17.

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"Tanti sacrifici in cambio di cicatrici"
Cit.

«E cosa dovrei fare?»
«Tom, ti consiglio di incontrarti con il direttore tunisino»
«Ma dopodomani devo andare in Romania!»
«Manda qualcun altro»
«E chi?». «Magari la tua segretaria»
«... Ci sentiamo»
Thomas aveva un problema, doveva importare materie prime dalla Tunisia ma Thari, proprietario del Thari Inc. si era rifiutato. Voleva una somma di denaro troppo esagerata per quello che valeva la roba; aeva bisogno di una soluzione perché sarebbe presto partito per la Romania, lo attendeva un influente uomo d'affari Cosmin Petinchi perché voleva aprire un'altra società lì.
«Cos'è successo?» chiese Isabelle appena svegliata con i capelli scompigliati incredibilmente sensuale.
«Devo partire per la Tunisia» rispose Thomas sospirando «Cosa?» aggrottò la fronte la ragazza. «Dopodomani parto per la Romania» ribadì mettendosi le mani tra i capelli, scompigliandoli più di quanto lo possano essere.
«E cosa vuoi fare?» chiese Isabelle solleticandogli i pettorali. «Mandare te in Tunisia» disse baciandole la fronte, la ragazza sobbalzò e sgranò gli occhi. Lei in Tunisia?
«Non-» «No Isabelle, non è una richiesta» disse alzandosi dal divano. «Ma io non so niente!» replico alzandosi anche lei. «Hai domani per imparare» concluse Thomas andando nella stanza di lei. Doveva prepararsi e andare a casa, si infilò le scarpe e si avviò verso la porta. «Domani ti voglio in ufficio alle otto, mi servi» disse in tono professionale e la ragazza fece roteare gli occhi. «Sissignore» si arrese sospirando rumorosamente.
Thomas le sorrise e uscì dalla porta, la ragazza stava per richiuderla ma lui tornò indietro, le diede un bacio e le pronuncio quelle due parole che la mandano fuori di testa.
Una volta andato, Isabelle prese il cellulare e navigò sul web; cercò informazioni sulla Tunisia quando ad un tratto le arrivò un messaggio.

Da: Shannon McKoney
A: Isabelle Johnson

Amica! Manchi tanto! Ti ho fatto tanti regali ;) io e Louise ci stiamo divertendo e tu con la tua fiamma? Avete fatto pace?
Manchi..

Da Sharm El Sheikh.
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La ragazza istintivamente sorrise e rispose al messaggio della migliore amica che le mancava tanto.

Da: Isabelle Johnson
A: Shannon McKoney

Amica! Manchi anche tu... non vedo l'ora di ricevere questi regali ;)
Io e la mia "fiamma" abbiamo fatto pace e ho tantissime cose da raccontarti.

Da casa nostra lol.
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Dopo quel messaggio tornò a fare ricerche, scrisse tutto su un foglio e lo mise sul suo file.
Verso le otto fece una pausa e ordinò la pizza dato che non aveva la minima intenzione di cucinare e questa arrivò venti minuti dopo. Consumò il suo sostanzioso pasto e si dedicò alla lettura del suo libro libro preferito ma presto cadde nell'obblio.
La mattina successiva si svegliò alle cinque e incurante dell'orario si fece un bagno caldo per sciogliere i nervi tesi, uscita dalla doccia decise di indossare un vestito morbido grigio con scarpe nere per il lavoro.
Fece colazione solamente con il caffè e alle sette in punto uscì per prendere il taxi.
Era ormai una settimana che non entrava in quella struttura e improvvisamente tutto era cambiato. Laurel non c'era più alla reception ma una donna di colore molto alta e molto magra di mezz'età che le sorrise amorevolmente.
Salì all'ultimo piano riluttante e sconcertata e senza prestare caso agli altri dipendenti entrò nel suo ufficio.
Trovò cose che lei non aveva mai avuto, penne troppo fantasiose e peluche infantili.
Aggrottò la fronte perché proprio non capiva, andò a chiedere spiegazioni al capo ma non lo trovò, probabilmente ancora non era arrivato. Non trovò nessuno neanche al bancone del reparto, probabilmente era arrivata troppo presto, non sapeva cosa fare e dove andare così si avviò verso la cucina dove trovò una scatola con invitanti ciambelle. L'esserino diabolico in lei la incitò a mangiarne una ma si rifiutò, quelle ciambelle potevano essere anche avvelenate.
Dopo mezz'ora a girarsi i pollici davanti allo skyline di Manhattan, uscì e vagò per i corridoi quando andò a sbattere contro una persona facendole cadere tutti i fogli che aveva in mano.
«Oh mi dispiace tanto..» si affrettò a dire Isabelle e cercò di aiutare il ragazzo.
«Non ti preoccup-» il ragazzo alzò la testa per sorridere al suo interlocutore «Isabelle!» esclamò il giovane «Joshua! Cosa ci fai qui?» gli chiese la ragazza. «Ci lavoro e tu?» «Anch'io! Ma da quanto?» aggrottò la fronte Isabelle «Da tre giorni e tu?» «Tre mesi ma non vengo qui da circa una settimane..» rispose Isabelle con nonchalance «E cosa fai?» chiese curioso il ragazzo posando i fogli nella sua cartella «Sono la segretaria del capo e tu?» replicò la ragazza «Nuovo caposala» disse puntando la sua postazione. «Sul serio? Sono felice per te! Ci vedremo molto spesso, il mio ufficio è di fronte al tuo» disse Isabelle puntando il suo ufficio. «Ma quello non è l'ufficio di una certa Laurel?» Isabelle aggrottò la fronte e cercò di collegare il tutto; ecco perché aveva trovato quella roba nel suo ufficio, ecco perché non aveva trovato Laurel alla reception. «Non-» Isabelle non sapeva cosa dire ma intanto fu interrotta da un altro interlocutore.
«Buongiorno» disse Thomas interrompendo la conversazione dei due. «Thomas..» Isabelle lo salutò col cenno del capo. «Lui chi è?» chiese alzando un sopracciglio. «Joshua Backster, nuovo caposala» disse tendendogli la mano che il capo strinse. «Piacere... ah sei il suo consigliere, ora ricordo...» disse con tono altezzoso, per un po' di minuti regnò un silenzio imbarazzante ma subito dopo Thomas lo ruppe ordinando a Isabelle di seguirlo.

