"Ehi Julia... Ho assolutamente bisogno del tuo aiuto. Ti prego, fatti trovare alla casa famiglia, io... io sto arrivando. Ciao."
Quando Julia ricevette quel messaggio vocale, sussultò. Kat aveva un tono della voce strano, sembrava affaticata, quasi come se qualcosa le strozzasse la gola. Essendo lei medico, subito capì che qualcosa non stava andando affatto bene nella sua amica. Le rispose quindi di passare dalla casa famiglia, l'avrebbe trovata lì.
Julia la attese con il cuore in gola, il suo studio aveva una finestra che dava direttamente sulla strada. Rimase in piedi tutto il tempo, camminando nervosamente avanti e indietro per la stanza e sperando di vederla sbucare davanti ai suoi occhi il prima possibile.
Finalmente, quando Julia vide Kat intenta a parcheggiare la sua auto, tirò un sospiro di sollievo. Tuttavia, vendendola uscire dalla macchina con grande fatica, Julia ebbe la conferma delle sue peggiori congetture e corse subito da lei.
"Kat! Kat che succede? Va tutto bene?"Kat era in piedi, appoggiata alla sua auto. Senza dire una parola slacciò lo spolverino, sbottonò la giacca e le svelò la grossa macchia di sangue fresco sulla camicia bianca.
"Oh santo cielo, Kat! Ma quando è successo?"
"Poco fa, nel garage di casa..."
"Ma chi è stato?!"
"Sono stati loro... Quelli che hanno ammazzato quel poliziotto..."
"Io chiamo un'ambulanza."
"No! - disse Kat categorica- Se chiamano un'ambulanza mi trovano. E se trovano me trovano Rachel e il bambino. Devo prima metterli al sicuro."
"Vuoi davvero che ci pensi io?"
"Ti prego..." disse Kat, così pallida da sembrare nebbia.
"Va bene, vieni dai, ti aiuto..." disse Julia invitandola ad appoggiarsi a lei e conducendola dentro.***
All'interno della casa famiglia si trovava una piccola infermeria. Julia condusse lì Kat per medicarle la ferita. Per fortuna poté subito appurare che le condizioni di Kat erano serie, ma non gravi. Il proiettile non era rimasto dentro e non sembrava che gli organi interni fossero stati colpiti."Qua sembra essere tutto a posto... Tu come ti senti?"
"Bene..." concluse Kat la frase arricciando il volto per l'ennesima fitta.
"Sei proprio sicura di non volere andare in ospedale?"
"Fanno un rapporto alla polizia quando una persona ha una ferita d'arma da fuoco. Significa mettermi davanti ad un plotone di esecuzione."
"Allora dai, ti cerco un letto..."
"No, non rimango qui. Rachel ed Eliah vengono con me, li riporto a casa. Qua è troppo pericoloso per loro e anche per te."
"Ma che dici? Non sei in condizione di guidare! Dista almeno quattro ore di macchina da qui il villaggio degli amish!"
"Ce la faccio." disse Kat rimettendosi la camicia.
"No, non sento storie! Hai bisogno di riposo! Non puoi fare uno sforzo del genere!"
"Julia, ascoltami bene! - replicò Kat ad alta voce, esasperata -Mi stanno addosso! Saranno in giro per mezza città a cercarmi! Se rimaniamo qui anche tu rischierai la vita, arriveranno anche a te!"Julia non rispose, interdetta da quelle parole minacciose. Kat notò che i suoi occhi si fecero lucidi e la bocca iniziò a tremarle.
"Julia, guardami. Andrà tutto bene, ok? Ce la faccio a guidare, non preoccuparti."
"Promettimi che mi chiamerai se dovessi stare male, ok?"
"Si, non preoccuparti, ti terrò aggiornata."
Julia abbassò lo sguardo verso la camicia di Kat, notando la macchia di sangue ormai rappreso.
"Posso almeno procurarti una camicia pulita?"
"Non c'è bisogno. Nascondo tutto sotto lo spolverino, non ho tempo."
"Come dici tu..." fece Julia rassegnata.
"Aspetta, devo chiederti un altro piacere."
"Sì, dimmi."
