Quello stesso giorno, dopo avere pranzato, Isaac si apprestò a preparare il calesse per giungere al paese.
Rachel, prima che lei andasse, aiutò Kat a fasciare in maniera ancora più stretta il fianco, in modo che non avesse troppo dolore durante il tragito al galoppo."Dovrebbe andare bene così, come ti senti?"
"Riesco ancora a respirare..."
"Dico sul serio."
"Sto bene, non preoccuparti. Piuttosto Rachel... mi serve la pistola."
"Cosa?"
"Non esco senza, non in un momento del genere." le disse Kat con uno sguardo così fermo da non ammettere alcuna replica.Rachel non ebbe il coraggio di ribattere alcunchè, abbassó solo lo sguardo e si allontanó da lì. Era ancora per lei scioccante realizzare quale fosse davvero il mondo a cui Kat appartenesse e quanto questo fosse distante dal suo.
***
Greg diede l'ultima boccata alla sua sigaretta per poi spegnerla schiacchiandola contro gli altri mozziconi, ammonticchiati come una piramide dentro un traboccante posacenere. A forza di fumare senza sosta, le sue dita si erano ingiallite e spesso accusava una tosse grassa e profonda.
Certo era vietato fumare negli alberghi, ma ogni sera andava in una bettola diversa ai margini della cittá e ognuna delle stanze in cui aveva dormito era così malridotta che qualche boccata di sigaretta non avrebbe arrecato alcun danno. Ora si trovava in uno di quei motel sui bordi dell'autostrada con le porte di ingresso alle camere che davano su un ballatoio.
Era così ormai la sua vita da quando Kat e quei due Amish erano spariti nel nulla. Per quanto lei fosse stata concisa fino all'osso durante la loro ultima chiamata, Greg aveva eseguito i suoi ordini. Aveva mandato la sua ex moglie e il figlio fuori cittá per evitare che li trovassero e lui cambiava nascondiglio ogni sera per evitare di farsi trovare.
Era teso, da una settimana gli sembrava di essere stato abbandonato in un limbo. Era solo, in fuga e in pericolo. Tuttavia la cosa che più lo tormentava era non avere più notizie di Kat. Aveva capito che doveva esserle successo qualcosa di grave da quell'ultima chiamata. Da allora però non era più riuscito a mettersi in contatto con lei. Al telefono risultava irragiungibile; le luci di casa sua erano ogni giorno tutte spente; aveva chiesto con fare innocente alle persone del suo vicinato se l'avessero vista in giro ma anche per loro risultava svanita nel nulla. Così scaricava la tensione accendendo e spegnendo una sigaretta dopo l'altra. Non riusciva ancora a fare i conti con l'idea che per colpa sua lei, quella madre e quel bambino fossero stati ammazzati e fatti sparire.
Poi d'un tratto, come un fulmine a ciel sereno, comparve sullo schermo del suo cellulare il numero che da tanti giorni attendeva.
"Kat! Sei tu?"
"Greg! Come va? Tu sei al sicuro? Ti hanno trovato?"
"No, li ho sempre seminati, loro non sanno con chi hanno a che fare... Ma tu, che fine hai fatto? State tutti bene?"
"Mi hanno sparato Greg."
"Che cosa?! Ma sei in ospedale? Dove sei?"
"Macchè, sarebbero venuti a finirmi li... Gli amish si sono presi cura di me. Mi sto nascondendo a casa di Rachel Lapp e di suoi figlio."
"Mio Dio, per questo sei sparita... Ora come state? Sei sempre da loro?"
"Sto meglio ora, non preoccuparti. Stiamo tutti bene. In questo momento sono... bè, ci crederesti che ti sto chiamando dal bagno di una stazione di servizio vestita come una di loro?"
"Non ci credo nemmeno se mi mandi un selfie..."
Per quanto fosse vestita in quel modo per puro caso, Kat capì subito che era il modo migliore per mostrarsi in pubblico sotto mentite spoglie. Molti suoi concittadini infatti si spingevano appena era loro possibile verso i paesi vicino la contea degli amish per comprare nei negozi i prodotti delle loro fattorie. Conciata come una di loro non avrebbe sollevato alcun sospetto e nessuno sarebbe mai venuto a ficcare il naso nella loro comunità."Hai qualche notizia per il resto? Novità?"
