6. La forza del destino

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Ho già fatto questo sogno. E iniziava sempre con una tempesta.
MICHAEL SHANNON

Quella notte sognai una tempesta di fulmini.

I tuoni rompevano il silenzio con assordanti boati, i lampi illuminavano il cielo notturno come se fosse pieno giorno, i fulmini spiccavano nel cielo e cadevano sull'asfalto in tutta la loro potenza.
Io ero seduta al centro di una strada e attorno a me risuonava la tempesta.

Davanti ai miei occhi si alternavano il viola, il blu e il nero, alcuni alberi bruciavano per via dei fulmini che li avevano colpiti.

Ed ero consapevole di una cosa: io controllavo la tempesta, per mia volontà si levavano i tuoni.
Io ero la tempesta di fulmini.

Notai improvvisamente un particolare di cui non mi ero accorta: c'era qualcuno in piedi sulla strada.
Era di spalle, non riuscivo riconoscerlo, sapevo solo che fosse un ragazzo.

Sentivo una strada sensazione. Volevo colpirlo, ma sapevo che non era la cosa giusta da fare.
Ma volevo farlo. Sarebbe stato facile.

La sensazione che la sua vita fosse nelle mie mani mi inebriava.

Improvvisamente sentii una voce da un punto indefinito.
"Scegli tu la tua strada"

La sveglia che suonava mi ridestò da quel sogno.
I dettagli stavano già sparendo nella mia mente, ma la voce era più che chiara.

Scegli la tua strada.

Potevo scegliere se colpirlo o no. Cosa avrei scelto?
La verità era una: era stato solo un sogno e adesso dovevo tornare alla vita reale.

Spensi la sveglia delle 6 e 30 e mi preparai per affrontare una lunga giornata.

Andai in bagno, lavai i denti, mi vestii e mi truccai. Un trucco leggero, giusto per coprire un po' le occhiaie che la scuola mi aveva causato.
Scesi in cucina alle 7.

"Buongiorno amore" mi salutò mamma, indaffarata già a quest'ora del mattino a scrivere qualcosa a computer.

Non riuscivo proprio a concepire come facesse ad andare avanti, perfino ridere ed essere felice, dopo tutto quello che aveva vissuto.

Soprattutto non concepivo come riuscisse ancora a guardarmi.

"Buongiorno" le diedi un bacio amorevole sulla guancia "Faccio colazione a scuola ok?" le dissi per informarla del motivo per cui non stavo mangiando.

"Va bene. Come sta Sarah?"

Eravamo amiche da una vita ma non era mai piaciuta a mia madre.
"Sta bene mamma, energica più che mai" risposi io con ironia. In realtà era vero, straordinariamente era sempre pimpante.

Lei sorrise distrattamente.

"Io esco, ci vediamo dopo"

"A dopo tesoro"

Uscii di casa con il venticello che mi scompigliava i lunghi capelli.

Fu tutto come al solito, il bus arrivò al solito orario, ci misi il solito tempo per arrivare a scuola, vidi le solite persone. Tutto come sempre. Tutto noiosamente ordinario.

Sarah mi stava aspettando al solito posto davanti all'entrata. Quando mi vide, mi sorrise.
"Buongiorno Ed"

"Giorno Sarah" dissi, attenta a non farmi scappare neanche un sorriso. Ma lei era abituata e non si offese.
"Pronta per fare nuove conoscenze?"

Che significava questo?

"Che intendi?"

"Lucas mi ha detto che porterà un paio di amici" dalla voce si percepiva che era emozionata. Beh, io no.
Ma dai sul serio? Non sono mai stata brava con la gente.

TenebrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora