitato ad uscire, la gelosia stava crescendo, arrestò il passo e si fermarono anche i suoi amici.

"Ragazzi voi andate io devo mettere in chiaro una cosuccia". Disse ghignando Jungkook guardando i suoi amici.

Anche loro avevano visto Lisa e sapevano esattamente quali fossero le intenzioni di Jungkook.
Conoscevano la sua gelosia e la possessività che stava nascendo nei confronti di Jimin.

"Vai piccolo Kookie segna il tuo territorio". Disse ridendo Hobi.

"Per favore, non pisciargli addosso come fanno i cani, limitati a fare qualcosa di più soft". Disse ridendo Taehyung.

"Ho degli amici proprio simpatici". Disse sorridendo Jungkook.

Si misero tutti a ridere e salutarono Jungkook prendendo direzioni diverse.

La sua camminata era veloce e decisa, non doveva dare tempo a Lisa di chiedere qualcosa al suo pasticcino.
La ragazza entrò con il sorriso tra le labbra.
Salutò i due ragazzi che stavano pulendo i tavoli, ricambiarono il saluto.
Si avvicinò a Jimin.

"Visto che hai finito di lavorare pot-". La sua frase fu interrotta dall'ingresso di Jungkook.

"Pasticcino ho dimenticato di darti una cosa prima di andare via". Disse Jungkook avvicinandosi molto a Jimin facendo spostare Lisa che lo guardava perplessa.

Jungkook mise una mano sulla schiena di Jimin avvicinandolo a sé, l'altra la mise dietro alla nuca e lo baciò sulle labbra, picchiettò con la lingua il labbro inferiore del più basso, lui schiuse le labbra sorpreso e felice per quel gesto, le loro lingue si intrecciarono.
Un bacio che durò qualche secondo, il tempo necessario per far capire alla ragazza che quel bellissimo ragazzo era già suo.
Yoongi sorrise per quel bacio e per la faccia sconvolta della ragazza che tutta imbarazzata se ne uscì dal locale senza salutare.

Jimin e Jungkook si guardarono sorridendosi, avevano le guance leggermente rosse.

"Avevo dimenticato questo". Disse dolcemente Jungkook.

Jimin ridacchiò e Jungkook aggiunse.

"E poi dovevo chiarire una cosa". Disse sorridendo.

"Cosa?". Chiese Jimin confuso.

Jungkook fece finta di non sentire la domanda e saluto andando verso la porta, la aprì e si voltò dicendo.

"Che tu sei già mio". E uscì senza sentire la sua risposta.

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