"Mi dicono che ho un brutto carattere e hanno ragione perchè a differenza di molti, io non lecco il culo a nessuno"
-Dott. House
«Buongiorno e benvenuta alla Willows Enterprise come posso aiutarla?» una bellissima donna castana dalla carnagione olivastra molto elegante e un rossetto rosso fiammeggiante sulle labbra la accolse alla reception, il cartellino sul suo petto indicò che si chiamava Lauren.
«Ehm.. si, ho un colloquio con il signor Willows» rispose agitata Isabelle; tremava freddo, era così ansiosa che torturò le sue mani fino a farle diventare rosse.
«Certo, ultimo piano a destra» le indicò con professionalità l'ascensore.
All'ultimo piano il capo era furioso, non era riuscito a concludere un affare col mercato cinese, era fuori di se e più freddo del solito.«Barbara se non mi porti una camomilla ora, giuro che licenzio te tutti i lavoratori in questa cazzo di struttura» urlò senza ritegno, aveva perso oltre 230.000 dollari e non ci vedeva più dalla rabbia. Ad un tratto sentì bussare alla porta, pensava fosse Barbara, il caposala e disse "avanti" ma no; la sua camomilla non era arrivata, alla porta vide una giovane donna dai capelli rossi e gli occhi verdi, magra con lo sguardo che cattura.
«Buongiorno, p-posso?» Isabelle, balbettando chiese il permesso per entrare all'uomo che fino a pochi secondi prima era infuriato, maledisse quel giorno, pensò che sicuramente non l'avrebbe presa, era troppo arrabbiato.
Willows quando vide la ragazza trattenne il respiro per tre secondi, cadde in catalessi, i ricordi gli riaffiorarono ma poco dopo annui con il capo e Isabelle con passo non molto deciso entrò e col cenno del capo si sedette alla poltrona davanti alla sua scrivania.
«Cosa vuole?» chiese freddamente Thomas, nonostante la bellezza della ragazza non aveva tempo da perdere in chiacchiere e non sapeva neanche chi fosse quella.
«Ehm.. sono qui per il posto di lavoro» disse la rossa acquisendo un finto tono deciso, Thomas capì subito che sotto tutta quella determinazione c'era una rammollita che tremava di paura, incurvò l'angolo della bocca in un sorriso di disprezzo e sentì il suo svegliarsi.
«Il curriculum» neanche la guardò in faccia, proprio non era giornata. Cominciò ad aprire la cartella nel pc con i file dei colloqui. La ragazza gli porse il curriculum e lui sbuffando più di una volta lo lesse.
Si chiamava Isabelle Ginevra Johnson, nata a Sidney bla bla bla... diplomata in marketing con il massimo dei voti, conoscenza di ben quattro lingue.
«Parli lo spagnolo?» chiese sorpreso Thomas, era raro trovare donne acculturare.
«Si, muy bien» disse convinta, l'aveva capito, aveva detto "molto bene", lui conosceva più lingue di lei, parlava fluentemente: il mandarino, l'italiano, il francese, lo spagnolo, il russo e il rumeno.
«E il francese..» continuò lui
«Très bien»
«E il tedesco.» finì lui.
«Sehr gut,» disse lei.Aveva convinto il capo? Secondo lei si.
«Vedo che hai lavorato in questo campo per diversi anni» disse con interesse lui, se fosse vero quel interesse, Isabelle non lo sapeva.
«Si ma in Australia» sussurrò la ragazza.
"Che sognatrice, si trasferisce dall'Australia e viene qui a New York per fare carriera. Pff..." Pensò ma glielo avrebbe detto prima o poi.
«Insomma perché vuoi il posto?» chiese con nonchalance il boss. «Perché ho bisogno di essere indipendente e contribuire alla crescita di questa società .» disse con un'impressionante sinceritá.«Allora è tuo» infine concluse, dopo aver negato il posto a più di cinquanta gallinelle alla ricerca di carciofi.
«Chiedi di Barbara, ti mostrerà il tuo studio. é qui accanto e visto che quell'incompetente non è in grado di fare una fottuta camomilla, fammela tu. Ora.» Isabelle dopo tutta l'autorevolezza del capo era felice e sollevata. «Sissignore. Posso andare?» chiese mascherando la sua felicità e Willows annuì. Scusi il illows ha riferito di dire alla signora Barbara di mostrarmi l'ufficio per la sua assistente» Isabelle si fermò ad un bancone accanto all'ufficio del capo, c'era una donna tutto fumo e niente arrosto bionda con i capelli tutti cotonati, sembrava una pecore, vestita tutta di punto e sul volto aveva un trucco pesantissimo.«Perché dovrei mostrarla a te?» chiese con circospezione.
"Sta vipera" pensò Isabelle, era più che sicura che non sarebbero mai andate d'accordo.
«Ordini del capo» disse sfoggiando un palese sorriso falso.
La signora Barbara sbuffando uscì dalla sua postazione e la portò nella stanza davanti al bancone.
