Capitolo XVI

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Quella mattina Kat si svegliò del tutto presente a sé stessa. Il dolore al fianco da costante e pernicioso era diventato un sordo rumore di sottofondo. Non c'era più niente a drenare energia dal suo corpo. Era dunque abbastanza in forze per gestire di nuovo tutta quella situazione.

La prima cosa da fare che le balzò in mente fu di contattare Greg e Julia.

Si chiese dunque che fine avessero fatto i suoi effetti personali, i vestiti, c'era come un buco nero tra il momento in cui si era svenuta in macchina e il suo risveglio in quella camera.

Poi si ricordò di quando Eliah si intrufolò da lei e provò a vedere nel cassetto del comodino. Ci aveva preso, tutto era là dentro, tranne la pistola. Tuttavia, preso il suo cellulare, si accorse che era ormai scarico e in quella casa non c'era corrente elettrica.

Stizzita da quella situazione paradossale, Kat allora iniziò a fare mente locale su come avrebbe potuto procurarsi dell'elettricità in quel villaggio, finché non pensò di ricaricarli nella sua macchina.

Non aveva scelta: doveva parlare con Rachel. Da quando avevano avuto quel confronto, Kat aveva notato come lei era cambiata nei suoi riguardi.
Più che ostile, Rachel era diventata elusiva. In quei residuali momenti in cui ancora si incrociavano, Kat notava che Rachel le sfuggiva come se la sua sola presenza la tormentasse.
Si chiedeva da allora come un incidente del genere potesse avere causato una tale frattura tra le due.
Certo, quello era solo un lavoro e Rachel apparteneva ad un altro mondo rispetto al suo. Capiva di doversi fare scivolare la cosa addosso.

Eppure Kat già avvertiva con chiarezza la nostalgia dei giorni passati, in cui ben percepiva che la cura di Rachel nei suoi riguardi era spontanea e non un dovere dettato dal suo stato di necessità. Era quella sensazione di calore umano ad averle dato vero ristoro, ad averla riportata su sponde della vita che Kat credeva ormai relegate ad un passato irripetibile. Si trattava ora per lei di rassegnarsi e tornare al suo vero presente, in cui ogni giorno ritrovarsi sola a stringere i denti in un mondo gelido e spento.

***
Rachel era in cucina assorta a rammendare delle lenzuola quando vide spuntarsi davanti Kat in camicia da notte e una coperta sulle spalle.
"Scusami, ti ho rubato la coperta, ma ho sempre freddo alle spalle..." disse Kat per rompere il ghiaccio.
"Ti serve qualcosa?"
"Mi serve la mia macchina, devo ricaricare il telefono."
"L'abbiamo messa nel fienile."
"Ok... Penso allora che mi serviranno i miei vestiti..."
"Non puoi, devo ancora lavarli. Sono sporchi di sangue."
"Ancora? Oh, certo... - fece Kat, ricordardosi che in una casa amish la lavatrice non è contemplata. - E io come faccio?"
"Posso prestarti i miei." le rispose Rachel senza nemmeno incrociare il suo sguardo.
"I tuoi?!"
"In ogni caso non potresti stare con il tuo abbigliamento qui. Ti noterebbero subito perchè non è consentito."

***
La casa doveva viveva Rachel era disposta su due piani. Al piano terra c'era la cucina e la sala da pranzo, mentre al piano superiore si trovavano le camere da letto. Rachel condusse Kat nella sua stanza e tirò fuori dal suo armadio uno dei suoi indumenti. La lasciò così da sola a cambiarsi e rimase ad attenderla al piano di sotto, dove tornò alla sua opera di rammendo.

Dopo una ventina di minuti Kat si ripresentò davanti a lei. Rachel le aveva dato una gonna lunga e nera, una camicetta lilla e un grembiule grigio a cingerle le spalle e a coprirle il petto.
"Come... come sto?" chiese Kat in evidente imbarazzo.
A vederla con quegli abiti e con quell'aria quasi spaurita, Rachel non potè fare a meno di trovarla buffa. Per quanto cercasse di mantenere un contegno, alla fine non riuscì più a trattenere la sua ilarità.
"Sto così male?" chiese Kat sconsolata.
"No... no! - rispose Rachel ricomponendosi. - Non sono abituata a vederti così!"
"...che è un modo elegante per dirmi che sto male..."
"Mi dispiace, non ho altro da darti..."
"Ma no, va benissimo... E poi paese che vai usanze che trovi... Se sto da voi devo rispettare le vostre usanze, no?"

Non aveva funzionato. Rachel aveva colto al balzo l'occasione del loro litigio per allontanarsi da Kat. Voleva una scusa per provocare una reazione di stizza da parte sua, farle così svelare la sua parte peggiore. Rachel voleva che Kat la deludesse, per allontanarla così dai suoi pensieri e riprendere in mano le redini della sua identità. La sua strategia però le si risolse contro: non c'era un lato nascosto di Kat a cui aggrapparsi affinché potesse stare in pace con se stessa. Lei era tutto ciò che aveva davanti ai suoi occhi e Rachel in qualche modo doveva imparare a farci i conti.

"Vedi... - disse Rachel con un tono ben più accomodante rispetto a prima - Per stare qui in campagna i tuoi vestiti sono..."
"...troppo da città?" la anticipò Kat.
"Be... decisamente sì!"
Entrambe scoppiarono a ridere, una liberazione dopo giorni di sottile tensione accumulata tra le due. Si sorrisero allora a vicenda, come a siglare una pace senza rancori.
A quel punto Rachel tirò fuori una forcina dalla sua tasca e si avvicinò a Kat, con suo grande stupore.
"Tieni, appuntati i capelli, non puoi stare comoda in quel modo!"
"Oh... grazie!"

Io ti salveròDove le storie prendono vita. Scoprilo ora