Illusione

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Mi svegliai stropicciando gli occhi alla luce del primo mattino.

Un raggio di sole pallido entrava obliquo dalla finestra bagnandomi il viso. Una fortuna inaspettata considerando che eravamo a metà Novembre. L'accolsi grato, stiracchiandomi nel letto e lasciando che il sole scendesse fin sul mio petto. Mi sentivo in pace e sopratutto riposato.

Due notti prima ero in bagno a dare di stomaco.

Adesso quel ricordo - che aveva i contorni di un incubo - appariva tanto sfocato da sembrarmi irreale.

Il mio corpo stava finalmente bene. Guarito.

Mi lavai e mi vestii con calma, lieto di avere del tempo per poterlo fare.

Ogni tanto lanciavo uno sguardo alla finestra come a voler fermare quel raggio di sole e assicurarmi che mi seguisse per tutto il giorno come fosse il mio Patronus personale.

Ma più i minuti passavano e più quella luce si indeboliva, mentre le nuvole tornavano a reclamare il cielo. Salutai la mia camera con lo sguardo mentre uscivo afferrando distrattamente la mia tracolla piena di libri.

Fuori nel corridoio incontrai Scorpius.

Non mi stava aspettando, anche lui stava uscendo dalla sua camera nello stesso momento.

Il primo istinto fu quello di lanciargli un'occhiataccia, poi mi ricordai della chiacchierata della sera prima e del fatto che fossimo in una specie di tregua.

Mi salutò con un sorriso obliquo come quel raggio di sole morto solo pochi minuti prima. Anche l'effetto era uguale. Per un attimo mi abbagliò.

Benché fosse primo mattino, il suo viso disteso non mostrava affatto i segni della notte appena trascorsa.

Forse non dormiva o lo faceva in un congelatore.

Solo la sua voce roca lo tradiva facendolo apparire ai miei occhi umano come tutti.

"Buongiorno"

"Ciao"

Replicai cominciando a camminare lentamente con lui al mio fianco.

"Dormito bene?"

Si informò educato mentre io rispondevo con un:

"Mh mh"

Ancora assonnato.

"Sei arrabbiato?"

Domandò cauto e per un attimo la sua confusione fu così forte da colpirmi e svegliarmi.

Mi voltai a fissarlo mentre scendevamo nella sala comune, a quell'ora, un vero e proprio crocevia di studenti. Alcuni si affrettavano mezzo vestiti, altri alla ricerca di libri e appunti dimenticati la sera prima.

"No"

Feci stupito notando le sue sopracciglia distendersi.

"È prima mattina. Ancora niente caffeina."
Mi giustificai scrollando le spalle. Quando lo vidi sorridere, mollai il suo sguardo e tornai a concentrarmi sul muro in pietra che scivolò rivelandoci l'uscita dalla sala.

"Scusa, devo chiedertelo. Con te non si può mai sapere."

"Non cominciare."
Biascicai e sentii la sua risata bassa raggiungermi nella semi oscurità dei sotterranei.

Quando arrivammo in sala grande, trovammo già Aaron e gli altri seduti a fare colazione.

"Insomma, ti ho visto allenarti di più in questo periodo, ma non pensavo fosse per quello. Guarda qui.."

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