"No, appena mi hai chiamato quel giorno ho fatto sparire tutto e poi mi sono andato a nascondere. Io... io ho provato a cercarvi, pensavo foste... che tu fossi..." disse Greg con la voce tremante per l'emozione.
"Mi dispiace, Greg. Anche io temevo non ce l'avessi fatta."
"Non ti preoccupare, è a posto..." replicò Greg cercando di ricomporsi.
"Ascoltami, non ho molto tempo. Dobbiamo tirarci fuori da questa situazione."
"Penso sia inutile parlare con il procuratore..."
"Ho pensato magari qualche giornalista d'inchiesta..."
"Io conosco solo baciapile, non mi darebbero mai ascolto."
"Senti, forse ho chi può aiutarci. È questa mia amica, si chiama Julia, gestisce una casa accoglienza per donne maltrattate. È sempre stata un'attivista, di sicuro conosce qualche giornalista d'inchiesta, di quelli seri. Se tiriamo fuori questa storia allo scoperto qualcuno potrà fermare McCallister."
"Sì, mi sembra una buona idea..."
"Ok, ora contatto anche lei. Ti mando il suo numero."
"Va bene, ci vado il prima possibile."
"Vedrai, ce la faremo." disse Kat prima di chiudere la telefonata.Quella chiamata rimise al mondo al mondo Greg. Kat e quella famiglia erano ancora vivi, non era ancora finita per loro.
Ripensò allora per un attimo a quanto si fosse sentito in colpa in quei giorni per avere trascinato la sua amica in un caso rivelatosi così scottante. Per lui infatti Kat era quasi la figlia che non aveva mai avuto. Non si limitava a lavorarci assieme, riservava per lei un istinto protettivo che non aveva per altri colleghi in polizia. Conosceva le voci che giravano su di lei e sulla sua vita privata e aveva capito bene come queste stessero ostacolando la sua carriera.Trovava tutto ciò rivoltante. Greg pensava invece che Kat avrebbe dovuto meritare molta più considerazione, dato che era una poliziotta efficiente e integerrima. Quando poi morì Eloise, fu l'unico in dipartimento a continuare a difenderla, nonostante il crollo verticale delle sue prestazioni lavorative. Era l'unica cosa che poteva ancora fare per lei. Da quel giorno infatti, Kat si era persa in qualche luogo oscuro in cui lui non poteva raggiungerla per tirarla fuori da lì. L'aveva coinvolta in quell'indagine anche per cercare di darle una scossa, un motivo per alzarsi dal letto.
Eppure, nonostante le sue condizioni, Greg al telefono l'aveva sentita diversa. Il tono della sua voce si era fatto più cristallino e Kat sembrava di nuovo lucida e determinata. Chissà cosa stava accadendo in quel villaggio da averla destata in quel modo, si chiese incuriosito e un po' rasserenato.
Lo schermo di Greg s'illuminò di nuovo, stavolta per il messaggio di Kat con il contatto e l'indirizzo di Julia. Euforico dunque per quell'inaspettata svolta, Greg si diede una sistemata e decise di uscire per raggiungere l'amica di Kat.
"Sei sempre stato un poliziotto negato. Credevi davvero che non ti avrei trovato?" disse McCallister piazzato appena fuori la porta d'ingresso della sua camera. Dietro di lui, c'erano altri due tipi con il calcio delle loro pistole a sporgere in bella mostra dalle loro fondine.
"Merda..." fece Greg non appena se lo ritrovò davanti.
"Allora, ci dici dove sono?"
"Da me non saprai nulla."
"Greg, te lo chiedo un'ultima volta: dove li ha portati?"
Greg lo guardò dritto in faccia, con il cuore in gola.
Poi, sicuro di sè e consapevole della sua scelta, riprese a respirare e chiuse allora gli occhi per un attimo.
STAI LEGGENDO
Io ti salverò
RomanceRachel Lapp è una donna amish il cui figlio Eliah è suo malgrado testimone dell'omicidio di un poliziotto. L'ispettrice Kat Benatar è una donna alla deriva, travolta dall'uccisione della sua compgna. Viene richiamata in servizio per aiutare il suo c...