11.

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"E poi vieni tradita dalle ultime persone che ti aspetteresti ti tradissero e ti chiedi di chi ti puoi veramente fidare"
Cit.


Era mattina e l'unica cosa che Isabelle riuscì a vedere era una luce che filtrava dalla finestra della buia stanza. Si alzò dal letto con la testa che le pulsava dal dolore, sentì un odore di caffè che le fece venire il volta stomaco e fece una smorfia.
Si guardò intorno, e riconobbe dei mobili fin troppo pregiati per il suo standard, come era possibile che fosse a casa di Thomas? La sera prima era al magazzino abbandonato! E se era frutto della sua immaginazione?
Uscì dalla stanza e cercò di andare al piano di sotto, di trovare una governante ma niente. Si era persa in quella grande casa e non sapeva che fare.
Dopo un tempo indefinito a girovagare nella casa si ritrovò davanti la governante alta e magrissima.
«Ehm.. mi scusi, dov'è Thomas?» la governante la guardò come se le fosse spuntata una seconda testa. Isabelle si guardò e notò di essere vestita solo con una t-shirt e delle mutande in pizzo, diventò completamente rossa dall'imbarazzo.
«É in cucina a cucinare» le disse la governante facendo segno di seguirla. Scesero fino in cucina e Isabelle si ritrovò davanti l'uomo più bello della Terra a petto nudo con un paio di pantaloncini sportivi.
«Buongiorno» disse Thomas alzando il volto e sfoggiando un sorriso bellissimo che fece scogliere l'anima a Isabelle (e anche le mutandine).
Ma come aveva fatto a vederla se era a testa bassa a maneggiare una padella?
«Buongiorno» disse Isabelle avvicinandosi a lui, gli cinse la vita con le braccia da dietro e si godette l'odore di pino del ragazzo; si era fatto una doccia.
Appoggiò la testa sulla muscolosa schiena e con la coda dell'occhio notò dei graffi e li baciò.
«Dormito bene?» le chiese con un tono più dolce delle ciambelle che piacevano ad Isabelle
«Non lo so..» si limitò a rispondere per poi chiudere gli occhi. Non ricordava niente, l'ultimo ricordo era quello di quel rapporto bellissimo consumato la sera prima alla fabbrica abbandonata.
«Cosa stai cucinando?» le chiese Isabelle guardando dentro la padella
«Crep» replicò baciandole la tempia. Isabelle sbarrò gli occhi, amava da morire le crep.
«Uuh si!» esclamò saltellando. «É inutile che fai i salti di gioia, per te non ci sono» disse Thomas con tono freddo.
Isabelle si fermò subito e lo guardò come un cane bastonato. «Scherzavo» disse sorridendole.
Lei gli diede un colpetto sulla spalla e ci poggiò la sua testa.
«Thomas cosa é successo ieri?» gli chiese stranamente sfinita. «È successo che abbiamo passato una giornata fantastica e la sera ti ho portato in un magazzino abbandonato, abbiamo cenato poi basta» disse prendendo la crema di nocciole dalla dispensa. Isabelle aggrottò la fronte, non era possibile! Lei era consapevole di aver fatto sesso con lui!
«Mi stai mentendo» gli disse con tono fermo, la stava confondendo
Thomas rise. «Si.» disse guardandola negli occhi, la ragazza notò una scintilla negli occhi color smeraldo, erano più accesi, più vivi.
«Ti odio» disse offesa. "E io ti..." pensò Thomas dentro. Si l'aveva pensato, aveva paura di quel sentimento ma forse c'era ricascato.
«Mi hai ferito. Comunque come promesso ti ho fatto urlare come una pazza squilibrata per ben tre volte. Abbiamo giocato con le fragole, con la cioccolata, con lo champagne e con la panna» le sussurrò nell'orecchio.
Isabelle rabbrividì e di getto ricordò tutto.
Dopo il giochetto con la cioccolata e le fragole, avevano usato la panna.
Dopo di che avevano fatto un gioco con lo champagne. Il gioco di Verità o penitenza ed Isabelle perdeva sempre e probabilmente si era ubriacata.
«Ora ricordo... e come ci siamo finiti qui?» chiese toccandogli i pantaloncini. Non si saziava mai e quel uomo lo stava mandando in rovina, Thomas non aveva programmato niente del genere per quella mattina quindi ignorò le avance della ragazza.
«Io non ero ubriaco, tu lo eri completamente e ti eri anche addormentata addosso a me. Ti ho preso in braccio e portata in macchina. Una volta arrivati, ti ho svegliato, ci siamo fatti una doccia insieme e ti sei vestita così» disse versando il caffè in due tazzine.
«La colazione e pronta!» disse prima di far accomodare la ragazza a tavola.

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