"Per favore, dì tu a Rachel ed Eliah di fare le valigie e di raggiungermi in macchina. Io li attenderò li. Non devi dirgli di cosa mi è successo però, non devono preoccuparsi ulteriormente."
"Sì certo... Aspetta Kat, solo una cosa prima."Julia prese la sua faccia fra le sue mani e le diede un lungo bacio sulla fronte. Dagli occhi le scapparono un paio di lacrime.
"Esci sana e salva da questa storia, ok?"
"Sì. Sì, ne usciremo tutti quanti sani e salvi, non ti preoccupare."Mentre era in macchina in attesa di Rachel ed Eliah, seduta al suo posto di guida, Kat ne approfittò per contattare Greg
"Kat! Buongiorno! Stavo per chiamarti!"
"Ascolta Greg, sei già in stazione?"
"Sì, ma quando venite? Proprio di questo volevo parlarti. Ieri ho telefonato a Pizzolatto."
"E cosa hai scoperto?"
"Nulla! Nel senso appena ha sentito nominare McCallister ha subito interrotto ogni comunicazione. Così sono andato in archivio, volevo vedere il fascicolo di quell'indagine... Era sparito! Io penso che quell'omicidio sia legato al fatto che McCallister se la fa con i trafficanti, è una talpa!"
"Greg, siamo in pericolo. Se sei in ufficio fai sparire tutto quello che c'è riguardo Rachel ed Eliah."
"Cosa?!"
"Ascolta Greg, devo portare via dalla città Rachel ed Eliah."
"Perché li stai portando via?! Quelli non escono mai dal loro villaggio, non accetteranno più di parlare con nessuno!"
"Greg, sanno tutto. McCallister sa di noi e dell'indagine. Devono sparire. Anche il commissario è coinvolto."
"Stai scherzando?! E come lo sai?"
Di nuovo il dolore al fianco scosse Kat lasciandola senza fiato e impossibilitata a parlare.
"Kat, hai una voce strana. Va tutto bene?"
"Sì... sì. Sto bene. Greg, nasconditi, fammi questo piacere."
"Sono preoccupato Kat, non cercare di nascondermi qualcosa, che è successo?"
"Fai come ti ho detto! Non ho tempo di spiegarti!" gli disse sull'orlo della disperazione.
"Va bene... Quando partite?"
"Ora, li sto aspettando in macchina."
"Va bene, tienimi aggiornato."
"Ok, a dopo."Nel frattempo, Rachel ed Eliah stavano attraversando con i loro bagagli la strada che separava la casa famiglia dall'auto di Kat.
"Mamma sono stanco, ma dove stiamo andando ora?" chiese piagnucolando Eliah appena saliti in macchina.
"Vi sto portando a casa Eliah. Non dovrai più spostarti." gli rispose Kat.
"Ma... non dovevamo tornare al commissariato?" chiese Rachel.
"No. Ora dovete tornare a casa."Rachel subito si accorse che qualcosa non quadrava in lei. Era rigida, seduta immobile al suo posto di guida. Non era scesa per aiutarli a sistemare i bagagli, non si era nemmeno girata per rispondere al figlio. Scorse il suo viso tramite lo specchietto retrovisore, vedendo così che era pallida come un cencio e che aveva due profonde occhiaie a cerchiarle gli occhi. Si avvicinò allora a lei con grande ansia e le mise una mano sul braccio.
"Ispettrice Benatar, si sente bene? Che sta succedendo?"
Kat incrociò i suoi occhi indirizzando il suo sguardo verso lo specchietto retrovisore. Le fece una grande tenerezza quel suo gesto così improvviso ed autentico. Mise la sua mano su quella di Rachel e le rispose con un gran sorriso.
"Da oggi in poi devi chiamarmi Kat, ok? Non sono più ispettrice ora per voi. Sono solo Kat."
Girò allora le chiavi nella toppa e mise in moto. Dall'altra parte, dietro la finestra del suo studio, Julia li guardava piangendo.
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Io ti salverò
RomanceRachel Lapp è una donna amish il cui figlio Eliah è suo malgrado testimone dell'omicidio di un poliziotto. L'ispettrice Kat Benatar è una donna alla deriva, travolta dall'uccisione della sua compgna. Viene richiamata in servizio per aiutare il suo c...