«Chi cazzo gli ha dato il posto?» ringhiò Thomas battendo il pugno sulla scrivania. «Non lo chiedere a me, io sono tornata oggi e ho trovato tutto diverso, ora non ho neanche più un ufficio» disse già sfinita Isabelle «Ah scusa, mi serviva una sostituta quindi ho fatto salire Laurel» Isabelle sentì un formicolio al cuore: era rabbia e gelosia ma non poteva dare di matto.
«E ora?» chiese con tono rabbioso Isabelle. «Domani riavrai il tuo ufficio ma per oggi starai qui con me» disse accendendo il computer davanti a lui. «E dove?» chiese guardandosi intorno, doveva prepararsi per il viaggio in Tunisia e ancora non sapeva tutto. «Vai nella camera da letto, ti metterai li. C'è un portatile dentro l'armadio, usa quello per qualsiasi cosa. Studia bene, oggi non c'è neanche bisogno che mi porti la camomilla» disse stiracchiandosi. «Okay, allora a dopo» disse Isabelle prima di entrare nella stanza. Si guardò intorno e analizzò l'ambiente in cui sui trovava. Era confortevole il posto ma molto impersonale non ci aveva mai fatto caso tutte le volte che ci aveva fatto sesso con Thomas. Aprì l'armadio e trovò alcuni indumenti maschili probabilmente di Thomas ed altri femminili, di chi fossero non lo sapeva, di sicuro non suoi ma in quel momento proprio non le importava, aveva appena fatto pace con lui e non voleva litigare di nuovo così si tolse le scarpe, prese il pc e fece ricerche sulla Tahri Inc.
Il tempo passò in fretta e lei sentì lo stomaco brontolare così decise di fare una pausa e andare a prepararsi una tazza di caffè.
«Ei' Belle!» Joshua al bancone quando la vide, la incitò ad avvicinarsi.
«Josh, come va?» chiese Isabelle posando i gomiti sul bancone. «Bene ma è molto noioso, arrivano una sfilza di telefonate insulse» disse facendo roteare gli occhi.
«Wow, almeno tu non devi studiare.. io devo partire per la Tunisia domani per concludere un affare» disse la ragazza sbuffando. «Wow! Ci andrei io..» disse lui sospirando. «Fidati, non lo faresti» disse ridacchiando.
«A che ora stacchi oggi?» chiese il giovane. «Alle nove tu?» rispose Isabelle «Alle otto, pensavo di andare a bere qualcosa al bar insieme..» Joshua era evidentemente in imbarazzo «Se mi aspetti si» replicò Isabelle sorridendogli. «Ma certo!» «Okay, allora ci vediamo dopo!» disse la ragazza prima di andare un cucina a prepararsi il caffè e nella stanza incontrò Laurel.
«Laurel!» esclamò Isabelle sorpresa. «Johnson.» replicò la ragazza uscendo dalla stanza con aria spavalda. Isabelle aggrottò la fronte, non capiva la ragione per cui lei avesse reagito così, non aveva fatto niente a nessuno ma sinceramente era troppo stressata per pensarci. Dopo aver finito la tazza di caffè tornò in "ufficio" e trovò Thomas a ridere con la stessa Laurel. Lei in quel momento non penso a niente, non le interessava, troppo pigra per strizzare le meningi.

                         ***

«Isabelle hai finito?» erano ormai le nove e Thomas era andato a controllare se la ragazza avesse finito dato che quel giorno non avevano parlato molto. «Si ora vado» rispose la ragazza alzandosi. «Dai ti accompagno a casa» disse Thomas aiutandola ad alzarsi. «Ehm.. n-non vado a casa» «E dove vai?» aggrottò la fronte Thomas. «Al bar c-con Joshua»

N/A
CAPITOLO REVISIONATO se trovate altri errori fatemi sapere;)

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