02.

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"Corri quando puoi, cammina se devi, striscia se serve ma non mollare per nessuna ragione"

Cit.

La mattina successiva Isabelle si svegliò con un martellante dolore alla testa, ma era determinata e sarebbe andata a lavorare comunque.
Si alzò, si fece una doccia veloce e si vestì per andare a lavorare. Come outfit decise di indossare una camicia bianca e una gonna a tubo grigia e un tacco basso nero. Guardò l'orologio che segnava le otto e mezza, aveva solo trenta minuti per arrivare alla Willows Enterprise.

Scese correndo dalla scale e si pose al bordo del marciapiede con un pollice insú, era il suo giorno fortunato perché dopo minuti un taxi si fermò.
Arrivò cinque minuti in anticipo, era poco ma accettabile, lei andava in anticipo ovunque.
«Buongiorno! Ti ha dato il lavoro! Sono contenta per te» la receptionist, Laurel vestita sempre elegante la salutò con un sorriso sornione.
«Grazie mille, posso chiederti una cosa?» Isabelle voleva togliersi una curiosità: «Ma Barbara dei piani alti è così stronza con tutti?» le sussurrò vicino. Laurel scoppiò a ridere e annuì con la testa «solo perché è ai ''piani alti'' si crede chissà chi» disse enfatizzando con le mani.
«Meno male, pensavo ce l'avesse in particolare con me perché non la sopporto più» le confidò Isabelle facendo roteare gli occhi.
«No no tranquilla... Ei' ma se pranziamo insieme più tardi?» chiese Laurel. «Certo! Scendo all'una» si misero d'accordo per quell'orario, Isabelle stava per andarsene ma una voce alle loro spalle le fecero girare.
«Non dovreste lavorare?» Isabelle sentì improvvisamente freddo, Thomas Willows era entrato e stava parlando con loro, anzi le stava rimproverando. Isabelle cominciò ad avere paura di essere licenziata.
«Scusi, signor Willows, buongiorno» sussurrò intimidita Laurel. Isabelle non aveva neanche il coraggio di dargli il buongiorno.
«Johnson?» Isabelle sobbalzò, a Thomas piaceva l'effetto che faceva sugli essere umani, amava manipolare, controllare il cervello e i sentimenti degli altri, lo facevano sentire invincibile.
«Si, signor Willows? Buongiorno, scusi la maleducazione» a quelle parole pronunciate dalla rossa, il suo ego prese il sopravvento, cominciò ad uccidere tutti con le parole.
«È inutile scusarsi, ti aspetta un lavoro, io ieri ho perso tempo per una persona che neanche se lo merita e lei cosa fa? Si mette a parlare di serate e cavolate varie.» a quelle parole Isabelle sentì una pugnalata al cuore, l'aveva considerata una cosa di poco valore e sopratutto poco seria. Cercò di replicare, era infuriata e il suo unico desiderio era quello di mandare a quel paese il suo amato capo ma Laurel la precedette.
«Scusi signor Willows è stata colpa mia, le stavo facendo le congratulazioni per il posto» disse a testa bassa come se il capo fosse re, sovrano di tutto il mondo.
Willows non rispose e diede la sua 24h ad Isabelle. Lei rimase li impalata e confusa, non sapeva cosa fare con quella borsa, nel frattempo Willows si era avviato all'ascensore.
«Seguilo e lascia la borsa nel suo ufficio» le sussurrò Laurel e Isabelle corse dietro al capo che era già entrato.

