8. Oggi come allora

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"Noi vediamo il nostro io migliore
negli occhi di coloro che ci amano. E c'è una bellezza che solo la brevità procura."
                                                     CASSANDRA CLARE

10 anni prima

"RIDAMMELA È MIA!" urlò la bambina.
"Non è vero è la mia!" rispose impettita l'altra senza però alzare la voce.

La bambina dai capelli castani incrociò le braccia al petto, non voleva saperne di demordere.
Ma la bambina dai capelli neri nemmeno.

"Uffa però Ellen, a te non piacciono le bambole, potresti darmela" la bambina dai capelli castani mise il broncio.

"Si Eden non mi piacciono, però è mia" rispose la bambina dai capelli neri. Bisticciarono come sanno fare i bambini, ma poi fecero pace come fanno le sorelle.

Presente

Era proprio una bella giornata.
Troppo bella perché la morte la rovinasse.
Ma la mietitrice non risparmia nessuno, soprattutto coloro dal cuore buono e che potrebbero dare di più al mondo.

La morte tiene per sé le persone migliori per non lasciarle alla vita, che non sa custodire le anime.

Quel giorno tutto mi sembrava più grigio, le foglie colorate del tardo autunno per me tendevano tutte alla stessa sfumatura e il cielo, seppur limpido, non mi sembrava diverso da un giorno di pioggia. Perfino Sarah quel giorno a scuola non conservava il suo sorriso caldo.

Cercava di confortarmi senza dire una parola. Lei mi conosceva meglio di chiunque altro e sapeva quanto poco mi piacesse parlare dell'accaduto.

Non vidi nemmeno Aster tra i corridoi, oppure si.
Ero troppo persa tra i miei pensieri per notarlo.
La giornata scolastica passò più velocemente del solito e presto lasciò il posto al pomeriggio.
La parte della giornata che temevo di più.

Tornai a casa e l'atmosfera non era sicuramente delle migliori. Perfino Chris era giù di tono.

"Non dimenticarti che tra 20 minuti si esce" mi disse la mamma dalla cucina appena arrivai.

Non mi salutò con un bacio come al solito ma la capii, nessuno di noi aveva voglia di provare gioia nemmeno per un istante in quel giorno.

Annuii solo, senza essere ironica o scorbutica.
Salii in camera e mi cambiai i vestiti. Preferii qualcosa di più comodo rispetto ai jeans messi a scuola.

Tornando al piano di sotto mi soffermai a guardare un po' troppo a lungo la "stanza nera" e un'orda di ricordi mi invase la mente.

9 anni prima.

"NOO SMETTILA MI FAI IL SOLLETICO" strillò la bambina dai capelli neri.
"È questo quello che voglio" la bambina dai capelli castani continuò a solleticarla sul collo, sulla pancia e sotto le braccia.  Le risate si diffondevano come l'eco sui monti nella casa.

La bambina dai capelli neri corse sotto il letto e quella dai capelli castani le corse dietro schiamazzando.
La stanza era inondata della luce del sole di primavera e l'aria profumava di fiori appena sbocciati.

"Ti prendo Elly" urlò la bambina dai capelli castani e le prese la maglia per fermarla. Nel farlo però, le fece sbattere la testa sulle assi del letto.

"Ahia Ed" la sua voce era stridula ma non incrinata.
La bambina dai capelli castani era preoccupata e si sentiva in colpa per averla ferita.

La aiutò ad uscire e la abbracciò tenendola stretta, le controllo la testa per accertarsi che non ci fossero tagli.
"Scusami Elly non volevo" aveva gli occhi lucidi e la voce rotta di chi sta per piangere.  Ma la bambina dai capelli neri non era arrabbiata, né triste e né rancorosa.

TenebrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora