7 chiamate perse da Chris
Chris ha lasciato 3 messaggi in segreteria
20 messaggi da Chris:
Chris: Eve per favore rispondimi (23:07)
Eve mi dispiace se ho fatto qualcosa che non dovevo (23:22)
Sto provando a chiamarti (23:42)
Per favore rispondimi, voglio parlare (00:38)
Buonanotte, mi dispiace. Un bacio ( 02:24)
Buongiorno, possiamo vederci? Sto provando a chiamarti (08:23)
Ho provato a chiamarti anche a casa ( 08:43)
Eve dove sei? Tutto bene? (09:03)
Eve, ti prego rispondimi, qualsiasi cosa sia successa, possiamo parlarne (09:35)
Non voglio disturbarti, voglio essere sicuro che tu stia bene, per favore chiamami. (10.37)
Tre chiamate perse da Dottoressa Thompson
Dottoressa Thompson: Buongiorno cara, tutto bene? Ti aspetto in chiamata
Immagino si sia dimenticata, non si preoccupi, appena può mi chiami per il prossimo appuntamento.
Ho ricevuto una chiamata da suo fratello Gabe che mi ha avvisato delle vicende, non tardi a chiamarmi appena può. Eve non si dimentichi di tutti i progressi fatti, si ricordi che è degna dell'amore che ha intorno a lei, non si richiuda in sé stessa, è ancora in tempo per sistemare tutto, non si preoccupi.
Sono contenta che mi abbia chiamato, ricordi tutto ciò che le ho detto. Si riposi se è quello di cui ha bisogno, ma non si lasci annegare dalla paura. Chiami quel ragazzo. Noi ci sentiamo tra due giorni, obbligatorio.
...
"Eve"
Un sussurro nel buio della mia stanza mi sveglia, ma non muovo un muscolo, non riesco, sento il cuore accelerare e il respiro velocizzarsi, ma nient' altro nel mio corpo sembra reagire. Il piccolo mondo che mi sono creata nella mia vecchia camera sembra riflettere esattamente come mi sento dentro, buia e vuota, immeritevole di luce, di calore, immeritevole di amore.
"Eve" un secondo sussurro mi aiuta a identificare la voce, proviene da mio fratello. "Come va oggi?"
Sento il materasso muoversi sotto di me, il religioso silenzio in cui mi ero rifugiata ora era rotto dal respiro pesante di Gabe seduto al mio fianco.
Non rispondo. Non merito la sua attenzione, La verità è che sono una palla al piede per tutti, farei meglio a rimanere per sempre chiusa qui.
"Ti ho portato un toast, mangia qualcosa"
"Si, dopo" rispondo a bassa voce, tenendo gli occhi chiusi.
"D'accordo" Si avvicina mi lascia un bacio tra i capelli ed esce, prendendo il piatto ancora pieno di ieri sera.
Il silenzio torna sovrano, sento lo stomaco brontolare ma non importa. Non ho fame.
Spengo la mente e dormo.
...
Un peso si siede sul letto, lo sento ma non mi muovo. Non parla e non riconosco il ritmo del suo respiro. Sto per trattenere il respiro per far calare il silenzio nella mia testa e capire di chi si tratta, ma la persona inizia a parlare.
"Non mangi?" Riconosco la voce immediatamente, Oliver.
Non rispondo, ma sento la gola bruciare, vorrei parlare, dirgli andarsene, ma non ci riesco. Perché è qui? Chi l'ha fatto entrare?
"Brava, fai bene. Muori di fame." Lo sento muoversi, si sdraia. Mi giro, ma non riesco ancora a dire nulla, lo trovo sdraiato con le mani incrociate dietro la nuca, guarda il soffitto. Sorride pensando.
"Non sarai una perdita. Non sei buona a niente, nessuno sentirà la tua mancanza" Lacrime iniziano a scendere lungo le mie guance, provo a parlare ma il mio corpo sembra non rispondere. "Forse solo quell'idiota di tuo fratello e quella puttana della tua amica.", dice pensandoci un po'. Non osa neanche guardarmi.
"Per gli altri non sei niente, non sei nulla. Resta pure a marcire su questo letto.", continua. "Forse l'unico a cui mancherai sarà quello schifo del tuo cane, che senza di te probabilmente finirà a marcire e morirà insieme a te, credendo che tu l'abbia abbandonato".