«Johnson pretendo più serietà da parte tua, questo non è uno scherzo e io non ho tempo da perdere con te» la rimprovero Thomas neanche degnandola di uno sguardo.
«Scusi signor Willows ma penso di essere molto seria, ho solo ringraziato una mia collega, nient'altro» disse con tutto il coraggio che aveva la sua segretaria, ad un tratto l'ascensore si aprì «Con permesso» Isabelle si sentì potente, andava bene che quello era il suo capo e tutto, ma non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da un uomo qualcunque. Portò la borsa nell'ufficio di Willows e prima che potesse uscire lui le afferrò il braccio.
«Mi credi un mostro? Un viscido senza cuore? Un maleducato?» le chiese avvicinandosi più del dovuto, tanto che lei ispirò l'odore afrodisiaco del suo profumo e notò ancor di più l'intensità dei suoi occhi smeraldo, erano diversi dai suoi, erano più veri.
«N-no signor Willows penso solo che io non sia un oggetto e che meriterei un briciolo di rispetto» stava per piangere, se lo sentiva. Sin da quando era piccola veniva maltrattata. In casa dal padre perché era una femmina, dalla madre perché pensava che fosse la rovina dell'intera famiglia e dai fratelli perché era la penultima, a scuola perché erano invidiosi dei suoi beni e in più in amore era una frana, troppi le avevano spezzato il cuore. Anche Sebastian, il suo ultimo ragazzo che le promise che l'avrebbe sposata e il primo a cui lei si concesse. Una sera andò a trovarlo a casa e lo beccò a letto con Stephany, la sua migliore amica, si sentì morire quel giorno.
Quelle parole fecero riflettere Thomas, Isabelle aveva ragione ma non glie l'avrebbe mai detto. "Isabelle è a posto, non si merita il mio disprezzo" la vocina dentro di lui cercò di convincerlo ma no.
Lui era Thomas Willow, uomo in carriera e a capo della Willows Enterprise, preferiva avere un cuore di ghiaccio che essere dolce e affettuso. Ilary lo aveva distrutto, il padre l'aveva distrutto, la madre l'aveva distrutto. Le lasciò il braccio e le ringhiò di andarsene. Era frustrato, quella ragazza gli faceva tornare in mente tutto quello schifo di passato che aveva alle spalle.
Nella stanza accanto Isabelle si impegnò a compilare tutti i documenti, ordinò l'ufficio e porto i fogli al capo.

«Ho fatto. Le serve altro?»
«Si una camomilla e tieni» lui le porse un foglio con tutta la routine settimanale per la segretaria di Thomas Willows.

09.00 puntuale a lavoro e precipitarsi nell'ufficio del capo.
10.30 solita camomilla mattutina.
11:30 prendere vari appuntamenti telefonici
12:00 pausa pranzo
16:00 riordinamento files
17:00 camomilla pomeridiana e a completa disposizione del capo
19:00 colloquio con nuovi dipendenti (in vari eventi)

«Domani lavorerai fino alle dodici poi potrai andare a casa a prepararti per il viaggio» le disse con un tono rigido e professionale, lei annuì e con il suo permesso si dileguò, aveva un pranzo che l'aspettava.
Andò nel suo ufficio prese il giubbotto e scese in reception
«Andiamo?» Laurel era già pronta che l'aspettava.
«Certo!»

Andarono a pranzare in un piccolo bar vicino al posto di lavoro, si chiamava 'Rebes' era piccolo ma confortante, dopo il pranzo le due chiacchierarono e Isabelle scoprì che prima Laurel era ai piani alti ma poi tornò ai piani bassi, ma non sapeva il perché e Laurel non sembrava volesse dirglielo.
«Willows è un pazzo, non lo sopporto più» sbottò Isabelle, voleva sfogarsi
«Lo so.. l'avete fatto?» sussurrò Laurel ma Isabelle non capì
«Fatto cosa?» aggrottò la fronte.
«Sesso!» l'acqua che stava bevendo le andò di traverso. Sesso con il capo? Era un abominio!
«No!» urlò lei. «Non si fa sesso con il capo» sentenziò lei.
«Questo lo dici tutto» alzò le spalle Laurel e Isabelle rimase scioccata dalla sua affermazione.
Dopo pranzo tornarono a lavoro e restarono lì fino le sette.
«A domani signor Willows» prima di andare Isabelle passò a salutare il capo.

                        ***

Da: Shannon McKoney
A: Isabelle Johnson

Ei' amica sono al 'Mohito' non aspettarmi ci vediamo domani mattina.

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Come al solito Shannon era in discoteca a rimorchiare e Isabelle a casa a leggere il suo libro preferito: "Il principe felice" di Oscar Wild

"Oh! Da che misere cose dipende la felicità! Ho letto tutto quello che i saggi hanno scritto, e possiedo ogni segreto della Filosofia; ma ora, poiché mi manca una rosa rossa, la mia vita è rovinata"

Il tempo passò non se ne accorse e fu accompagnata da Morfeo nel mondo dei sogni.

||Spazio autore||

Ciao belli!
Il capitolo è stato revisionato, se trovate errori fatemi sapere(:

Volevo precisare una cosa: non è affatto ispirato a Cinquanta Sfumature.
1) Anastasia era una giornalista e Isabelle è una segretaria
2) La Willows Enterprise esporta materie prime non è un associazione security
3) Non c'è il BDSM.
4) Isabelle è masochista, Anastasia no.
Se tutto ciò non vi soddisfa, posso dirvi le altre differenze (:

Vi invito a leggere "Soldier in Love"! Il mio nuovo libro❤️

Baci, JWarrior

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