Poso la forchetta nel piatto sbuffando, provocando un tintinnio metallico.
"Santo cielo Bree, fai attenzione con quelle posate!" mi rimprovera mia madre dandomi le spalle.
Roteo gli occhi.
"Scusami, è che ho ancora fame"
"Domani sera hai lo spettacolo, lo sai che non puoi permetterti di mettere su peso"
Rimango in silenzio, osservando il piatto vuoto che ho dinanzi.
Deja vu."Come non detto, hai ragione come sempre" dico alzandomi per allungarle le posate nel lavello.
"Stasera devo andare a teatro come ogni volta per discutere col coreografo gli ultimi dettagli per domani; ricordati che non devi cenare, ti lascio pronta la tisana dimagrante e gli integratori. Appena torni a casa devi..."
"Si si, lo so. Devo bere subito la tisana e mezz'ora dopo una bustina di integratori in un bicchier d'acqua"
La vedo guardarmi sorpresa.
"È sempre la stessa cosa mamma, lo so"
"Vai a letto presto stasera, io non so a che ora tornerò e tuo padre credo che rimarrà a dormire in ufficio, ha molto lavoro da sbrigare in questi giorni. Ma verrà a vederti domani"
"Certo, allora io vado" la saluto allungandole un bacio sulla guancia.
"Ciao, ti voglio bene"
Mi infilo la giacca e raccolgo il borsone da terra, prima di fiondarmi verso la porta.
"Buone prove!" la sento gridare non appena me la richiudo dietro.
Deja vu.
Mi incammino verso l'Accademia di danza, con le cuffie Bluetooth a tutto volume nelle orecchie.- - -
Quand'è stato il momento in cui la mia vita ha preso questa piega? Quand'è stato il momento in cui la mia libertà si è annullata e tutte le giornate si sono ridotte improvvisamente ad essere delle fotocopie le une delle altre?
Alla mattina stretching e un po' di palestra, poi pranzo, prove e allenamenti fino a sera, e infine a letto sfinita.
Ero stata io, Brianna Davis, a decidere di intraprendere questa strada, ed ero sempre io, Brianna Davis, che me ne stavo pentendo.
Ho sempre amato la danza, in ogni sua forma: imparare a controllare e a comunicare con il proprio corpo è sempre stata pura magia per me.
Sono cresciuta in una famiglia agiata, non mi è mai mancato nulla. Fin da piccola ho trascorso la maggior parte del tempo con mia nonna paterna, che amava guardare gli spettacoli di danza alla televisione. Credo che la nascita della mia passione, sia avvenuta solo grazie a lei.
A 3 anni mia madre mi ha iscritto a ginnastica artistica, pensando che per me fosse lo stesso che ballare, ma si sbagliava.
A 5 anni le chiesi chiaramente di iscrivermi ad un corso di danza, e lei per non sprecare la flessibilità che avevo duramente guadagnato con la ginnastica artistica, mi iscrisse a classica.
Alla prima lezione, capii che la sala da ballo era il mio posto: mi sentivo fremere dalla voglia di udire la melodia e imparare nuovi passi.
Più frequentavo le lezioni, più amavo quel mondo; mi sentivo migliorare di volta in volta.
Tutte le mie insegnanti parlarono più e più volte di questa mia predisposizione con mia madre nel corso del tempo, finché non arrivò il giorno in cui, al saggio di danza annuale, non assisterono anche dei talent scout.
Ben 3 di loro, tutti di compagnie diverse, mi proposero, o meglio, proposero a mia madre, di farmi lavorare con loro.
Alla fine, mia madre accettò la proposta della National Ballet Academy, e da quel momento si è presa una pausa dal suo lavoro di fashion designer per farmi da 'manager'.
Avevo 16 anni.
Sono trascorsi 4 anni da quel giorno; 4 anni di allenamenti sfiancanti e di poche ore di sonno, nonché di solitudine quasi totale.
Non ho mai avuto tanti amici, se non qualche compagna di scuola con la quale avevo legato più di altri.
Frequentando l'Accademia, persino quei pochi legami che avevo instaurato a fatica si erano spezzati.
Ero rimasta completamente sola, in compagnia della danza e... dei miei genitori.
Ammetto che inizialmente non mi importava. Mi sentivo incredibilmente bene: dedicavo circa 12 ore al giorno alla mia passione, non avevo tempo per gli altri.
Inoltre, tutta questa novità aveva portato come una ventata di aria fresca nella mia vita.
Dopo 3 anni di allenamenti nell'Accademia, finalmente l'anno scorso ho ufficialmente fatto il mio debutto nello spettacolo, esibendomi in 'Scarpette Rosse'.
Da quell'esibizione la compagnia mi ha assegnato sempre più spettacoli, rendendo sempre più noto il mio nome tra gli appassionati di questo mondo.
Le mie giornate si sono affollate di interviste per diversi giornali, allenamenti e prove per gli spettacoli, oltre che servizi fotografici e serate di beneficienza.
Mi potevo definire un personaggio pubblico senza esserlo effettivamente: un personaggio pubblico è conosciuto da milioni di persone differenti, con uno stile di vita differente, che vivono le loro giornate in modi differenti.
Io invece, sono un personaggio pubblico solo per quelli come me: sono conosciuta solamente da ricche persone superficiali, con uno stile di vita apparentemente agiato che nasconde però il senso di vuoto che provano.
Queste, sono le persone che mi conoscono. E sempre queste, sono le persone da cui io mi sono fatta conoscere.
Non so più nulla di come sia vivere 'normalmente' ormai.
Vivere senza dover dimostrare niente a nessuno, potendo mangiare quanto si voglia e cosa si voglia.
Ed è buffo il fatto che, proprio ora che sono così 'famosa', sia il momento in cui io mi senta così sola.
Perché adesso mi importa, avere degli amici, avere qualcuno che fa il tifo per me e che mi sostiene sia nei momenti belli che nei momenti brutti.
Ecco dove mi ha portato il tuo egoismo e il mio menefreghismo.
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ʟᴇᴛ'ꜱ ᴅᴀɴᴄᴇ
Teen Fiction"Ho sempre amato la danza, in ogni sua forma: imparare a controllare e a comunicare con il proprio corpo è sempre stata pura magia per me" Brianna Davis è una famosa ballerina di danza classica di Los Angeles, intrappolata nella sua noiosa e faticos...