Capitolo I

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Kat si attardò ancora una volta a lasciare il letto.

Come al solito, ci volle tempo per lei prima di realizzare che si era trattato di un sogno. Dall'altro lato del suo letto non avrebbe trovato nessuno. Solo durante il sonno infatti lei aveva ancora qualcuno a dormirle accanto.

Così, anche quella mattina Kat dovette fare i conti con quell'amara realtà e affrontare con un nodo in gola e un peso sul cuore un'altra giornata.

Si mise allora seduta sul letto e già sentì di avere il petto come stretto in una morsa. Non aveva più alcuna risorsa interiore da cui trarre sollievo. Era così da quando Eloise, la sua compagna, era morta. Ancora riecheggiava nelle sue orecchie la telefonata dei suoi colleghi della stazione di polizia.
"Ascolta Kat, c'è stata una rapina in un minimarket ed Eloise si trovava li..."

La vita di Kat aveva iniziato a deragliare da quel momento in poi. Le sue giornate erano strette tra la rabbia per quanto le era accaduto e il dolore che la perseguitava. Si lasciava scivolare tutto addosso, sperando di portare a casa la giornata senza ricascare nel ricordo di Eloise. Nulla infatti aveva senso senza di lei, i giorni si trascinavano incolori e Kat non aveva testa per nulla. Il suo stesso appartamento dava la misura della sua apatia.

Mucchi di vestiti si accumulavano sulle sedie della camera da letto, mentre sul tavolo della cucina e sul lavello troneggiava un caos di stoviglie sporche e resti di cibo d'asporto. Era Eloise quella con il puntiglio dell'ordine delle due, questo era da dire. Tuttavia la sciatteria di Kat non era più dovuta tanto alla sua pigrizia, quanto a un'intensa stanchezza interiore che non riusciva a scrollarsi di dosso.

Alla fine lasciò il letto per andare a lavarsi. Si spogliò e si infilò sotto la doccia. Mentre l'acqua le scorreva addosso in mille rivoli, sentì la tenaglia attorno al petto stringersi ancora di più. Uscì allora da lì e decise di prendere una pillola per calmarsi. Ormai da tempo andava una volta a settimana da uno specialista per cercare di tirarsi fuori da una vita che era diventata una trappola. Lui le prescrisse allora dei medicinali. Erano l'unico sollievo, temporaneo, ma almeno concreto.

Con addosso solo l'accappatoio si recò in cucina. Non aveva fame, ma si forzò mangiare almeno un toast, era il modo migliore per assimilare al meglio la medicina. Proprio in quel momento le giunse una chiamata. Era il suo collega del dipartimento di polizia, Greg Kowalsky.
"Buongiorno! Tutto bene?" esordì lui.
"Ciao... Tutto... Diciamo come sempre. Come mai mi stai chiamando?"
"Devi venire in commissariato il prima possibile. Ho bisogno del tuo aiuto."
"Mi sembrava mi aveste detto al dipartimento che avevo bisogno di una vacanza..."
Kat da un paio di settimane era stata sospesa dal commissario del dipartimento, in attesa di nuovo ordine.

Dopo la morte di Eloise nessuno considerava più Kat un elemento affidabile. La sua stanchezza mentale era giunta a livelli tali che le sue indagini non portavano mai a nulla di buono. Era diventata una sorta di reietta nel suo dipartimento, la buona a nulla, la matta. Tagliata fuori dalle indagini che contavano, aveva deluso tutti e sapeva che prima o poi l'avrebbero trasferita in un ufficio di minore importanza, in un'altra città.

Anche lei era consapevole di non avere più la stima di nessuno dei suoi colleghi, eppure non stava facendo proprio nulla per risalire la china: non ne aveva più la forza.
Il commissario, stanco del suo scarso rendimento, la costrinse a casa, affinché, come le disse testualmente, potesse approfittarne per riflettere.

"C'è stato un omicidio alla stazione dei treni. Siamo sotto organico e il sindaco ci sta addosso per l'ordine pubblico. Ci sono le elezioni!"
"E cosa vuoi che faccia? All'improvviso sono diventata un membro così indispensabile della squadra?"
"Abbiamo un testimone oculare, è un bambino. Con noi non ha aperto bocca, magari con una donna davanti si scioglie."
"All'improvviso mi vedete come una donna?" chiese lei con fare sarcastico.
"Kat, qui c'è un bambino che ha appena visto un omicidio. E il collega che è morto ha lasciato una figlia orfana. Ti sto chiedendo di fare qualcosa per queste persone. Ti ricordi quando mi dicesti il motivo per cui eri entrata in polizia?"

Greg sapeva bene quali fossero i punti deboli di Kat e come fare leva su di essi per ottenere ciò che voleva da lei. Davvero era diventata così smidollata da non sapere prendersi le responsabilità legate al suo ruolo?
"Va bene... Mi preparo e arrivo, dammi mezz'ora..."

Kat non perse allora altro tempo, mise la sua camicia bianca, il suo tailleur pantalone nero, si infilò il suo cappotto e si diresse in commissariato.

Io ti salveròDove le storie prendono vita. Scoprilo ora