Kat ci mise un po' a riprendere i sensi del tutto, o forse nemmeno tanto, lei stessa non riusciva in quei momenti ad avere cognizione del tempo.
Riuscì dopo vari sforzi a riaprire gli occhi e a rimanere sveglia, già quello era un risultato. Si sentì lì per lì spiazzata guardandosi attorno. Si trovava in una stanza che sembrava uscita da un bucolico dramma in costume. Una camera spoglia, dalle pareti bianchissime, arredata con pochi mobili di foggia antica tutti in legno massiccio scuro. Non riusciva a capire perché fosse lì, nulla aveva senso.
Guardò davanti a sé e si accorse che due uomini con una lunga barba bianca e dei grossi cappelli di paglia a tesa larga le stavano sorridendo.
"Buongiorno! Ti sei svegliata finalmente!" disse il dottor Schultz.
"Ma che..." farfugliò Kat con la voce arrochita dopo tante ore di sonno.
"Kat, va tutto bene, non preoccuparti, sei al sicuro." le disse Rachel.
Quando Kat la vide già cominciò a rasserenarsi, era almeno un volto familiare. Deglutì, cercò di schiarire la voce e di potere parlare.
"Che è successo?"
"Non lo ricordi? Hai portato me e mio figlio qui e poi ti sei sentita male."
Le sembrava ancora tutto strano e distante. Più che ricordare, Kat riusciva ad immaginare per se stessa le parole narrate dagli altri."Ti sono infinitamente grato per quello che hai fatto per mia figlia e mio nipote. Il mio nome è Isaac. Lui è il dottor Schultz."
"È un piacere vedere che ti sei ripresa. Sono venuto per portarti un mio decotto, ti aiuterà a rimetterti in sesto. È fatto solo con erbe naturali, niente roba di laboratorio come amate voialtri! Ci pensi tu a darglielo Rachel?"
"Certo dottore."
"Benissimo, allora io vado per ora, torno nel pomeriggio."Isaac lo accompagnò fuori dalla stanza, lasciando entrambe le donne sole. Rachel sollevò la testa di Kat e le porse la bevanda adagiando la tazza sulle sue labbra.
"Dio, è terribile!" disse Kat dopo appena un sorso.
"Hai ragione, è veleno! Ma fa bene, io l'ho preso tante volte... coraggio, un altro paio di sorsi..."Kat si sforzò allora di ingurgitare ancora quel liquido scuro dall'odore forte. Di nuovo con la testa sul cuscino, ricominciò a prendere coscienza di quanto fosse accaduto e un picco di adrenalina prese il posto del suo stato confusionale.
"Rachel, da quanto tempo sono qui?" chiese Kat con ansia.
"Hai dormito un giorno intero."
"Cosa?!"
Una scossa di dolore feroce partì dal fianco e le andò dritta al cervello, facendola quasi urlare."Kat! Non devi sforzarti cosi! Va tutto bene?"
Era inaccettabile quella situazione. Doveva esser lei quella incaricata a proteggerli e ora invece si era ridotta ad essere la persona da assistere. Si vergognava moltissimo.
"Devi stare tranquilla, devi solo pensare a guarire, ok?"Non riusciva ancora a risponderle, né a respirare bene tra le maglie strette del dolore. Rachel cominciò ad accarezzarle la testa per rilassarla. Kat chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quella mano.
Il sollievo per lei giunse quando immaginò che quello non fosse solo un gesto di accudimento, ma un vero e proprio slancio di affetto di Rachel nei suoi confronti.
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Io ti salverò
RomansaRachel Lapp è una donna amish il cui figlio Eliah è suo malgrado testimone dell'omicidio di un poliziotto. L'ispettrice Kat Benatar è una donna alla deriva, travolta dall'uccisione della sua compgna. Viene richiamata in servizio per aiutare il suo c...