9. Atomi

20 0 0
                                    

Non so cosa unisca
le parti dell'atomo, ma a legare
gli esseri umani sembra
sia il dolore.
                                                         Andrew Sean Creer

E come se fossero passati mesi, il giorno dopo il distacco fu impressionante.

I colori non erano mai stati troppo accesi ai miei occhi, ma si vide la differenza quando mi svegliai la mattina del 2 Dicembre.

Le foglie non tendevano più tutte alla stessa sfumatura di grigio e il mondo non mi sembrava avvolto da un velo nero. Purtroppo la stretta al cuore che mi portavo dietro da tutta la vita non voleva saperne di andarsene.

Ma come ogni giorno scesi dal letto, perché la vita va avanti. Non importa quante persone perdi, quanto dolore provi e quanto la tua anima si senta persa. Il mondo non ti aspetta.
E la morte arriva.

Feci le cose di sempre: andai in bagno, mi preparai, salutai la mamma. L'unica cosa diversa quel giorno era Christian già pronto in cucina.

"O mio dio, ci vedo bene?" mi strofinai gli occhi con fare teatrale e mi portai la mano sulla bocca per enfatizzare la sorpresa di vederlo già in piedi.
"Si si ora finiscila" biascicò.

"Ma sei appena tornato giusto?"

Non rispose e mi fece semplicemente il terzo dito.
Gli mandai un bacio ironico e lui alzò gli occhi al cielo.
Nonostante tutta la mia finta sorpresa era una cosa normale per noi.

Ogni anno dopo l'anniversario della morte di Ellen si sentiva in colpa di aver sprecato tutte le opportunità ricevute e decideva di cambiare atteggiamento.
Durava poco in maniera imbarazzante.

Dopo un paio di giorni la cosa finiva, segno di quanta forza di volontà e perseveranza avesse.
Le sue intenzioni potevano anche essere sincere ma sicuramente avrebbe potuto impegnarsi di più.
Lo biasimavo per ogni cosa.

Per buttare all'aria tutto quello che lei avrebbe voluto fare, per non essere quello che lei aveva desiderato che fosse.

Alla fine il discorso cadde e le cose procedettero normalmente.
Christian prese il bus con me per rispettare il programma del suo giorno da figlio modello.
Arrivati a scuola ci separammo, non credo avesse intenzione di risparmiarsi anche la sigaretta con gli amici.

Sospirai ma non provai a richiamarlo, sarebbe stato inutile. Al contrario mi incamminai verso il luogo dove solitamente mi aspettava Sarah.

Lei era lì seduta sulla solita panchina, in compagnia di Lucas e Will, il suo amico.

non credo tu sia pronta

No, infatti.

Non potei fare dietrofront perché Lucas mi vide prima.
"Buongiorno Eden" sorrise allegramente.

Sarah vedendomi mutò leggermente il suo sorriso in un'espressione di compassione, che scomparve appena si rese conto che non eravamo sole.
Cercai di raccogliere tutto l'autocontrollo che possedevo e feci una smorfia che avrebbe dovuto essere un sorriso.

"Ehy ciao" la mia voce era disinvolta come sempre, solo chi mi conosceva bene avrebbe potuto notare la nota dura infondo, che partiva direttamente dal cuore e si propagava nelle corde vocali.

Fortunatamente nessuno mi conosceva così.

"Ehy tipa strana" Will era sempre stato il più facile da sopportare tra loro. Forse perché era il meno invadente.

"Oggi non porti il berretto giallo?" indicai la testa spoglia e i capelli scompigliati alla brezza leggera.
"È una storia triste" ridacchiò Lucas.

TenebrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora