"sono venuta solo perché così smetti di chiamarmi Oliver" dico rimanendo ferma davanti a lui, senza neanche togliere il cappotto, non ho intenzione di restare per molto.
"ti prego, siediti" dice indicando il posto accanto a lui sul divano.
"no, grazie rimango qui, Oliver, dimmi perché mi hai chiamata e basta" dico incrociando le braccia al petto.
"vuoi qualcosa da bere?"
"no"
"quindi sei venuta solo perché io smetta di cercarti?"
"si"
"perché non mi ami più?"
"è questo il problema più grande Oliver, non ho smesso di amarti, ma non potevo più restare con te, non se stare con te faceva stare male me" dico sentendo le lacrime iniziare a scendere lungo le guance, ma sapendo quanto si arrabbiava quando piangevo.
"e allora perché mi hai lasciato?" dice alzandosi dal divano e venendo davanti a me, sovrastandomi.
Ho cercato di sembrare forte fino ad ora, ma quest'uomo poteva cambiare umore nell'arco di un secondo e mi spaventava, e poche cose riescono a spaventarmi.
"te l'ho già detto, non ero più contenta" dico abbassando lo sguardo, sentendo la voce tremare.
Oliver mi stringe il volto tra le mani, guardandomi negli occhi, lo sguardo schifato e arrabbiato.
"non ti credo" dice alzandomi il volto e guardandomi negli occhi, provo a guardare altrove ma mi strattona, facendomi guardare verso di lui.
"guardami negli occhi quando parlo e rispondimi sinceramente, c'è un altro?""no" dico mentre una lacrima scende fino alla sua mano.
"e allora perché non mi vuoi più? Io ti amavo, non puoi lasciarmi" dice lasciandomi e struggendomi le mani, cambiando improvvisamente tono.
"Oliver, io-"
"io so che ti ho trattato male, so che che a volte non mi comporto nel modo giusto, ma tu sei mia e tu devi stare solo con me" dice guardandomi.
"Oliver, ti ho assecondato per troppo tempo, non ho più amici, l'unica cosa che mi era rimasta era andare a lavoro e poi non ti andava bene neanche più quello, io non ce l'ho fatta più. Io, io non voglio più stare con te" dico piangendo.
"sai cosa Evelyn, se non potrò averti io, non ti avrà nessun'altro"
E non so come è successo, non capisco l'ennesimo cambio di umore, sono così confusa, cado a terra urlando di dolore, portando le mani sul ventre e sulla spalla, vedendomi le mani improvvisamente coperte di sangue.
Alzo lo sguardo verso Oliver, in ginocchio davanti a me, le mani coperte di sangue e le guance coperte di lacrime. Prova a parlare ma non lo sento, l'ultima cosa che vedo è lui alzare in aria un coltello prima di puntarlo sul suo petto, poi, zero.
Salto improvvisamente sul letto, respirando affannosamente, sudore e lacrime mi circondano il volto, alcune ciocche di capelli sono appiccicate sulle guance.
Le sposto guardando Max in piedi davanti a me con l'espressione preoccupata, "scusa amico, è solo un incubo"Mi siedo togliendomi la coperta, prendo un respiro profondo andando in bagno.
Mi poggio al lavandino aprendo il rubinetto e bagnandomi il volto con acqua gelata per svegliarmi.
Guardandomi allo specchio mi viene automatico alzare la maglia, delicatamente passo la mano sulle cicatrici in rialzo sul mio corpo, nel momento in cui mi riempio di brividi lascio la maglia ricadermi sui fianchi, guardandomi mi rendo conto che sto ancora respirando affannosamente.
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living with the Evans
FanfictionEvelyn è una ragazza che si trasferisce a Boston lasciandosi alle spalle il passato, per fare la ragazza alla pari nella famiglia Evans, non presta molto attenzione al cognome, essendo un cognome molto diffuso in America. Ma un giorno scopre di star...