Rimedi e Altre Cure

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I colpi divennero più intensi e decisi visto che non mi decidevo ad aprire.

Mi alzai dal letto e andai alla porta.

Girai la chiave nella serratura e socchiusi leggermente l'uscio per incontrare il mio ospite inatteso.

Come sempre, i suoi occhi furono la prima cosa che notai.

"Scorpius"

Dissi sorpreso.

Ciocche bionde ricadevano sulla sua fronte marmorea, incorniciando il suo viso in un'espressione cupa e preoccupata.

"Posso entrare?"

Domandò educato, il tono privo del suo calore abituale.

Prima ancora che potessi registrare la sua domanda, il mio corpo scivolò di lato per fargli spazio.

Entrò e io ci misi qualche secondo di troppo a chiudermi la porta alle spalle.

Osservò brevemente la mia stanza, poi si voltò pronto a scrutarmi con attenzione.

Passò in rassegna il mio volto come se lo vedesse per la prima volta in cinque anni.

"Come stai?"

Chiese sempre nello stesso tono smorto. Non mi piaceva lo sconforto che leggevo nel suo sguardo, l'apatia del suo corpo immobile.

Quante cose avrei dovuto rovinare ancora prima che fossi stato capace di fermarmi?

"Bene"

Risposi seccato muovendomi verso la scrivania.

Non ne potevo più di sentire quella domanda.

"Basta mentire!"

Fece lui reclamando la mia attenzione.

"Senti, apprezzo davvero tanto quello che hai fatto per me.. forse nemmeno immagini quanto.."

Ma che stavo dicendo?

"... però non devi preoccuparti per me. Non ce n'è bisogno. So cavarmela da solo."

"Davvero?"

Inclinò leggermente la testa a mostrare cauto scetticismo.

"Sì"

Risposi risentito.

"Una persona responsabile avrebbe chiesto aiuto. Non avrebbe cercato di coprire tutto con scuse ridicole. Perchè non sei venuto a cercarmi?"

Sembrava infastidito. Pronunciò quell'ultima frase tra i denti, rivolgendomi uno sguardo d'accusa.

"Non mi piace correre a piangere dalla mamma. Come ho detto, sono abituato a cavarmela da solo."

"Lo vedo."

Replicò secco e di malumore.

Scrollò la testa come arreso e si sedette sul pavimento, poggiando la schiena contro il mio letto.

"Spiegami com'è successo"

Ordinò impaziente di conoscere i dettagli di quella storia.

Sbuffai.

"Che c'è da spiegare? Ieri sera ho incontrato Duncan fuori dal castello ed eccomi qui."

Indicai il mio volto con un cenno sbrigativo delle mani.

"Fuori dal castello? Che ci facevi lontano da scuola dopo il coprifuoco?"

Corrugò la fronte mentre un "v" di confusione appariva tra le sue pallide sopracciglia aggrottate.

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