Era un gran ufficio molto classico con un pavimento nero lucente e le pareti grige, dietro alla scrivania c'era una vetrata da cui si poteva ammirare il panorama della grande mela.
Era sorpresa, subito ricordò che il capo voleva una camomilla.
«Scusi la cucina dov'è?»
«Nella stanza accanto, neanche sei arrivata e già fai pausa?» chiese Barbara in modo strafottente e per poco Isabelle non la mandava a quel paese.
Ignorandola uscì dall'ufficio e si precipitò nella stanza accanto per preparare la camomilla.
Dopo aver sudato sette camice portò la camomilla al capo.«Devi essere più veloce, sei troppo lenta» disse con acidità e rabbia.
«Scusi, ho appena capito come funziona il bollit-» cercò di giustificarsi ma Willows la fermò non voleva giustificazioni e non aveva tempo per sentirle, doveva trovare una soluzione per concludere il contratto con i cinesi.
«Senti non mi interessa, preparati tra due giorni partiremo per la Cina, sposta tutti i miei appuntamenti alla settimana prossima e non più di due al giorno, dopo aver fatto tutto torna qui che devi compilarmi questi documenti» Isabelle cercò di ricordare tutto e con il suo permesso uscì ed entrò nel suo ufficio dove rimase fino alle sette.Ormai era stanca, doveva finire di compilare documenti per contratti all'estero, ad un tratto la porta si aprì.
Entrò Thomas con tutta la sua autorità e si avvicinò alla scrivania della ragazza.
«Hai finito?» le sussurrò. Lei sussultò a sentire la sua voce, le piaceva la sua voce, era calda-fredda e pensava che il capo fosse davvero bello.
Era castano con gli occhi color smeraldo, sembrava un gatto e lei andava pazza per i gatti.
«Mi-mi mancano d-due fogli, perché le serve qualcosa?» Thomas le avrebbe tanto voluto chiedere di andare a bere qualcosa insieme ma decise di non azzardare
«No. Io vado, ci vediamo domani» non le fece rispondere e se ne andò.
Isabelle continuò a lavorare e una volta finito tutto, ordinò le sue cose e andò in cucina a farsi una tazza di tè con un goccio di latte all'inglese.
Guardo l'orologio al polso e si accorse che erano le nove passate, prese il giubbotto, la borsa e scappò a prendere un taxi.
Dopo un tempo indefinito un taxi si fermò e la portò a casa.
Scese goffamente dalla macchina e entrò nel suo appartamento.«Belle, ma che fine avevi fatto! Ti ho chiamato cinque volte, mi stavo preoccupando!» urlò dalla cucina Shannon.
«Scusa solo che ero troppo impegnata, mi hanno dato il lavoro e me ne sono quasi pentita» disse sbuffando
«Sono felice per te! Perché ti sei pentita?» chiese curiosa
Isabelle si avvicinò al frigorifero e tirò fuori due lattine di birra, una per lei e una per l'amica, quando era stressata la beveva sempre.
«Perché il capo é un isterico! Mi ha subito incaricato duemila lavori ed è un acidone... per non parlare della caposala, una sgualdrina tutto fumo e niente arrosto...» doveva sfogarsi.
«Ahah allora, com'è il capo fisicamente?» chiese bevendo la sua birra.
«Fisicamente è uno schianto. Alto, magro, palestrato, occhi verde smeraldo e ha due labbra carnose ma è severo e molto. Comanda a bacchetta tutti ed è anche menefreghista.» disse togliendosi i tacchi.
Per il colloquio aveva deciso di indossare una giacca elegante nera e una gonna a tubo fino alle ginocchia dello stesso colore e per concludere un paio di tacchi color lilla per staccare dal colore nero. Era un asso con i tacchi, li portava di ogni misura.
«Wow, devi presentarmelo prima o poi» disse Shannon con un sorriso malizioso, Isabelle fece roteare gli occhi ed andò nella sua stanza.
Si precipitò in bagno e si immerse nel box per una bella doccia calda dopo di che andò a dormire.
Willows come al solito era al club più conosciuto in America dai vip.
Giocava a poker con amici della mafia di vecchia data ma le fish rosse gli ricordavano la sua segretaria rossa.
Pensò che era diversa dalle altre, non ha provato a sedurlo, non era una sciatta e sicuramente quella rossa gli avrebbe fatto patire le pene dell'inferno.||Spazio autrice||
Heey!
Ebbene si... Isabelle è entrata nel mondo di Thomas Willows, già vanno male le cose.. chissà cosa succederà più in la.. One moment. Io lo so! MHUAHAHA ok no.
Cosa ne pensate? Voglio sapere!
Vi ricordo di Non Amarmi e Don't love me.
⚠️ATTENZIONE: 'Don't love me' non è il sequel!Kisses, Catia99
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Everlasting||Love Trilogy||
ChickLit"A volte hai la sensazione che alcune cose possano durare per sempre" Cit. LEI è Isabelle Johnson: ventitreenne originaria dell'Australia che decide di trasferirsi a New York per realizzare il suo sogno americano. Si è recentemente diplomata in mar...