"Ammiro le persone che conoscono il peggio di me, e non se ne sono mai andate"
Cit.
Era passato un mese da quando Isabelle aveva conosciuto Thomas ma non era cambiato nulla; Isabelle era ancora innamorata persa di lui e Thomas pazzo di o per lei.
Da quando erano tornati non si erano toccati più, neanche un bacio. Thomas aveva concluso il contratto con Shajin e ne era soddisfatto, era felice anche perché Dave era sparito dalla sua vita.
Quella mattina Thomas aveva un intervista con una giornalista importante: Sandy Chuck e fece in modo che tutto fosse perfetto. Isabelle, erano ormai giorni che non dormiva per rendere tutto perfetto.
«Signor Willows ecco a lei la camomilla, la signorina Chuck sarà qui a momenti» disse Isabelle con tono professionale, decise di tenersi tutto dentro e non dichiararsi.
«Okay, puoi andare» la congedò lui gelidamente.
Dopo quarantacinque minuti arrivò la giornalista che intervistò Thomas nel suo ufficio ponendogli domande davvero bizzarre tra cui il rapporto tra lui e la segretaria.
Dopo l'intervista decisero di andare a pranzare insieme e ciò fece diventare nera dalla rabbia Isabelle che quando lo scoprì cominciò a prendersela con l'intera umanità.
«Ei' pranziamo insieme?» le chiese Laurel alla reception «No.» tagliò corto lei prima di uscire.
Il suo cellulare iniziò a squillare, guardò lo schermo: era Dave!
«Pronto Dave!» «Hey Belle! Come stai?»
«Bene tu?»
«Bene! A cosa devo questa telefonata?» chiese Isabelle aggrottando la fronte.
«Niente volevo salutarti! Come sta tuo marito?»
Quando sentì quella parola rabbrividì e dopo un po' di esitazione rispose: «Bene grazie, ehm Dave scusa devo andare»
«Okay, ci sentiamo. Ciao piccola» attaccò il telefono e decise di passare al bar a comprare un panino per poi andare al parco a mangiarlo.
Restò lì fino alle due e mezza a guardarsi intorno ammirando la natura poi tornò a lavoro. Laurel ancora non era tornata e lei voleva scusarsi, così prese un post-it dal bancone e le scrisse: "Scusa ero nervosa. xo" poi salì nel suo ufficio e quando aprì la porta si ritrovò Thomas che faceva avanti ed indietro nella stanza, quando la vide corse verso di lei.
«Dov'eri?» chiese preoccupato «A pranzare?» alzò un sopracciglio lei.
Le afferrò il viso e la baciò. Un bacio sincero, lei gli cinse le braccia al collo e schiuse le labbra per far penetrare la sua lingua.
«Pensavo te ne fossi andata» le sussurrò sulle labbra e Isabelle scosse la testa, ripresero a baciarsi e finirono nell'ufficio di lui in una stanza interna all'ufficio.
Lei si aggrappò con le gambe alla vita di lui e con le mani gli scompigliò i capelli, lui le baciò il collo e le morse il lobo.
La fece sdraiare sul letto e continuò a baciarla e a tracciarne scie lungo il corpo. Lei gli levò la maglietta e lui le sbottonò la camicia, la voleva da morire e Isabelle se ne accorse quando senti il suo sesso premere su una coscia.
Thomas continuò a baciarla fino all'ombelico poi con due dita le abbassò sia i pantaloni che le mutande, la guardò per un po' ammirando il suo corpo perfetto poi con il pollice le torturò il clitoride che era già bagnato.
Le ficcò due dentro e con dei momenti ripetitivi la fece venire, poi entrò dentro di lei che si sentì piena. Era felicissima ma era stanca di fare solo sesso, lei voleva le sue coccole, i suoi baci veri voleva il suo amore.
Dopo continui ansimi vennero insieme e si buttarono sul letto. Non si toccarono, ognuno era girato dal lato opposto. Isabelle si era stufata di quella distanza così si girò verso di lui e lo abbracciò da dietro.
In un primo momento lui si irrigidì ma poi rilassò i muscoli «Isabelle io non posso darti nient'altro» le disse lui gelido alzandosi dal letto.
«Allora perché continui a starmi dietro!» gli urlò lei frustrata
«Perché non voglio perderti!» disse prima di entrare in bagno e chiudere la porta a chiavi.
Isabelle si arrese di nuovo, non si riconosceva più, era sempre stata forte, ribelle ma non era più così. Quell'uomo la stava distruggendo e da buona masochista glie lo lasciava fare.
Si rivestì ed uscì dall'ufficio, si diresse verso la cucina e si preparò un forte caffè amaro.
Dopo averlo bevuto andò nel suo ufficio per ordinare gli appuntamenti del capo.
Sentì il cellulare squillare, no era un messaggio.
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Everlasting||Love Trilogy||
ChickLit"A volte hai la sensazione che alcune cose possano durare per sempre" Cit. LEI è Isabelle Johnson: ventitreenne originaria dell'Australia che decide di trasferirsi a New York per realizzare il suo sogno americano. Si è recentemente diplomata in mar...