Inizio a singhiozzare e ad agitarmi, la rabbia si impossessa del mio corpo e con uno scatto tento di colpirlo, ma il mio polso viene bloccato velocemente dalla sua mano senza neanche voltarsi, come se sapesse già che avrei provato a colpirlo.
"Sei cambiata Evelyn, un tempo non avresti mai provato a colpirmi, cosa ti è successo? Sei diventata più coraggiosa? Ti sono cresciute le palle? Sarebbe stato più divertente se avessi sempre lottato, invece che lasciarti picchiare, non sapevi far altro che piagnucolare. Peccato ora non potrò più manipolarti come un pupazzo."
Provo ad alzarmi per andarmene, ma improvvisamente non riesco più a muovermi. "Dio quanto mi sono divertito quella sera... È stata la prima sera in cui hai lottato davvero, la paura di morire deve essersi impossessata di te, cercavi di liberarti, mi colpivi e urlavi. Ero incredibilmente eccitato. Mi dispiace che tra noi non sia mai stato così."
Dopo qualche secondo di silenzio Oliver torna a parlare, "Quindi perché, dopo aver lottato così tanto per vivere ora vuoi morire? Non fraintendere, non me ne importa un cazzo se finisci per morire di fame, ma per curiosità... C' entra forse quel tuo nuovo ragazzo? Quello che sembra uscito da una pubblicità di Dior? Com'è che si chiama? Chris? Se vuoi ammazzarti o lasciarti morire fallo, ma non credere che mancherai a quello stupido del tuo ragazzo, probabilmente non vedeva l'ora di liberarsi di te, proprio come me."
Mentre parla lo vedo tirare dalla tasca dei pantaloni un coltello da cucina, uno di quelli del set che ci aveva regalato sua zia Matilda quando siamo andati a vivere insieme. Non so come abbia fatto a infilarlo in tasca, ma inizia a giocarci passando l'indice sulla lama, senza preoccuparsi di ferirsi.
Pensa un po' alle prossime cose da dire, poi con un ghigno si volta verso di me, solo ora noto che i suoi occhi sono vuoti, vitrei, come se fosse ceco. Come se fosse morto.
"Sai, io non sono riuscito ad ucciderti, ma magari lui riuscirà a portare a termine il mio intento e finalmente sarai mia. Per sempre."
Mi sveglio sudata e con i capelli appiccicati alla fronte, sento qualcuno sul letto di fianco mettersi seduto di colpo e sento vagamente delle persone parlare per le scale e dei passi, le voci si fanno sempre più vicine e il tono inizia ad alzarsi. Non riesco a capire cosa stiano dicendo, riconosco la voce di mio padre, ma sono ancora un po' addormentata per capire di chi sia l'altra voce. Apro gli occhi e con la poca luce nella camera riesco a vedere Max dormire ai miei piedi e Gabe alzarsi e raggiungere la porta proprio mentre questa si spalanca. "Ehi!"
Gabe rimane davanti la porta, ma nonostante la sua altezza l'uomo davanti a lui riesce facilmente a guardare nella stanza e incrocia il mio sguardo. È sudato e paonazzo, ha il fiatone, ha gli occhi rossi e le occhiaie, i capelli schiacciati sulla testa e gli occhiali da vista. Prende un respiro e si spinge nella stanza, Gabe non dice nulla, gli tocca la spalla e si sposta lasciandolo entrare e raggiungendo mio padre.
"Eve" sussurra entrando nella stanza, mentre Max lo raggiunge scodinzolando e annusandolo.
Mi siedo vergognandomi non so neanche io di cosa, abbasso lo sguardo. Lo sento inginocchiarsi davanti a me, non mi tocca ma porge una mano sperando che io la afferri.
Alzo lo sguardo e noto che ha gli occhi lucidi, sollevo la mano tremante e la appoggio sulla sua, immediatamente la afferra con due mani e se la porta alle labbra chiudendo gli occhi, una lacrima gli scende sulla guancia.
"Chris..."
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Sono sparita lo so, scusatemi, sto riprendendo a scrivere 💗
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living with the Evans
FanfictionEvelyn è una ragazza che si trasferisce a Boston lasciandosi alle spalle il passato, per fare la ragazza alla pari nella famiglia Evans, non presta molto attenzione al cognome, essendo un cognome molto diffuso in America. Ma un giorno scopre di star...